I mali della scuola per Valditara sono figli del ’68


Scuola, il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara a Pontida, al raduno della Lega: “Siamo ancora vittime dei mali del ’68, serve autorevolezza”

valditara pontida

Dobbiamo riportare nella società valori, buon senso e serietà per evitare che il nostro Paese vada allo sfascio: la scuola è un elemento decisivo“. Così il ministro ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, intervenuto oggi a Pontida. Salito sul palco insieme a un gruppo di giovani con indosso magliette con la scritta ‘Liberi e Identitari’, il ministro ha poi aggiunto: “Oggi viviamo ancora i postumi della rivoluzione del ’68 e più in generale di quelle correnti di pensiero che l’hanno preceduta e seguita: rifiuto del concetto di autorità (vietato vietare), egualitarismo (6 politico), rifiuto delle differenze, rifiuto della competizione, teoria della liberazione cioè niente doveri e niente obblighi, solo diritti ovunque, rifiuto di una concezione del lavoro come momento di crescita personale, rifiuto dell’etica della responsabilità. Sono mali ancora ben vivi nell’Italia di oggi”.

Per questo, ha proseguito Valditara, “abbiamo messo la persona dello studente al centro della scuola, può sembrare scontato, è invece una rivoluzione. Da qui il docente tutor, proprio per personalizzare la formazione, per valorizzare i talenti di tutti e le diverse abilità di ognuno, per dare a ciascuno una opportunità di farcela nella vita. Una formazione che consenta a chi è rimasto indietro di recuperare e a chi in classe si annoia perché è più avanti di accelerare”.

Il ministro ha poi parlato della necessità di “ridare autorevolezza ai docenti: se non sai chiudere un contratto per dare un po’ di soldi in più ai docenti, se consenti ad uno studente di usare il cellulare mentre il docente spiega, se si può picchiare un insegnante senza che lo stato si schieri con l’insegnante, se i docenti sono gli unici a non essere assicurati per incidenti sul lavoro, che autorevolezza e che autorità vuoi riconoscere agli insegnanti? Noi abbiamo provveduto”.

Doveri, quindi, “non solo diritti”. Come “il dovere di rispettare il docente, il compagno, i beni pubblici. Da qui l’importanza del voto di condotta e dei lavori socialmente utili. Se non paghi pegno per le trasgressioni che hai commesso che principio di responsabilità vogliamo affermare? A proposito di voto di condotta, più di 3/4 di italiani la pensano come noi, dunque andiamo avanti con decisione”. E poi il lavoro, con il ministro che domani porterà in Cdm la riforma della istruzione tecnica e professionale “per far diventare l’istruzione tecnica un canale di serie A. Dobbiamo portare nelle scuole, insieme con la cultura della libertà, la cultura del lavoro perché abbiamo bisogno di dare un futuro ai nostri giovani e competitività alle nostre imprese. Perché la scuola sia sempre più motore di sviluppo dei nostri territori”.

“E i sondaggi dicono che gli italiani sono con noi rigettando la cultura massimalista di una parte minoritaria del sindacato. La sinistra non ha saputo riunire l’Italia dando ai giovani del Mezzogiorno le stesse opportunità formative dei ragazzi che vivono in altre parti del Paese- ha concluso il ministro- Oggi noi con Agenda Sud e lo dico con orgoglio proprio qui sul prato di Pontida lanciamo la più grande sfida per riportare speranza e sviluppo nelle regioni del Sud e per battere concretamente l’egemonia sociale di camorra, ndrangheta, e mafia su alcune aree della nostra nazione. Nello stesso tempo abbiamo deciso di investire risorse importanti anche per le scuole delle periferie del Nord per combattere il degrado e la povertà educativa che avanza anche qui. Portiamo avanti l’Italia tutta, perché, dalle Alpi alla Sicilia, come dice l’inno, ovunque è Legnano“.