Caso Vannacci: i sindacati dei militari difendono il Generale


Caso Vannacci, i sindacati lo difendono: “Ora tutti sapranno che anche i militari hanno garantita la libertà di pensiero”

generale vannacci

I sindacati in difesa del generale Roberto Vannacci, rimosso dalla guida dell’Istituto geografico militare di Firenze dopo le polemiche suscitate dal libro autoprodotto dallo stesso militare, dal titolo ‘Il mondo al contrario’. Un libro in cui il generale esterna alcune idee molto discutibili su vari fronti: ci sono, tra le altre cose, convinzioni razziste, misogine e anti-ambientaliste. Il sindacato dei Carabinieri interviene per ricordare che ora, finalmente, grazie a questo caso tutti avranno chiaro il fatto che anche imilitari hanno libretà di pensiero garantita dall’articolo 21 della Costituzione,. Il sindacato militare Sum, invece, difende quanto scritto da vannacci (pur dicendo di non convidivedere le sue posizioni) perchè spiega di non trovare offensive le idee esposte, “se contestualizzate”. In ogni caso, ricorda il Sum, al momento è in corso il procedimento disciplinare che potrebbe anche chiudersi in un noiente di fatto, perchè potrebbe emergere che Vannacci avesse informato i suoi superiori del libro in uscita.

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SINDACATO CARABINIERI: “GRAZIE GENERALE, MILITARI HANNO LIBERTÀ PENSIERO”

“Esprimo un particolare e sentito ringraziamento al Generale il quale, grazie al suo libro che ha creato così tanto scalpore e divisione nella società civile e militare, ha fatto conoscere al mondo intero, che anche per i militari è garantito il diritto costituzionale della libertà di pensiero di cui all’articolo 21, ribadito dall’articolo 1472 del Codice Ordinamento Militare. Siamo sicuri che da adesso in poi, grazie al clamore suscitato dal Generale Vannacci, nessun sindacalista militare sarà più punito o trasferito o sottoposto a esame disciplinare per aver espresso il proprio pensiero nell’esercizio dell’attività sindacale. I sindacalisti del Nuovo Sindacato Carabinieri, già sanzionati o coinvolti a vario titolo, Massimiliano Zetti, Roberto Di Stefano, Bruno Busetto, Paolo Idonia, Armando De Angelis, William Ricci, Davide Modarelli, Costanza Saporito, Felice De Nicola, Massimiliano Mastice, Giuseppe Mancuso, Gianluca Fois, tutti presi di mira per fatti accaduti durante l’esercizio delle legittime funzioni sindacali, mentre erano liberi dal servizio ed utilizzavano i propri giorni di ferie e di riposo, ringraziano”. Così in una nota stampa Massimiliano Zetti, Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri.

SINDACATO MILITARE SUM: “SÌ A LIBERTÀ PENSIERO, INDAGINE DISCIPLINARE NON È CONDANNA”

“Sulla vicenda che ha coinvolto il Generale Vannacci e il libro da lui scritto ‘Il mondo al contrario‘ intendiamo esprimere la nostra posizione a favore della libertà di pensiero costituzionalmente garantita a tutti i cittadini della nostra Repubblica. Nonostante qualcuno abbia attribuito al generale manie di grandezza e discendenze regali o imperiali, riteniamo invece che uno dei passaggi incriminati sia un tentativo di esprimere le proprie idee sulla salvaguardia della nostra cultura. Quindi cosa abbiamo fatto? Abbiamo acquisito copia del libro e dopo averlo letto sinceramente abbiamo avuto qualche difficoltà a comprendere il perché di questa furia scatenata contro il generale Vannacci“. Così il Sindacato Unico dei Militari sulla vicenda del Generale vannacci e i provvedimenti a suo carico dopo le polemiche sorte sul libro autoprodotto.

“LE POSIZIONI, SE CONTESTUALIZZATE, NON SONO OFFENSIVE”

“Premettiamo che non condividiamo alcune posizioni del generale espresse nel suo libro, però riteniamo che anche queste contestualizzate all’interno dei capitoli in cui sono stati scritti non avevano connotazione offensiva o denigranti di alcune categorie o etnie. Anche il passaggio sulla pallavolista Egonu, non è un inno alla difesa della purezza razziale, ma un tentativo di affermare che la campionessa del volley non richiama i canoni tradizionali italici, dimenticando però che storicamente alcuni dei nostri illustri avi (imperatori, senatori romani, letterati) avevano origini puniche o nordafricane”.

“ECCESSIVA LA RIMOZIONE DAL GRADO”

“Per coloro che chiedono a gran voce punizioni esemplari contro chi ha osato scalfire alcuni totem del pensiero unico- scrive il sindacato militare- ricordiamo sinteticamente cosa prevede la normativa specifica applicata al personale militare (chiamata appunto Codice dell’Ordinamento Militare). L’applicazione della sanzione di stato della sospensione precauzionale dall’impiego per motivi disciplinari, non è a nostro avviso applicabile in quanto non riteniamo che i fatti contestati dagli strilloni di una parte della carta stampata, abbiano una tale rilevanza da richiedere la rimozione dal grado. Ci appare poi bipolare l’atteggiamento garantista a giorni alterni, di chi da una parte consente di progredire nella carriera a personaggi che sono stati rinviati a giudizio o addirittura condannati con sentenza grave passata in giudicato e dall’altra chiede pene esemplari per il reato di opinione”.

La nota prosegue così: “Sul fatto che potesse o non potesse manifestare le proprie idee in questo libro, a questo punto attendiamo la conclusione dell’indagine disciplinare annunciata giustamente dal ministro Crosetto (avviare non significa condannare a priori) e che verrà condotta internamente da ufficiali generali di grado superiore a quello dell’interessato (cioè generale di corpo d’armata). Ma ricordiamo che in ogni caso la parola definitiva su questa vicenda potrà essere data, a garanzia del generale Vannacci, dagli organi della giustizia amministrativa nazionali che in alcuni recenti casi hanno ribaltato i giudizi espressi in sede disciplinare. È possibile che il generale Vannacci abbia informato i propri superiori in merito alla pubblicazione del libro. Se qualcuno avesse ravvisato gli estremi per un’infrazione disciplinare forse avrebbe potuto fermare l’azione del generale”.

“In merito poi alla anormalità del generale Vannacci (da lui stesso espressa nel libro), ci piace ricordarlo- prosegue il SUM- come Comandante in Teatro Operativo (Iraq), nominato datore di lavoro, si prodigò per la tutela della salute del proprio personale, sulla possibile esposizione a agenti a rischio per la salute (si faceva riferimento a possibile uranio impoverito), entrando in contrasto con i Vertici Militari di allora (che sono poi gli stessi di oggi)”.

“In quella circostanza venne ascoltato dall’allora ministro della Difesa Elisabetta Trenta che ne tutelò l’azione. In sintesi, come Sindacato Unico dei Militari ci poniamo dalla parte di chi difende il sacrosanto diritto di esprimere la propria libertà di pensiero e di scelta. Lo abbiamo fatto difendendo i nostri colleghi che sono stati sospesi dall’attività lavorativa per non avere aderito all’obbligo vaccinale e lo faremo sempre per difendere i diritti costituzionalmente riconosciuti dei nostri colleghi di qualsiasi grado o appartenenti a qualsivoglia categoria. Forse tutto questo clamore si sarebbe potuto evitare se qualcuno avesse fatto un’analisi testuale dei brani incriminati e li avesse contestualizzati nei capitoli di riferimento. Alla fine ci torna utile ricordare una massima del grande maestro Andrea Camilleri ‘Non basta leggere, bisognerebbe anche capire. Ma questo è un lusso che non tutti possono permettersi”, conclude il sindacato militare come riferisce la Dire (www.dire.it).