Tumore alla prostata: talazoparib approvato dall’Fda


Il PARP inibitore talazoparib ottiene il via libera dell’Fda per il cancro alla prostata, ma solo per i pazienti con mutazioni del gene HRR

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L’Fda ha approvato la combinazione di talazoparib e enzalutamide per il trattamento di adulti con tumore alla prostata metastatico resistente alla castrazione (mCRPC) mutato nel gene della riparazione della ricombinazione omologa (HRR). L’azienda ha sottolineato che talazoparib è il primo PARP inibitore autorizzato in questa indicazione per l’uso con uno standard di cura esistente, Xtandi.

Pfizer aveva richiesto l’approvazione di talazoparib per tutti i pazienti con mCRPC sulla base dei risultati dello studio di fase III TALAPRO-2. Nella popolazione complessiva dello studio, che comprendeva soggetti con e senza mutazioni del gene HRR, la combinazione di talazoparib e enzalutamide ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione radiografica (rPFS) del 37% rispetto a enzalutamide più placebo. Tuttavia, il beneficio sembra essere guidato dal gruppo con mutazioni del gene HRR, dove talazoparib e enzalutamide hanno dimostrato una riduzione del 55% del rischio di progressione della malattia o di morte rispetto a Xtandi più placebo.

La sicurezza di talazoparib e enzalutamide  nello studioTALAPRO-2 è stata generalmente coerente con il profilo noto di ciascun farmaco, si sono verificate reazioni avverse gravi (AR) nel 30% dei pazienti a cui è stata somministrata la combinazione. Le reazioni avverse gravi riportate in >2% dei pazienti hanno incluso anemia in una percentuale del 9% e fratture nel 3% dei soggetti; l’interruzione del trattamento con talazoparinb si è verificata nel 10% dei pazienti. Nel frattempo, l’FDA ha rilevato che il 39% dei partecipanti trattati con il farmaco di Pfizer ha richiesto una trasfusione di sangue, di cui il 22% ha avuto bisogno di trasfusioni multiple, e a due pazienti è stata diagnosticata la sindrome mielodisplastica/leucemia mieloide acuta.

Il beneficio in termini di sopravvivenza può consentire un’indicazione più ampia
Pfizer ha indicato che, sebbene lo studio abbia evidenziato un trend di sopravvivenza globale (OS) a favore di talazoparib e enzalutamide, è necessario un follow-up più lungo per raggiungere il numero predefinito di eventi di sopravvivenza. L’azienda ha aggiunto che, in caso di esito positivo, i dati sulla sopravvivenza globale, attesi per il 2024, “potranno essere utilizzati per supportare una potenziale richiesta di autorizzazione a beneficio di popolazioni più ampie di pazienti”.

La domanda di commercializzazione per la combinazione talazoparib e enzalutamide è stata accettata per la revisione dall’Agenzia Europea per i Medicinali, e Pfizer ha presentato i dati anche ad altre agenzie regolatorie.
Il mese scorso, l’Fda ha approvato l’aggiunta dell’inibitore orale di PARP olaparib in combinazione con abiraterone come trattamento di prima linea per gli adulti con mCRPC con mutazione BRCA. L’autorizzazione si basa sui risultati dello studio PROpel, in cui la combinazione di olaparib ha mostrato un beneficio del 34% rispetto al solo abiraterone, misurato in termini di rPFS, indipendentemente dal fatto che i pazienti presentassero mutazioni del gene HRR, che includono quelle in BRCA1 e BRCA2.