Vitiligine: ruxolitinib in crema è la prima terapia specifica in UE


Vitiligine: approvata in Europa la prima terapia specifica per la patologia. Il farmaco ruxolitinib in crema è capace di contrastare la progressione delle macchie cutanee

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Un aforisma attribuito a Friedrich Nietzsche afferma che “ciò che non uccide, fortifica”. Si può non essere sempre d’accordo sul significato di queste parole, specialmente in riferimento a una malattia. Tuttavia, in un’interpretazione prettamente filosofica la guarigione ha il significato di una rinascita e, pur se la patologia in questione, ossia la vitiligine, non ha una prognosi infausta, disporre di un’opportunità di trattamento equivale ad alleggerire il carico psicologico che spesso grava sulla qualità di vita del malato. Così non è la sopportazione della malattia a fortificare, bensì l’arrivo di una cura prima assente. La vitiligine è un perfetto esempio di questa realtà, visto che di recente la Commissione Europea (CE) ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio del primo e unico trattamento specifico per la patologia, il farmaco in crema ruxolitinib, indicato per pazienti a partire dai 12 anni di età affetti da vitiligine non segmentale con coinvolgimento del viso.

UNA MALATTIA CON PESANTI STRASCICHI PSICOLOGICI

La vitiligine è una malattia autoimmune a carattere cronico nella quale il sistema immunitario dirige i suoi attacchi contro i melanociti, le cellule dell’organismo incaricate di produrre il pigmento che dà il colore alla pelle. Perciò, il sintomo più evidente è la comparsa sull’epidermide di chiazze depigmentate, proprio dove i melanociti hanno perso la loro funzione: le macchie possono interessare qualsiasi parte del corpo, inclusi viso, mani, piedi, braccia, gambe e genitali, con un conseguente notevole impatto psicologico sulla qualità di vita di chi è affetto dalla malattia.

La vitiligine è una patologia cronica che va ben oltre il problema estetico. Basti pensare che è spesso associata a problematiche di tipo psicologico, dall’ansia generalizzata fino alla depressione maggiore”, spiega Onofrio Mastandrea, Vice Regional President e General Manager di Incyte Italia. “L’approvazione di ruxolitinib rappresenta un’incoraggiante prospettiva per i pazienti, in quanto il nostro farmaco è il primo e unico trattamento autorizzato dalla Commissione Europea per questa specifica malattia”.

UN NUOVO FARMACO CONTRO LA VITILIGINE

Ruxolitinib è un inibitore selettivo degli enzimi JAK1 e JAK2 che è stato inizialmente sviluppato in area ematologica”, afferma Mastandrea. “Considerando il ruolo chiave delle Janus chinasi (JAK) in alcune patologie dermatologiche autoimmuni, Incyte ha studiato anche una formulazione topica di ruxolitinib, che ha rappresentato il primo farmaco di un’ampia pipeline nell’area autoimmunità e infiammazione in cui oggi l’azienda è fortemente impegnata. Tutto questo ha consentito di diversificare il nostro portfolio prodotti, che ora copre l’ematologia, l’oncologia e la dermatologia, con un focus specifico su patologie in cui permangono bisogni insoddisfatti”.

Da un punto di vista fisiopatologico, le Janus chinasi (JAK), sulle quali agisce ruxolitinib, giocano un ruolo fondamentale nella trasduzione del segnale che conduce al reclutamento dei linfociti T CD8+ responsabili della distruzione dei melanociti. Oltre che per la vitiligine non segmentale, ruxolitinib è stato studiato nella nuova formulazione in crema anche per il trattamento della dermatite atopica, da lieve a moderata, in pazienti non immunocompromessi, di età pari o superiore a 12 anni, la cui malattia non sia adeguatamente controllata con terapie topiche (o nei casi in cui tali terapie non siano consigliabili). Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (FDA) ha già concesso l’approvazione di ruxolitinib per entrambi gli usi; in Europa, invece, il farmaco ha per ora ricevuto il via libera solo per il trattamento della vitiligine.

La decisione favorevole della Commissione Europea si è basata sui dati prodotti da due studi clinici di Fase III pubblicati sulla prestigiosa rivista The New England Journal of Medicinehttps://www.nejm.org/doi/10.1056/NEJMoa2118828?url_ver=Z39.88-2003&rfr_id=ori:rid:crossref.org&rfr_dat=cr_pub%20%200pubmed nelle due sperimentazioni, rispettivamente il 29,8% e il 30,9% dei pazienti trattati con ruxolitinib crema ha ottenuto, rispetto al basale, un miglioramento del 75% nell’indice di punteggio dell’area della vitiligine facciale (F-VASI75). Gli esiti degli studi clinici suggeriscono di usare il farmaco due volte al giorno per un periodo continuativo di almeno 52 settimane. “L’approvazione di ruxolitinib per il trattamento della vitiligine rappresenta una vivida testimonianza dell’approccio “Solve On” che ci caratterizza e che spinge quotidianamente tutti noi di Incyte a trovare continue soluzioni a problemi ad oggi ancora insoddisfatti”, conclude Mastandrea.

OBIETTIVO: DIAGNOSI PRECOCE

In Italia la vitiligine colpisce lo 0,55% della popolazione. La malattia ha generalmente esordio prima dei 30 anni di età e si manifesta in maniera ‘subdola’, senza segnali di allarme, e questo fa sì che in molti casi non venga riconosciuta o venga trascurata. In tempi più recenti, il meccanismo fisiopatologico che provoca la vitiligine è stato approfondito, insieme a fattori di rischio quali l’inquinamento o gli stress fisici, ambientali e psicosociali, coinvolti anche nella progressione della manifestazione cutanea della malattia. In svariati casi, quando la vitiligine si presenta è complicato arrestarla e ciò rende indispensabile promuovere la consapevolezza della patologia nella popolazione, sostenendo l’importanza della diagnosi precoce.

Esattamente come sta facendo SIDeMaSThttps://www.sidemast.org/ la Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse, che ha creato una task-force di esperti con l’obiettivo di giungere alla creazione di un registro di patologia tramite cui acquisire sempre nuovi dati sulla vitiligine. “Così potremo confrontarci con gruppi di studio a livello internazionale, incrementeremo le sperimentazioni e il follow-up e aumenteremo il livello di conoscenza della malattia e, quindi, le prospettive terapeutiche”, afferma il prof. Mauro Picardo, della Unicamillus International University, coordinatore della task-force per la vitiligine della SIDeMaST.

LE RACCOMANDAZIONI PER I PAZIENTI

Nell’ottica di promuovere una diagnosi precoce della vitiligine, un’adeguata gestione della patologia e un più rapido accesso alle terapie, i vertici di SIDeMaST hanno formulato alcune importanti raccomandazioni da condividere con i pazienti:

  • rivolgersi subito al dermatologo appena compaiono le chiazze bianche perché, se correttamente impostata, una terapia precoce della vitiligine ha buone probabilità di arrestarne l’evoluzione. Ai suoi esordi, infatti, si può intervenire anche con i farmaci attualmente in commercio (i corticosteroidi orali) che, nella maggior parte dei casi, ne arrestano lo sviluppo;
  • adottare uno stile di vita salutare, perché anche la vitiligine, come altre malattie infiammatorie, è spesso associata alla sindrome metabolica;
  • smettere di fumare;
  • evitare squilibri alimentari che possano aggravare la situazione metabolica. Senza un buon metabolismo non si può immaginare una buona rigenerazione cellulare;
  • assumere molta frutta e verdura contenenti antiossidanti; lo stress ossidativo favorisce la scomparsa dei melanociti. Gli antiossidanti aiutano a diminuire la diffusione della manifestazione o a migliorare la risposta ai trattamenti. Preferire frutta e verdura agli integratori perché l’organismo utilizza meglio gli antiossidanti se assunti con gli alimenti;
  • in caso di familiarità, disinfettare le piccole lesioni e trattarle subito con cortisonici per evitare la comparsa di macchie bianche;
  • sempre in caso di familiarità, evitare che i ragazzi pratichino sport violenti o di contatto. Invece di calcio e boxe preferire nuoto o tennis, per evitare traumi frequenti;
  • mantenere la pelle morbida e ben idratata per ridurre la possibilità di comparsa di fenomeni infiammatori cutanei e diminuire la possibilità di formazione di chiazze bianche, aumentando l’effetto barriera della cute.