Idrosadenite suppurativa: nelle donne in età fertile attenzione a farmaci teratogeni


Alle donne in età fertile affette da idrosadenite suppurativa vengono spesso prescritti farmaci teratogeni e la maggior parte non riceve consulenza sugli effetti

Idrosadenite suppurativa, targeting di cellule B e plasmacellule come potenziale approccio terapeutico: la scoperta grazie alla terapia con fostamatinib

Alle donne in età fertile affette da idrosadenite suppurativa vengono spesso prescritti farmaci teratogeni e la maggior parte di esse non riceve un’adeguata consulenza medica su quali effetti potrebbero avere sulla gravidanza, secondo quanto pubblicato sul Journal of Drugs in Dermatology.

«L’idrosadenite suppurativa colpisce in modo sproporzionato le donne in età fertile» hanno scritto i due autori Gabrielle Marie Rivin del college di medicina dell’Università di Cincinnati e Alan Fleischer del dipartimento di dermatologia. «Tuttavia l’83% di queste pazienti non ha ricevuto consigli dal proprio medico su come la malattia cutanea e i farmaci prescritti potrebbero influire sulla gravidanza».

Dal momento che quasi la metà delle gravidanze negli Stati Uniti non è pianificata e che le donne di età compresa tra 18 e 24 anni sono più a rischio, i dermatologi devono prestare particolare attenzione alla sicurezza dei farmaci nella gestione di queste pazienti, hanno aggiunto.

Analisi delle visite effettuate dalle pazienti in età fertile
Per valutare le modalità di trattamento utilizzate più frequentemente nelle donne in età fertile affette da idrosadenite suppurativa, i ricercatori hanno condotto un’analisi trasversale basata sulla popolazione di tutte le visite mediche effettuate da queste pazienti con un’età compresa tra 15 e 22 anni utilizzando i dati della National Ambulatory Medical Care Survey (NAMCS) dal 2007 al 2018.

Dei 43,8 milioni di visite mediche totali stimate effettuate da questo gruppo, i professionisti sanitari visitati più spesso sono stati i medici di famiglia (28,6%), i chirurghi generali (26,9%) e i dermatologi (24,6%). «Solo l’1,84% di queste visite erano presso ostetriche, il che significa che è responsabilità dei medici di base, dei chirurghi e dei dermatologi informare le pazienti sui possibili rischi in gravidanza legati all’utilizzo di alcuni trattamenti» hanno sottolineato gli autori.

Inoltre, nel 31% delle visite in cui sono stati prescritti dei farmaci, questi rientravano nella categoria C o superiore, che significa che non è possibile escludere rischi per la gestazione o che non vi sono evidenze in merito.

I farmaci di prima linea hanno spesso possibili rischi teratogeni
Lo studio ha rilevato che, con il 10% di prescrizioni, la clindamicina orale è il farmaco prescritto più comunemente alle donne con idrosadenite suppurativa e che, pur rientrando nella categoria B, non è raccomandato nel primo trimestre della gestazione per via della mancanza di dati. Rientrano nella stessa categoria anche il secondo e il quarto medicinale più prescritto, rispettivamente amoxicillina-clavulanato (7,04%) e naprossene (5,06%).

Invece la minociclina, il terzo farmaco più prescritto (6,8%) appartiene alla categoria D, il che significa che esiste un’evidenza di rischio, tra cui teratogenicità, scolorimento dei denti dopo l’esposizione in utero ed epatotossicità nelle donne in gravidanza.

Trimetoprim-sulfametossazolo, il quinto farmaco più prescritto (3,32%) rientra nella categoria C e aumenta il rischio di difetti del tubo neurale, pertanto il suo impiego andrebbe possibilmente evitato nelle donne in età fertile.

Invece adalimumab, l’unico farmaco approvato dalla FDA per il trattamento della malattia, è stato prescritto solo nello 0,211% delle visite. Come osservato dagli autori, aumentare l’uso delle terapie biologiche potrebbe aiutare a ridurre la quota elevata di donne in età fertile a cui vengono prescritti farmaci di categoria C o superiore. Tuttavia, dal momento che questi medicinali teratogeni rappresentano la terapia di prima linea per l’idrosadenite suppurativa da lieve a moderata, è molto probabile che continueranno a essere prescritti dai medici.

«Poiché molte pazienti di sesso femminile ritengono che i loro medici non le stiano consigliando in merito all’impatto sulla gravidanza dei trattamenti per la malattia, i risultati di questo studio fungono da promemoria per gli specialisti che gestiscono le malattie cutanee affinché informino queste pazienti sui potenziali rischi sulla gravidanza quando prescrivono farmaci teratogeni» hanno concluso gli autori».

Referenze

Rivin GM, Alan B Fleischer Jr AB.Women of Childbearing Age With Hidradenitis Suppurativa Frequently Prescribed Medications With Pregnancy Risk. J Drugs Dermatol. 2023 Jul 1;22(7):706-709. 

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