Giunta del Niger protesta per le sanzioni: “Sono disumane”


La giunta del Niger dopo il colpo di stato: “Sanzioni disumane”. A Niamey arriva l’Ecowas: i delegati cercheranno una mediazione, ma il numero due della giunta è in Mali

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Illegali, ingiuste e disumane“: così il generale Abdourahamane Tchiani ha definito le sanzioni che l’Organizzazione economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao / Ecowas) hanno imposto al Niger subito dopo il colpo di Stato del 26 luglio scorso. In un discorso alla televisione, il generale che guida la giunta ha chiarito che tali misure non serviranno a convincere i militari a ripristinare il governo del presidente Mohamed Bazoum nella nazione ricca di uranio. Infine il generale ha rassicurato gli stranieri sostenendo che nel Paese “non corrono alcun rischio”.

Dopo i disordini di domenica scorsa fuori dall’ambasciata di Francia a Niamey, i paesi occidentali hanno iniziato ad evacuare i propri concittadini. La Francia ha fatto sapere di aver già portato via mille persone di cui la metà francesi, mentre gli Stati Uniti hanno fatto partire metà del personale dell’ambasciata insieme alle loro famiglie. Ventuno cittadini americani sono atterrati ieri all’aeroporto romano di Ciampino, a bordo di un volo dell’aeronautica militare italiana, accolti dal ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani e dall’Incaricato d’affari Shawn Crowley, che ha ringraziato “il governo e il popolo italiano” per l’aiuto, così come ha confermato Tajani in un tweet. Prosegue intanto il Consiglio della Difesa dell’Ecowas iniziato ieri ad Abidjan, in Nigeria, in vista della scadenza dell’ultimatum che l’organizzazione ha dato al Niger per ripristinare le istituzioni democratiche, pena nuove sanzioni e persino un intervento militare. Ma quest’ultima “sarà l’ultima opzione” che l’organismo regionale prederà in considerazione, come ha assicurato all’emittente Bbc il brigadiere generale Tukur Gusau, portavoce delle Forze armate nigeriane.

Una delegazione dell’Ecowas guidata dal generale nigeriano Abdulsalami Abubakar è arrivata a Niamey, per tentare di negoziare una soluzione con la giunta militare. Una mediazione che appare difficile secondo gli analisti, a causa della profonda spaccatura che si è creata tra gli Stati della regione. Con la giunta golpista nigerina si sono infatti schierati Mali, Burkina Faso, Guinea e Guinea Bissau. Il numero due di Niamey, il generale Salifou Mody, è oggi a Bamako, in Mali, paese a sua volta guidato dai militari, per rafforzare tale intesa. Mali e Burkina in particolare hanno detto che ogni aggressione contro il Niger sarà considerata “una dichiarazione di guerra” contro di loro.