Il Parco Fico di Bologna chiude per ristrutturazione


Il parco tematico Fico di Bologna chiuderà i battenti il 31 settembre per una grande ristrutturazione che lo trasformerà nel “Grand tour Italia”: l”annuncio di Farinetti che ha stupito tutti

fico farinetti

Il parco Fico di Bologna chiude per quattro mesi e tornerà ad aprile “più bello di prima”. L’annuncio, arrivato ieri mattina per bocca dello stesso Oscar Farinetti, ha lasciato tutti spiazzati. Fino ad ora l’imprenditore, nonostante le tante critiche piovute sul parco, lo aveva sempre difeso. Ieri invece ha ammesso: “Fico il 31 dicembre chiude e riaprirà ad aprile più bello e grande di prima. Ci sono cose che non mi sono venute proprio bene, Fico è una di queste. A me continua a piacere da morire, ma va rivisto“, spiega l’imprenditore piemontese alla radio. Dove ha anche annunciato la nuova creatura in cantiere: “Grand Tour Italia sarà una cosa strepitosa e bellissima“.

“IL NUOVO PARCO SARÀ UN VIAGGIO PER L’ITALIA”

Il nuovo parco, infatti, ha spiegato Farinetti, “si chiamerà Grand tour Italia e rappresenterà il viaggio nell’Italia delle regioni, si entrerà dalla Valle d’Aosta e si uscirà dalla Sicilia e la Sardegna. Racconteremo la biodiversità con le osterie che cambieranno tutti i mesi, grandi aeree didattiche, le Regioni porteranno il loro folk, le loro manifestazioni. Sarà una cosa strepitosa e bellissima”. Per arrivarci servono “quattro mesi per ristrutturare” e poi arriverà la ripartenza, assicura Farinetti.

“UN IMPRENDITORE DEVE RACCOGLIERE LE CRITICHE”

Le critiche dall’imprenditore vanno raccolte, l’imprenditore se perde soldi, ci mette soldi suoi e deve prendere atto e cambiare. Fico tornerà a essere più bello e più grande”, conclude. Lo assicura Oscar Farinetti, che questa mattina a Radio 24 ha annunciato la chiusura di Fico e la nascita, dalla primavera, di un nuovo progetto per rilanciare il parco agroalimentare.

QUANDO IL SINDACO DICEVA “FICO NON PUÒ FALLIRE”

Fico “non può fallire”, diceva a maggio il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, dopo l’annuncio dell’ennesimo giro di valzer per il rilancio della città del cibo, di cui Oscar Farinetti si era fatto garante diventando azionista di maggioranza del parco. Lo stesso Farinetti che ieri, in radio, a sorpresa, ha annunciato che Fico, nato per portare a Bologna tra i tre e i sei milioni di visitatori, chiuderà per quattro mesi per riaprire con un altro nome, Grand tour Italia, e un altro format. L’imprenditore piemontese l’aveva detto: in autunno sarebbe arrivato il piano di rilancio per la struttura, che, aperta nel 2017 con grandi aspettative sulla scia del successo dell’Expo 2015 di Milano, ha mancato l’obiettivo dei grandi numeri. “Non diventi l’Alitalia in salsa bolognese”, ammoniva alcuni mesi fa la Cisl, preoccupata per le ricadute occupazionali di un ripiegamento.

“Sicuramente non possiamo vedere fallire Fico, che è un’azienda che occupa tante persone. Quindi la città lavorerà, come ha fatto in questi anni, per fare in modo che un’attività imprenditoriale che ha tanti occupati possa andare avanti”, diceva Lepore alcune mesi fa. Di certo, in molti hanno creduto nel progetto: il Comune che ha messo a disposizione l’area del Caab (55 milioni di euro di valore), la Camera di commercio ha investito un paio di milioni, la Regione finanziò il Ficobus, decine di Casse e Ordini professionali aderirono al fondo Pai, con decine di milioni di euro sottoscritti. I bilanci, però, non hanno mai brillato, l’ultimo riporta tre milioni di euro di perdite, che si sommano a quelle degli anni scorsi.

I tentativi di rilancio sono stati molteplici: si è provato a introdurre un biglietto d’ingresso, poi si è deciso di tornare all’entrata libera, sono stati organizzati eventi, serate a tema, manifestazioni. Mai abbastanza per sostenere il ‘peso’ economico di una struttura gigantesca. “Quella è un’area di Bologna che ha un grande interesse, arriva anche il capolinea del tram, quindi è un’area sicuramente su cui scommettere per il futuro della città”, ricordava Lepore. “Goodbye Fico, non ci mancherai”, è il commento sarcastico di Coalizione civica. Del resto, alla sinistra il mega-parco non è mai piaciuto. “Sul fallimento di un progetto imprenditoriale si accaniscono facilmente le iene, non vogliamo essere tra quelle. Una città di plastica non ha futuro. Bologna è scelta per la sua autenticità, per la sua bellezza, per il suo essere Bologna”, ricorda Coalizione civica. “Non sappiamo quale impatto sui lavoratori e sulle lavoratrici avrà questa nuova svolta di Fico, ai quali già da ora dichiariamo che saremo al loro fianco, solidali. Sappiamo già però che il modello di società del futuro in cui noi crediamo non è quello che massimizza il profitto derivante dal turismo, ma ha come obiettivo la ricerca della sostenibilità e della compatibilità con le comunità locali, per preservare l’autenticità dei nostri luoghi e l’accoglienza di ogni persona”, conclude la forza politica alleata di Lepore.