Corilicoltura: da Inail approfondimento per la salute e la sicurezza dei lavoratori


Corilicoltura: sul sito Inail un approfondimento specialistico per la salute e la sicurezza dei lavoratori agricoli. Lo studio pubblicato dalla Direzione regionale Campania

filiera della nocciola

La corilicoltura riveste un interesse crescente nel panorama agricolo nazionale, con un volume annuo di circa 110 mila tonnellate che rende l’Italia seconda solo alla Turchia nella produzione delle nocciole. Questa coltura costituisce una delle principali risorse per gli operatori agricoli della Campania, in particolare per il territorio della provincia di Avellino. Del tema si occupa la pubblicazione curata dalla Direzione regionale Campania dell’Inail, consultabile nel catalogo editoriale online sul sito dell’Istituto e promossa nell’ambito del progetto sulla prevenzione dei rischi e sulla sicurezza dei lavoratori di questo comparto produttivo. Lo studio, presentato dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia) di Avellino e realizzato in collaborazione con l’Istituto di ricerca e formazione per il Mezzogiorno (Irfom), nasce con l’intento di illustrare sia i possibili rischi connessi alla corilicoltura sia le principali misure di prevenzione e protezione da adottare per rendere più sicure le distinte fasi di lavorazione.

La geografia nazionale di produzione della nocciola. Come riporta la ricerca, in Italia, il primato della produzione di nocciole è detenuto dalla Campania, e le varietà di pregio annoverano varie produzioni, da quella tonda di Giffoni alla Mortarella, alla San Giovanni, alla Tonda Bianca, alla Tonda Rossa, alla Camponica e alla Riccia di Talanico. A seguire, si posiziona il Lazio, che nel territorio di Viterbo e in particolare nella zona dei monti Cimini concentra il 92 % della superficie destinata alla coltivazione corilicola, risultando essere la provincia italiana più importante per la produzione e la valorizzazione delle nocciole. Anche il Piemonte e la Sicilia contribuiscono alla produzione di questo frutto in guscio. In Piemonte gli impianti sono situati prevalentemente nelle province di Cuneo (74%) e Asti (23%), mentre in Sicilia si trovano nella provincia di Messina (78%), più precisamente nei comuni posizionati sui Monti Nebrodi, e nelle province di Catania e Palermo.

La provincia di Avellino al centro dell’indagine di approfondimento. Il progetto promosso da Inail Campania è stato condotto con il coinvolgimento di un gruppo di imprese avellinesi rappresentative del settore, con diverse dimensioni e caratteristiche. Nella provincia irpina le nocciole sono coltivate prevalentemente in terreni collinari, che, a causa delle forti pendenze, rendono difficile l’impiego di attrezzature, esponendo gli addetti al rischio di infortuni. Soprattutto nella fase di raccolta dei frutti, gli operatori si trovano ad assumere posture incongrue e a sollevare e spostare manualmente carichi considerevoli, con conseguenze per il sistema muscoloscheletrico. Lo studio segnala inoltre come il ricorso a prodotti chimici quali antiparassitari e concimi possa produrre effetti significativi sulla salute dei lavoratori.

Tecniche di coltivazione e rischi per i lavoratori. Grazie ai dati raccolti, la ricerca offre una panoramica dettagliata delle diverse attività necessarie per la gestione e la cura di un noccioleto, che vanno dal controllo dei polloni alla potatura, alla lavorazione del terreno alla ripuntatura, all’andanatura, cioè la raccolta effettuata con cumuli di foglie deposte sul terreno, alla concimazione. Vengono poi indicati i criteri per una gestione corretta del suolo, con i trattamenti antiparassitari e i diserbanti da utilizzare, e i principi da seguire per l’irrigazione, la raccolta, l’essicazione e il conferimento conclusivo per la distribuzione. Per ognuna di queste attività, lo studio, oltre a offrire una descrizione approfondita, riporta una scheda informativa contenente gli elementi di rischio e i relativi fattori di influenza, i danni fisici attesi e le misure di prevenzione e protezione da adottare per mitigarli.