Malattie cardiovascolari costano all’UE più del bilancio


Le malattie cardiovascolari in Europa ogni anno costano quasi 300 miliardi di euro, più dell’intero bilancio dell’UE

Uomini e donne hanno diverse cause sottostanti di grave rigurgito tricuspidale (TR), ma gli interventi transcatetere possono essere eseguiti con successo in entrambi i sessi

Le malattie cardiovascolari (MCV) nel 2021 sono costate all’Unione Europea (UE) una cifra stimata in 282 miliardi di euro. Lo dicono i dati di uno studio presentato al Congresso ESC 2023 di Amsterdam. La sanità e l’assistenza a lungo termine hanno rappresentato 155 miliardi di euro (55%) di questi costi, pari all’11% della spesa sanitaria dell’UE. L’analisi è frutto della collaborazione tra la Società Europea di Cardiologia (ESC) e l’Università di Oxford, Regno Unito.

Si tratta dell’analisi più completa e aggiornata dei costi economici delle MCV condotta in Europa dal 2006 ed è il primo studio che utilizza registri e indagini sui pazienti a livello europeo anziché basarsi su ipotesi e, a differenza dei rapporti precedenti, include anche i costi dell’assistenza sociale a lungo termine.

Il co-autore principale dello studio, Ramon Luengo-Fernandez dell’Università di Oxford, ha dichiarato: “Le malattie cardiovascolari hanno un impatto significativo sull’economia dei 27 Paesi dell’Unione Europea, con un costo totale di 282 miliardi di euro nel 2021. Ciò equivale al 2% del PIL europeo e l’importo è significativamente superiore al bilancio dell’UE utilizzato per finanziare ricerca, agricoltura, infrastrutture ed energia in tutta Europa”.

Come è stata condotta l’indagine
Lo studio ha adottato una metodologia nota e consolidata nel mondo dell’economia sanitaria per valutare il costo sociale delle malattie. Questa metodologia prevede un’analisi delle diverse categorie di costi: diretti sanitari, diretti non sanitari, legati alla perdita di produttività per malattia, invalidità o morte prematura.

Questi costi sono stati calcolati combinando dati provenienti da varie fonti, come Eurostat o OECD, che raccolgono in maniera sistematica i dati dei sistemi sanitari e sociali nei Paesi europei, ma anche i dati primari raccolti attraverso le survey condotte dalla European Society of Cardiology in collaborazione con società nazionali di cardiologia, che hanno raccolto dati nei singoli Paesi non reperibili attraverso altre fonti.

Per fare un confronto  dei costi nei vari Paesi, le stime sono state “aggiustate” utilizzando metodi utilizzati negli studi di economia sanitaria. Ad esempio, il costo pro-capite è stato “aggiustato” per potere d’acquisto nei vari Paesi  (purchasing power parity PPP). Per stimare i costi al livello ospedaliero, sono state analizzate le tariffe ospedaliere come proxy, in quanto nella maggioranza dei Paesi UE gli ospedali vengono finanziati utilizzando tariffe DRG. Questo ha permesso di standardizzare e confrontare in maniera più appropriata le stime ottenute nei 27 Paesi analizzati nello studio.

I costi delle MCV in Europa
Il risultato principale di questo studio è la stima totale del costo delle MCV nei 27 Paesi europei, che nel 2021. era pari a 282 miliardi di euro Questo importo comprende tutti i costi sanitari e non sanitari sostenuti a causa delle malattie cardiovascolari nei 27 Paesi dell’UE.

I costi sono poi stati ripartiti nel modo seguente: 130 miliardi di euro per la sanità (46%),  25 miliardi di euro per l’assistenza sociale (9%), 79 miliardi di euro per l’assistenza informale (28%), 15 miliardi di euro di perdite di produttività dovute a malattia/invalidità (5%) e 32 miliardi di euro di perdita di produttività dovuta a morte prematura (12%).

Il costo totale è pari a 630 euro per cittadino dell’UE, che variano dai 381 euro a Cipro ai 903 euro in Germania.

In particolare, le MCV sono costate ai sistemi sanitari e di assistenza sociale circa 155 miliardi di euro nel 2021, pari all’11% della spesa sanitaria totale. La percentuale di spesa per le MCV nei bilanci sanitari varia notevolmente da un Paese all’altro, dal 6% in Danimarca al 19% in Ungheria. L’assistenza sanitaria comprendeva l’assistenza primaria, l’assistenza di emergenza, l’assistenza ospedaliera, l’assistenza ambulatoriale e i farmaci, mentre l’assistenza sociale comprendeva l’assistenza istituzionale a lungo termine e l’assistenza domiciliare. Il contributo principale è stato quello dell’assistenza ospedaliera, che ha avuto un costo di 79 miliardi di euro, pari al 51% dei costi di assistenza legati alla MCV. I farmaci per la cura di queste patologie hanno rappresentato 31 miliardi di euro (20%) dei costi di assistenza, seguiti dalle case di cura residenziali con 15 miliardi di euro (9%).

I costi dell’assistenza informale comprendono il lavoro o il tempo libero, valutato in termini monetari, a cui parenti e amici hanno rinunciato per fornire assistenza non retribuita. Questi soggetti hanno fornito 7,5 miliardi di ore di assistenza non retribuita a pazienti affetti da CVD, per un valore di 79 miliardi di euro in tutta l’UE.

Le perdite di produttività comprendono i mancati guadagni dovuti a malattia/invalidità (prepensionamento/assenteismo) o morte prematura. Nel 2021, nell’UE sono stati persi 256 milioni di giorni lavorativi a causa di malattie/disabilità da MCV, per un costo di 15 miliardi di euro. Nello stesso anno, 1,7 milioni di persone sono morte a causa di MCV nell’UE, con una perdita di 1,3 milioni di anni lavorativi e una perdita di produttività di 32 miliardi di euro.

I costi delle MCV in Italia
L’Italia si colloca nella fascia alta della stima in quanto è stato calcolato che il 15% della spesa sanitaria totale del nostro Paese sia legato alle malattie cardiovascolari per quanto riguarda i costi sanitari e dei servizi sociali.

Confrontando i dati di Italia e Germania, il costo pro-capite di tutta la spesa legata alle malattie cardiovascolari, per il nostro Paese è risultato di circa 726 euro, mentre la Germania di 903 pro-capite.

Guardando solo il costo sanitario e sociale, la stima scende a 410 euro per l’Italia e 485 euro per la Germania.

I commenti degli esperti
“Gli studi di costo sociale delle malattie hanno un grandissimo potenziale e un potere informativo per i Policy Maker, in quanto permettono di accendere la luce sul peso economico delle malattie nel loro complesso, non solo per quanto riguarda i sistemi sanitari, ma anche la società nel loro interezza”, ha spiegato la Prof.ssa Aleksandra Torbica, Professore Associato, Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche, Università L. Bocconi di Milano, che ha presentato lo studio al congresso di Amsterdam.

“Questi dati dovrebbero servire a informare le politiche sanitarie su un utilizzo più efficiente ed efficace delle risorse, per poter mirare gli interventi con maggiore peso e tenendo in considerazione i diversi attori della società che devono supportare questo peso”, ha aggiunto l’esperta.

Il professor Victor Aboyans dell’Università di Limoges (Francia), membro del Comitato economico e sociale e autore dello studio, ha dichiarato: “Questo studio sottolinea l’urgente necessità di agire collettivamente su scala europea per combattere meglio il rischio cardiovascolare dei cittadini europei, in particolare attraverso normative per una migliore prevenzione cardiovascolare e investimenti nella ricerca. Scegliendo di non investire nelle malattie cardiovascolari stiamo semplicemente rinviando i costi. Questi dati ci costringono a porci la domanda: investire oggi nella salute cardiovascolare o essere costretti a pagare di più in una fase successiva?”.

Il professor Panos Vardas, responsabile della strategia dell’Agenzia europea per il cuore, l’ufficio dell’ESC a Bruxelles, ha dichiarato: “La presentazione di oggi fornisce una chiara comprensione dell’onere economico complessivo delle malattie cardiovascolari nei diversi Paesi dell’UE, offrendo l’opportunità di trarre conclusioni utili per i responsabili della progettazione dei piani sanitari. È evidente che esiste una significativa frammentazione tra i Paesi dell’UE in termini di spesa sanitaria per le malattie cardiovascolari. Ciò richiede una rivalutazione da parte dell’Europa nel suo complesso, e dei 27 Paesi dell’UE singolarmente, per affrontare meglio le esigenze in sospeso e investire in modo più efficace nel sostegno a coloro che soffrono di malattie cardiovascolari”.

La prof.ssa Torbica conclude che «La nostra ricerca rivela che le malattie cardiovascolari impongono un’enorme pressione sui sistemi economici e sociali dei 27 paesi europei. Questo peso non è sostenuto solo dai sistemi sanitari e sociali ma anche dalle famiglie e dal sistema produttivo che sostiene costi rilevanti a causa della prematura mortalità ma anche della morbilità legata alle malattie cardiovascolari in tutti i paesi con le dovute differenze.»

Bibliografia:
Ramon Luengo-Fernandez, Marjan Walli-Attaei, Alastair Gray et al. Economic burden of cardiovascular diseases in the European Union: a population-based cost study European Heart Journal, ehad583, https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehad583