Insufficienza cardiaca: beta-bloccanti più efficaci dei calcio-antagonisti


Insufficienza cardiaca con frazione d’eiezione preservata: beta-bloccanti più efficaci dei calcio-antagonisti secondo una metanalisi cinese

Studio pubblicato sul "Journal of American College of Cardiology" ha esaminato quattro definizioni di carenza di ferro in oltre 4.000 pazienti con insufficienza cardiaca

I beta-bloccanti possono ridurre il rischio di morte od ospedalizzazione per le persone con insufficienza cardiaca (HF) con frazione di eiezione preservata (HFpEF) in modo più efficace rispetto ai calcio-antagonisti, secondo i dati di una meta-analisi di studi randomizzati controllati (RCP) pubblicata online su “Clinical Cardiology”.

«I pazienti con HFpEF ricevono regolarmente beta-bloccanti nonostante la mancanza di prove cliniche a sostegno del loro uso» scrivono Shengjun Qiu, Dipartimento del Collegio Medico, Scuola professionale di tecnologia ferroviaria di Wuhan (Cina) e colleghi.

«Recenti studi clinici hanno dimostrato che oltre il 75% dei pazienti con HFpEF sono in trattamento con beta-bloccanti. Allo stesso modo, altri studi recenti hanno suggerito che i pazienti con HFpEF trattati con calcio-antagonisti avevano avuto risultati migliori» aggiungono gli autori.

Dati di quasi 13 mila pazienti tratti da dieci studi randomizzati controllati
Qiu e colleghi hanno analizzato i dati di 12.940 adulti con HFpEF di 10 RCT che hanno valutato l’efficacia dei beta-bloccanti e dei calcio-antagonisti, compresa la mortalità per tutte le cause e l’ospedalizzazione per HF. I tempi di follow-up variavano da 1 a 42 mesi.

Rispetto al placebo, i beta-bloccanti e i calcio-antagonisti hanno entrambi ridotto significativamente il rischio di mortalità per tutte le cause e di ospedalizzazione.

Tuttavia, i beta-bloccanti sono stati associati a maggiori benefici per la mortalità per tutte le cause (RR = 0,6; IC 95%, 0,43-0,83; P = 0,002) e ospedalizzazione (RR = 0,54; IC 95%, 37,0-0,8; P = 0,002) rispetto ai calcio-antagonisti, che hanno evidenziato un RR (rapporto di rischio) di 0,77 per la mortalità per tutte le cause (IC 95%, 0,6-0,98; P = 0,03) e un RR di 0,63 per ospedalizzazione (IC 95%, 0,44-0,9; P < 0,00001).

I ricercatori fanno notare un’elevata eterogeneità tra gli studi (I2 > 70%). I ricercatori evidenziano anche come gli studi abbiano utilizzato diverse definizioni di HFpEF.

«Abbiamo scoperto che l’uso dei beta-bloccanti e dei calcio-antagonisti per HFpEF ha ridotto significativamente il rischio di mortalità per tutte le cause e ospedalizzazione rispetto al placebo» hanno scritto i ricercatori. «Secondo questa meta-analisi, i pazienti con HFpEF trarrebbero maggiori benefici dal trattamento con beta-bloccanti rispetto a quello con calcio-antagonisti».

I messaggi chiave

  • I beta-bloccanti riducono più efficacemente il rischio di morte o ospedalizzazione nelle persone con HFpEF rispetto ai calcio-antagonisti.
  • I calcio-antagonisti riducono anche il rischio di esiti avversi nell’HFpEF.

Fonte:
Wu M, Ni D, Huang LL, Qiu S. Association between the beta-blockers, calcium channel blockers, all-cause mortality and length of hospitalization in patients with heart failure with preserved ejection fraction: A meta-analysis of randomized controlled trials. Clin Cardiol. 2023 Jun 4. doi: 10.1002/clc.24058. [Epub ahead of print] leggi