lnstallata alle Svalbard la boa oceanografica Italia


Installata nel Kongfjorden, alle Isole Svalbard, la boa oceanografica “Italia”, che misura e trasmette in real time dati oceanografici e meteo marini

boa italia svalbard

E’ stata installata nel Kongfjorden, alle Isole Svalbard, la boa oceanografica “Italia”, che misura e trasmette in real time dati oceanografici e meteo marini da uno dei principali hot spot climatici a livello globale.

La boa, che acquisisce dati in continuo di alcune delle principali variabili essenziali per l’osservazione dell’oceano e dell’atmosfera (air temperature, dew point, air pressure, relative humidity, net radiation, wind speed and direction, sea surface temperature), rappresenta ad oggi l’unica boa oceanografica italiana in esercizio in acque internazionali.

L’operazione, gestista dai ricercatori dell’Istituto di scienze polari (Cnr-Isp) di Bologna con il supporto della Base Dirigibile Italia e della ditta Communication Technology di Cesena, costituisce un ulteriore sviluppo delle attività oceanografiche del Cnr presso le isole Svalbard iniziate nel 2010 con il posizionamento dell’ancoraggio marino MDI, e sviluppate negli anni seguenti con la messa a mare di altri due ancoraggi nel fiordo (denominati MAP e KIM) ed il mooring S1 a 1000 m di profondità sulla scarpata sud-occidentale delle Svalbard, gestito unitamente ad altri centri di ricerca italiani (OGS, IIM e CMRE).

La boa oceanografica “Italia” si inserisce nel Sistema Italiano di Osservazione Marina dell’Artico, (iMOS), che integra misurazioni a lungo termine provenienti da ancoraggi sommersi, boa oceanografica e transetti idrologici ripetuti a frequenza annuale. iMOS, costruito con lo scopo di raccogliere lunghe serie temporali di dati oceanografici funzionali allo studio delle tematiche del cambiamento climatico e dei processi di Atlantificazione, è a sua volta inserito a livello internazionale nello Svalbard Integrated Arctic Earth Observing System (SIOS).

L’Oceano Artico è interessato da tre processi climatici principali:

a) l’aumento del flusso di calore oceanico verso le aree polari;

b) il crescente export di acqua dolce nel Nord Atlantico causato dalla maggiore fusione dei ghiacci;

c) la forte riduzione dell’estensione del ghiaccio marino pluriennale.

Tutti questi processi sono segni dell’Atlantificazione, una progressiva propagazione del segnale delle acque Atlantiche nell’Oceano Artico e nei fiordi delle Svalbard, con forti ripercussioni su clima, ecosistemi e catena alimentare. I dati raccolti da iMOS negli ultimi 10 anni hanno evidenziato una maggiore avvezione delle acque atlantiche dalla corrente dello Spitsbergen occidentale che ha prodotto un aumento di temperatura pari a 1,3 °C e 0,3 PSU di salinità nelle acque del fiordo. A causa delle peculiari difficili condizioni ambientali di queste aree non sono ad oggi disponibili dati registrati in continuo nell’acqua superficiale. La boa oceanografica “Italia” andrà a colmare questo buco di conoscenza, fornendo dati particolarmente utili per lo studio dei processi all’interfaccia oceano-atmosfera.

L’investimento strumentale è stato possibile grazie a fondi messi a disposizione dal Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente nell’ambito del Progetto di investimento infrastrutturale n. 4 “Potenziamento stazione artica”.