Long Covid: la metformina può ridurre il rischio del 40%


In pazienti sovrappeso o obesi la metformina, un comune farmaco per il diabete, ha mostrato un effetto preventivo sul long Covid riducendo del 40% il numero di diagnosi

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In pazienti in sovrappeso o obesi la metformina, un comune farmaco per il diabete, ha mostrato un effetto preventivo sul long Covid riducendo del 40% il numero di diagnosi, anche se sono necessari ulteriori studi per capire se questi risultati possono essere applicati alla popolazione generale. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Lancet Infectious Diseases.

Il long Covid è caratterizzato dal perdurare di una serie di problemi di salute che si verificano dopo una diagnosi di Covid-19 e che non possono essere spiegati da altri fattori. Di sintomi, che possono durare per settimane, mesi o anni, ne sono stati identificati oltre 200, che vanno da affaticamento e nausea a perdita di memoria, dolore addominale e dispnea o difficoltà respiratorie. Sono state suggerite diverse ipotesi riguardo alle possibili cause, tuttavia gli studi meccanicistici sono in una fase iniziale, così come gli eventuali trattamenti o le modalità di prevenzione.

Attualmente i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) affermano che il modo migliore per prevenire il long Covid è proteggersi per evitare di contrarre il virus, per esempio rimanendo aggiornati sulle vaccinazioni. I metodi per prevenire la sindrome long Covid in seguito all’infezione potrebbero essere migliorare la qualità della vita e ridurre la disabilità a lungo termine tra i pazienti.

Di recente i ricercatori hanno valutato il potenziale di tre farmaci comuni per prevenire il long Covid. Hanno scoperto che i pazienti trattati con metformina, un antidiabetico ampiamente disponibile che abbassa i livelli glicemici aumentando la sensibilità all’insulina, avevano una probabilità significativamente inferiore rispetto ai pazienti trattati con placebo di sviluppare il long Covid.

Uso precoce di metformina collegato a una minore incidenza di long Covid
Lo studio clinico randomizzato COVID-OUT di fase III ha coinvolto 1.126 pazienti di età compresa tra 30 e 85 anni che presentavano i sintomi dell’infezione e un risultato positivo del test PCR o dell’antigene virale. Anche se non erano stati ricoverati in ospedale per il Covid-19, erano obesi o in sovrappeso e quindi esposti a un rischio maggiore di sviluppare la malattia grave.

I partecipanti sono stati randomizzati in sei gruppi che hanno ricevuto varie combinazioni di metformina per 14 giorni, ivermectina (un antiparassitario) per 3 giorni, fluvoxamina (usata per trattare il disturbo ossessivo-compulsivo) per 14 giorni e placebo. I pazienti sono stati seguiti per 10 mesi e in diversi momenti durante il follow-up è stato loro chiesto se avessero ricevuto una diagnosi di long Covid da parte di un medico.

Nel complesso, dopo 300 giorni di follow-up l’8,3% dei pazienti ha riportato una diagnosi di long Covid ma, rispetto al 10,4% di quelli che hanno ricevuto il placebo, solo il 6,3% dei soggetti trattati con metformina ha sviluppato la sindrome (-41,3%, p=0,012, un risultato coerente con la riduzione del 42,3% dell’utilizzo dell’assistenza sanitaria per Covid-19 grave con metformina nei primi 14 giorni dello studio. Ivermectina e fluvoxamina non hanno invece mostrato una capacità preventiva significativa.

«Le persone con long Covid richiedono spesso cure mediche continue o non sono in grado di lavorare per 6 mesi o anche di più» hanno commentato gli autori. «Compiere i passi successivi per implementare l’impiego della metformina per prevenire il long Covid è un’urgente necessità di salute pubblica».

Alcuni limiti ma potenziali enormi implicazioni sulla salute 
«È difficile motivare l’effetto della metformina dato che ancora non comprendiamo appieno il long Covid, ma potrebbe essere correlato alla riduzione dell’infiammazione» ha ipotizzato Mark Guido, un endocrinologo della Novant Health Forsyth Endocrine Consultants di Winston Salem, nella Carolina del Nord, non coinvolto nello studio. «È stato anche dimostrato che la metformina è in grado di ridurre il Covid grave e interrompe la replicazione virale in laboratorio, due fattori che potrebbero anche svolgere un ruolo».

Tra i limiti della ricerca ci sono il fatto che non sono stati utilizzati criteri diagnostici specifici per determinare chi fosse o meno qualificato come affetto da long Covid, dato che la comprensione della sindrome è ancora in evoluzione. Inoltre l’analisi ha coinvolto pazienti che non erano già in terapia con metformina ed erano in sovrappeso o obesi, quindi non è chiaro se il farmaco avrebbe un effetto simile sui pazienti già in terapia o in quelli normopeso, ha fatto presente Guido.

«Inoltre lo studio ha valutato solo l’effetto della metformina nel prevenire il long Covid durante la prima infezione e non sappiamo se avrebbe un effetto protettivo simile sul long Covid in un paziente che ha contratto l’infezione in precedenza» ha aggiunto.

In ogni caso questi risultati potrebbero avere enormi implicazioni per prevenire il long Covid, che sta causando rapidamente una crisi di salute pubblica. «Se può essere ridotto con successo da un farmaco economico, ben tollerato e prontamente disponibile come la metformina, nel lungo termine potrebbe rappresentare un grande beneficio per la salute pubblica» ha concluso.

Sono tuttavia necessari ulteriori studi per stabilire se la metformina si dimostra altrettanto efficace per la popolazione generale.

Referenze

Bramante CT et al. Outpatient treatment of Covid-19 and incidence of post-Covid-19 condition over 10 months (Covid-OUT): a multicentre, randomised, quadruple-blind, parallel-group, phase 3 trial. Lancet Infect Dis. 2023 Jun 8;S1473-3099(23)00299-2. 

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