Malnutrizione raddoppia rischio mortalità in pazienti oncologici


La malnutrizione peggiora la prognosi e le condizioni socioeconomiche dei pazienti oncologici secondo lo studio tutto italiano, ribattezzato NUTRIONCO

Mutazioni genetiche dei pazienti oncologici: i dati sono del registro RATIONAL che coinvolge più di 730 malati di 44 diverse strutture sanitarie

La malnutrizione peggiora la prognosi e le condizioni socioeconomiche dei pazienti oncologici. Lo studio tutto italiano, ribattezzato NUTRIONCO e recentemente pubblicato sulla rivista Cancers ha infatti dimostrato che la probabilità di sopravvivenza per i pazienti malnutriti è significativamente inferiore rispetto a coloro i quali non presentano problematiche nutrizionali.

Il lavoro, coordinato dal Professor Maurizio Muscaritoli, presidente della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (SINuC), ha coinvolto diversi centri e università italiane, tra cui l’Università La Sapienza di Roma, l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e l’Ospedale Cardarelli di Napoli.

“Nelle persone con cancro la malnutrizione è la faccia che compare su entrambi i lati della medaglia – spiega Muscaritoli – perché può peggiorare la malattia o essere causata dal cancro. La malattia, infatti, ha un metabolismo accelerato e per crescere ‘si nutre’ dell’organismo, sottraendogli proteine e carboidrati. I trattamenti a loro volta, possono determinare anoressia e ridotto introito calorico”.

La cachessia è invece considerata una sindrome paraneoplastica, condizione in cui si assiste ad una grave perdita di massa muscolare, con o senza perdita di tessuto adiposo, infiammazione sistemica, astenia e affaticamento. “Una perdita di peso superiore al 5% in 6 mesi o un BMI inferiore a 20 con una perdita di peso superiore al 2% sono i criteri per porre una diagnosi di cachessia”, aggiunge lo specialista.

Quindi, in un soggetto di 80 chilogrammi basta una perdita di peso involontaria di 4-5 chili e in una donna di 60 chilogrammi basta un calo di 3 per accendere una spia di attenzione. “Se il paziente non riesce a nutrirsi e perde massa magra si parla di ‘sarcopenia’ ossia la perdita involontaria di massa e performance muscolare, presente nel 20-70% dei pazienti oncologici”, aggiunge Muscaritoli.

In uno studio precedente, chiamato PreMiO, è emerso che il 51% dei pazienti con un tumore solido presenta carenze nutrizionali e rischio di malnutrizione già alla prima visita oncologica, mentre altri studi la quantificano sino al 75%. Lo studio retrospettivo NUTRIONCO fa un passo importante in più, prendendo in esame una sottopopolazione del campione coinvolto in PreMiO, un totale di 571 pazienti oncologici seguiti per due anni successivamente alla prima visita di oncologia medica, gli scienziati hanno valutato il legame tra lo stato nutrizionale di base, quello valutato in una prima visita oncologica, con il tasso di mortalità, di ricovero, di tossicità del trattamento e della progressione della malattia.

“Abbiamo riscontrato una probabilità di sopravvivenza globale più elevata nella popolazione generale dello studio ben nutrita rispetto ai pazienti malnutriti”, riferisce Muscaritoli. “Di contro la malnutrizione riduce la probabilità di sopravvivenza nei pazienti con tumore non metastatico”, aggiunge.

Nel dettaglio, i risultati dello studio hanno mostrato che oltre il 70% dei pazienti con progressione della malattia durante il follow-up di 2 anni presentava uno stato nutrizionale inadeguato già alla prima visita, rispetto al solo 29% dei pazienti senza progressione della malattia. Non dovrebbe quindi stupire il tasso di mortalità più elevato riscontrato nel sottogruppo di pazienti malnutriti alla prima visita.

“Infatti, abbiamo riscontrato tra i pazienti classificati malnutriti o a rischio di malnutrizione un tasso di mortalità di oltre il 65%. Al contrario, nei pazienti classificati come ben nutriti il tasso di mortalità è stato del 38%, quasi la metà rispetto al primo gruppo”, spiega Muscaritoli. Inoltre, uno scarso stato nutrizionale è stato osservato nel 70% dei pazienti, in cui la malattia era progredita alla fine dello studio e un punteggio FAACT inferiore a 30, (che è un indicatore di anoressia, cioè di perdita di appetito), è stato rilevato nel 70,3% dei pazienti. È stata infine trovata un’associazione statisticamente significativa tra uno scarso stato nutrizionale e cancro con metastasi tra i pazienti deceduti entro la data del follow-up.

“Lo studio NUTRIONCO dimostra chiaramente che uno stato nutrizionale scadente, non solo accelera la progressione del cancro, ma anche un impatto profondo sulla prognosi”, sottolinea Muscaritoli. “Nonostante ciò, malnutrizione e cachessia sono ancora sottovalutate nella pratica clinica oncologica e, anche quando vengono individuate, il supporto nutrizionale non viene implementato sistematicamente”, aggiunge.

Le strategie di supporto per i pazienti a rischio nutrizionale prevedono l’utilizzo di supplementi nutrizionali orali, nutrienti specifici e nutrizione enterale o parenterale: si tratta di interventi a basso costo che hanno mostrato benefici clinici e presentano un livello di costo-efficacia tale da creare un risparmio nel costo complessivo di trattamento dei pazienti per il sistema sanitario. “Il monitoraggio dello stato nutrizionale dovrebbe essere quindi considerato un pilastro di buona pratica clinica nel trattamento del cancro sia alla diagnosi della malattia che durante la sua progressione”, conclude il presidente SINuC.

HOT TOPICS

  • La malnutrizione nei pazienti oncologici è la conseguenza di un deficit nell’assunzione di calorie e proteine rispetto al fabbisogno giornaliero e può essere causata sia da perdita di appetito (anoressia) sia da alterazioni del metabolismo innescate dal tumore o dai trattamenti.
  • La malnutrizione nel malato oncologico viene spesso indicata col termine di cachessia neoplastica.
  • La cachessia è una complicanza a patogenesi multifattoriale, caratterizzata da infiammazione sistemica, calo ponderale involontario, aumento della perdita di proteine corporee, perditaprogressiva di massa e funzione muscolare (sarcopenia).
  • La sarcopenia, a sua volta, è causa di astenia, affaticamento, peggioramento della qualità della vita, ridotta tolleranza ai trattamenti, e ridotta sopravvivenza. La sarcopenia si verifica nel 20-70% dei malati di tumore, a seconda del tipo di neoplasia.
  • La malnutrizione e la cachessia influiscono negativamente sulla risposta ai trattamenti antitumorali sulla qualità della vita e sulla sopravvivenza.
  • Lo studio PreMiO ha rivelato che il 51% dei pazienti presenta carenze nutrizionali e rischio di malnutrizione già alla prima visita oncologica, mentre altri studi la quantificano sino al 75%;
  • Lo studio NUTRIONCO ha analizzato gli esiti clinici degli stessi pazienti dello studio PreMiO e ha rilevato che la popolazione ben nutrita aveva una maggiore probabilità di sopravvivenza globale rispetto ai pazienti malnutriti (p<0,001);
  • Lo stato di malnutrizione ha ridotto la sopravvivenza nei pazienti senza metastasi ma non in quelli con metastasi per i quali non si è dimostrata determinante.
  • La malnutrizione o il rischio di malnutrizione erano più frequenti tra i pazienti affetti da cancro del colon retto (21,3%), polmonare (20%), gastroesofageo (10,7%) e del pancreas (10,7%).
  • Uno stato nutrizionale ridotto è stato osservato nel 70,8% dei pazienti in cui la malattia era progreditaalla fine dello studio e un punteggio FAACT inferiore a 30 (indicatore di anoressia) è stato rilevato nel 70,3% dei pazienti in cui la malattia era progredita rispetto al 29% degli altri gruppi;
  • Conclusioni: la probabilità di sopravvivenza è inferiore nella popolazione generale di pazienti malnutriti rispetto a quelli ben nutriti e la presenza di malnutrizione ha influenzato negativamente e significativamente la probabilità di sopravvivenza nei pazienti senza metastasi. Un ridotto stato nutrizionale non solo riduce la sopravvivenza, ma ha anche un impatto profondo sulla tollerabilità dei trattamenti determinando un circolo vizioso che coinvolge la qualità di vita e la prognosi a medio-lungo termine. Nonostante ciò, malnutrizione e cachessia sono ancora sottovalutate nella pratica clinica oncologica e, anche quando vengono individuate, il supporto nutrizionale non è sempre gestito secondo le linee guida nazionali ed internazionali di riferimento.
  • Le strategie di supporto per i pazienti a rischio nutrizionale prevedono l’utilizzo di supplementi nutrizionali orali, nutrizione artificiale, enterale o parenterale: si tratta di interventi a basso costo che hanno mostrato benefici clinici e presentano un livello di costo-efficacia tale da creare un risparmio nel costo complessivo di trattamento dei pazienti per il sistema sanitario.
  • Il monitoraggio dello Stato nutrizionale dovrebbe essere un pilastro di buona pratica clinica nel trattamento del cancro sia all’inizio della malattia che durante la sua progressione.

Lo studio NUTRIONCO  
NUTRIONCO è uno studio retrospettivo osservazionale che include una sottopopolazione pari a 571 pazienti oncologici già arruolati nello studio prospettico Premio in 10 centri di ricerca italiani e ha raccolto i dati di follow up per un periodo di due anni successivi alla prima visita di oncologia medica. La malnutrizione e il rischio di malnutrizione sono stati valutati con il mini-Nutritional Assesment (MNA®).