In busta paga 100 euro in più con il taglio del cuneo contributivo


Rapporto annuale INPS: con il taglio del cuneo contributivo, che prevede da luglio 2023 un esonero del 7% per i lavoratori, 100 euro in più in busta paga

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Il taglio del cuneo contributivo, che prevede da luglio 2023 un esonero del 7% per i lavoratori con un imponibile pensionistico mensile fino a 1.923 euro mensili (25.000 euro su base annua) e del 6% per i lavoratori con un imponibile pensionistico mensile fra 1.923 euro e 2.692 euro (35.000 euro su base annua), porterà a un vantaggio in media di circa 98 euro in busta paga. Lo sottolinea l’Inps nel suo rapporto annuale.

LE PENSIONI ASSORBONO IL 92% DELLA SPESA

I trattamenti previdenziali, ovvero le pensioni di anzianità/anticipate, vecchiaia, invalidità e superstite, assorbono il 92% della spesa, mentre quelli assistenziali, ovvero le prestazioni agli invalidi civili e le pensioni e gli assegni sociali, il restante 8%.
La voce che incide di più sulla spesa sono le pensioni di anzianità/anticipate con il 56% del totale, seguite dalle pensioni di vecchiaia che assorbono il 18% e dalle pensioni ai superstiti che assorbono oltre il 13%. Le prestazioni agli invalidi civili rappresentano il 6% del totale; per ultime ci sono le pensioni di invalidità e le pensioni e assegni sociali che rappresentano rispettivamente il 4% e il 2%.

Rispetto agli importi medi, le pensioni anticipate/anzianità sono quelle più elevate, con un importo medio di 1.915 euro mensili, a fronte di pensioni di vecchiaia di 889 euro mensili, di invalidità di 1.018 euro mensili e al superstite di 747 euro mensili. Le prestazioni assistenziali si attestano intorno ai 460 euro mensili.

OPZIONE DONNA A 175 MILA, ASSEGNO -40% DELLA MEDIA

A gennaio 2023, le pensioni ottenute attraverso opzione donna erano circa il 16% di tutte le pensioni anticipate alle donne. Ne hanno beneficiato in 175.000 circa, con un assegno di quasi il 40% più basso della media, dovuto non solo al ricalcolo contributivo, ma anche ai minori anni di contribuzione e ai minori redditi di queste lavoratrici. La penalizzazione media derivante dal ricalcolo contributivo ha un trend decrescente che passa dal 23% del 2013 all’8% del 2022.

PER LE DONNE UN IMPORTO DELLA PENSIONE DEL 36% INFERIORE AGLI UOMINI

“Nei flussi delle pensioni nel 2021 e 2022, il numero di pensionati è rimasto sostanzialmente stabile, con circa 16 milioni di persone che percepiscono una pensione. Di questi, il 52% sono donne che percepiscono in media un importo del 36% inferiore a quello ottenuto dagli uomini. La spesa complessiva lorda per le pensioni ammonta a poco più di 320 miliardi di euro di cui una quota di 315 miliardi è sostenuta dall’INPS”.