Lupus: a 6-9 anni dalla diagnosi aumenta rischio di cardiopatia ischemica


Lupus eritematoso sistemico: rischio di cardiopatia ischemica più elevato a 6-9 anni dalla diagnosi secondo i risultati di un nuovo studio

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I pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico presentano un rischio maggiore di cardiopatia ischemica: in particolare, il rischio si impenna a 6-9 anni dopo la diagnosi di malattia reumatologica. Queste le conclusioni di uno studio di recente pubblicazione su BMC Rheumatology.

Razionale e disegno dello studio
“La cardiopatia ischemica (IHD) è una malattia grave che comporta un’elevata probabilità di andare incontro a morte improvvisa – ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio -. Per quanto alcuni fattori di rischio legati all’IHD non possano essere modificati, altri, invece, possono essere attenuati se un paziente a rischio elevato viene identificato in tempo per elaborare una strategia di prevenzione. È quindi utile determinare se le malattie legate all’infiammazione siano associate o meno all’IHD”.

“Anche se nell’ultimo secolo la qualità dell’assistenza sanitaria è migliorata per il LES e l’IHD – continuano – la progressione del LES verso l’IHD è ancora inevitabile. La differenza principale tra oggi e il secolo precedente è data dall’inquinamento atmosferico”.

Per indagare la relazione tra IHD, lupus ed esposizione all’inquinamento atmosferico, è stato messo a punto da questo team di ricercatori di Taiwan uno studio di coorte retrospettivo, basato su 12 anni di dati provenienti dal National Health Insurance Research Database di Taiwan. Sono stati inclusi nello studio pazienti di età pari o superiore a 20 anni nel 2006 con LES. I ricercatori hanno inoltre utilizzato i dati di pazienti senza LES come gruppo di controllo.

L’esposizione dei pazienti all’inquinamento atmosferico è stata determinata facendo corrispondere il domicilio di questi pazienti alla stazione dell’Indice di Qualità dell’Aria più vicina.
I ricercatori hanno considerato le malattie legate all’infiammazione, come il diabete e l’ipertensione, come possibili fattori confondenti. Inoltre, hanno valutato le variabili che influiscono sullo sviluppo di LES e IHD, come l’età e il sesso dei partecipanti.

Risultati principali
L’analisi ha incluso 4.842 pazienti con LES e 19.368 pazienti senza LES. Alla fine del 2018, i ricercatori hanno riferito che il rischio di IHD era “significativamente più elevato” nei pazienti con LES rispetto a quelli senza (HR = 2,42; P < 001). In particolare, dai dati è emerso che il rischio era massimo tra il sesto e il nono anno dalla diagnosi di LES. Altri fattori correlati allo sviluppo di IHD sono stati il sesso, l’età, l’esposizione al monossido di carbonio, l’esposizione al biossido di azoto e l’esposizione a PM10 e PM2,5.

Riassumendo
In conclusione, lo studio ha dimostrato che i pazienti affetti da LES presentano un rischio più elevato di IHD, soprattutto nel 6°-9° anno dopo la diagnosi di LES”.
Dato che il rischio più elevato di sviluppare IHD nei pazienti affetti da LES è stato individuato in questo lasso di tempo, soprattutto, i ricercatori suggeriscono la prescrizione, nei pazienti affetti da LES, di esami cardiaci avanzati dal quinto al nono anno dopo la diagnosi di LES.

Bibliografia
Chen PY, et al. BMC Rheumatol. 2023;doi:10.1186/s41927-023-00337-8.
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