Artrite psoriasica: risposta a guselkumab influisce su qualità della vita


Artrite psoriasica: secondo nuovi studi la risposta precoce a guselkumab è legata a un miglioramento duraturo della qualità della vita

Diagnosi di artrite psoriasica, salute, apremilast

I risultati di un’analisi post-hoc dei dati dello studio DISCOVER-2 sull’impiego di guselkumab in pazienti con PsA, presentati in occasione del Congresso annuale di Reumatologia Clinica (CCR) East 2023 tenutosi a Destin (Florida, Usa) hanno mostrato come la risposta precoce al farmaco possa rappresentare un chiaro indicatore predittivo del miglioramento duraturo della qualità della vita legata allo stato di salute.

L’analisi post-hoc in questione ha documentato, nello specifico, l’esistenza di un’associazione tra la risposta clinica a guselkumab a 8 settimane e un miglioramento significativo della QoL per circa 2 anni nei pazienti trattati con il farmaco per la PsA, suggerendo come la risposta precoce possa essere considerata un fattore predittivo valido per i benefici a lungo termine dell’inibitore di IL-23.

Razionale e disegno dell’analisi
“I pazienti con PsA hanno una qualità di vita inferiore rispetto alla popolazione generale e ai pazienti con la sola psoriasi – hanno ricordato gli autori dello studio nella presentazione del lavoro al Congresso – Le recenti raccomandazioni per il trattamento della PsA sottolineano l’importanza di massimizzare la qualità di vita correlata alla salute a lungo termine e la partecipazione sociale come obiettivi primari della terapia”.

Per l’analisi post-hoc in questione, i ricercatori hanno attinto  ai dati dello studio di fase 3 DISCOVER-2, che aveva incluso pazienti adulti con PsA attiva che erano naïve agli inibitori biologici o della Janus chinasi (JAK).
Lo studio aveva randomizzato 739 pazienti, secondo uno schema 1:1:1, a trattamento con guselkumab 100 mg ogni 4 settimane (n = 235); guselkumab al basale, alla settimana 4 e poi ogni 8 settimane (n = 248); o placebo (n = 246).

Per l’analisi post-hoc, i ricercatori hanno raggruppato i dati dei due bracci di trattamento con guselkumab.

L’outcome del miglioramento clinico precoce con guselkumab era definito dal soddisfacimento, a 8 settimane, di uno dei criteri seguenti:
–  ≥20% di miglioramento nella conta delle articolazioni tumefatte (SJC), nella conta delle articolazioni dolenti (TJC), nel dolore del paziente, nella scala analogica visiva (VAS) relativa alla cute del paziente e dell’indice di disabilità HAQ-DI
– Miglioramento di ≥4 punti nel punteggio del Functional Assessment of Chronic Illness Therapy – Fatigue (FACIT-F)
– Miglioramento minimo clinicamente importante dal punto di vista clinico (≥5,7 punti) dell’attività clinica di malattia nella PsA
– Variazione dell’indice di entesite di Leeds (LEI) e del punteggio di gravità della dattilite (DSS) tra i pazienti con entesite e dattilite al basale

I ricercatori hanno valutato i cambiamenti nel tempo delle stime della qualità della vita correlata alla salute dal basale alle settimane 52-100 attraverso un quintetto di parametri relativi ai benefici fisici e mentali. Hanno valutato, inoltre, i legami osservati tra il miglioramento clinico precoce della PsA e la qualità di vita correlata alla salute a lungo termine attraverso un modello matematico ad hoc.

Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso un miglioramento di entità significativamente maggiore degli outcome clinici di PsA alla settimana 8 tra i pazienti trattati con guselkumab rispetto al placebo. Inoltre, il miglioramento clinico precoce era effettivamente associato ad un maggiore aumento della qualità di vita correlata alla salute in tutte le misure cliniche precoci, ad eccezione della SJC sulla scala analogica visiva (VAS) EQ-5D.

I pazienti che hanno ottenuto un miglioramento clinico precoce in qualsiasi dominio, a parte DSS e SJC, hanno riportato un miglioramento della qualità di vita correlata alla salute mentale tra la settimana 52 e la settimana 100.
“Sebbene significativamente inferiori rispetto ai pazienti con miglioramento clinico precoce, sono stati osservati benefici nella qualità di vita correlata alla salute anche nei pazienti senza miglioramento clinico alla settimana 8 – hanno anche osservato i ricercatori.

Riassumendo
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno concluso che la risposta clinica a 8 settimane con guselkumab – che è significativamente migliorata rispetto al placebo – è legata a punteggi significativamente più elevati di qualità della vita mentale e fisica legata alla salute da 1 a 2 anni nei pazienti con PsA.

“Sebbene i pazienti senza miglioramento clinico precoce abbiano dimostrato benefici nella qualità di vita correlata alla salute a lungo termine, la risposta precoce in domini distinti della PsA ha avuto un impatto differenziato su aspetti più specifici della qualità di vita correlata alla salute nell’arco di 2 anni – hanno puntualizzato i ricercatori. – Al contrario, sono stati osservati miglioramenti significativamente maggiori nella qualità della vita correlata alla salute generale e fisica tra i pazienti che hanno risposto in diversi domini della PsA”.

Bibliografia
McInnes IB et al. Early Clinical Improvement as Predictor of Long-Term Health-Related Quality of Life in Psoriatic Arthritis Patients Treated with Guselkumab: Post-Hoc Analysis Through 2 Years of a Phase-3 Study. Paper presented at: Congress of Clinical Rheumatology (CCR) East 2023 Annual Meeting. Destin, FL. May 4 – 7, 2023.