Carcinoma polmonare positivo alla mutazione METex14: capmatinib rimborsato


Carcinoma polmonare non a piccole cellule, capmatinib rimborsabile in Italia. Il farmaco è indicato per pazienti con tumore positivo alla mutazione METex14

Il rischio di ospedalizzazione, ricovero in Terapia Intensiva o morte per Covid-19 aumenta nei pazienti asmatici precedentemente ricoverati per la patologia

Oggi anche in Italia è rimborsabile il farmaco capmatinib (nome commerciale Tabrecta®): una nuova terapia orale di precisione indicata per i pazienti con tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC) METex14 mutato, in progressione dopo un trattamento con un inibitore di checkpoint immunitario e/o una chemioterapia a base di platino.

Il tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC) rappresenta circa l’80-85% di tutti i carcinomi polmonari e nel 2022, in Italia, ha registrato circa 44.000 diagnosi e circa 34.000 decessi. Si tratta di una patologia silenziosa che non dà sintomi evidenti nelle fasi precoci e che, quindi, nella maggior parte dei casi viene diagnosticata tardi, quando è già in una fase localmente avanzata (stadio IIIb) o metastatica (stadio IV). Circa la metà dei pazienti che sviluppano NSCLC può presentare mutazioni genetiche. In particolare, il 3-4% presenta lo skipping dell’esone 14 del gene MET (METex14), mutazione a causa di cui le cellule tumorali producono una forma anomala della proteina MET.

La mutazione METex14 favorisce la crescita e la proliferazione tumorale e rappresenta un fattore prognostico negativo, a cui si aggiunge l’età avanzata della popolazione coinvolta: infatti, l’età mediana alla diagnosi è di 73,7 anni rispetto ai 64,2 anni della popolazione che non presenta questa mutazione. In più, i pazienti con mutazione METex14 sviluppano una forma aggressiva di malattia e manifestano un’alta incidenza di metastasi cerebrali o ossee, alle quali si associa una bassa sopravvivenza e un alto impatto sulla qualità della vita.

In molti casi di tumore del polmone non a piccole cellule, a seconda delle mutazioni rilevate, è possibile individuare la terapia più adatta. Ecco perché la profilazione molecolare, il riconoscimento della mutazione e gli approcci terapeutici mirati diventano fondamentali. “Il tumore del polmone non a piccole cellule è una patologia che può presentare diverse mutazioni genetiche che è cruciale identificare tramite una corretta profilazione molecolare al momento della diagnosi. Purtroppo, però, nel nostro Paese persiste una disomogeneità diagnostica, anche se è bene sottolineare che non mancano centri di eccellenza capaci di garantire un’immediata diagnosi e profilazione”, afferma Angelo Dei Tos, Professore Ordinario di Anatomia Patologica, Università di Padova, Direttore Dipartimento di Diagnostica Integrata, Azienda Ospedale-Università Padova. “Tra le mutazioni che si riscontrano nel NSCLC vi è METex14 su cui si può agire per interferire con lo sviluppo del tumore e fortunatamente oggi abbiamo a disposizione un nuovo farmaco, capmatinib, che agisce proprio su questo specifico target”.

L’efficacia e la tollerabilità di capmatinib sono state valutate nello studio clinico di Fase II GEOMETRY MONO-1, che ha arruolato pazienti con NSCLC con disregolazione di MET in 7 coorti di trattamento, alle quali i pazienti sono stati assegnati sulla base della linea di terapia e del tipo di alterazione di MET. I risultati dello studio hanno fatto registrare un tasso di risposta obiettiva del 44% e una sopravvivenza complessiva mediana (mOS) di 14,85 mesi. Inoltre, i dati “real world” hanno messo in luce una sopravvivenza complessiva (OS) di 17,2 mesi.

“Capmatinib è un inibitore di MET competitivo, selettivo ed efficace, come dimostrato nello studio clinico GEOMETRY MONO-1, che ha evidenziato l’attività antitumorale sostanziale, rapida e duratura del farmaco, confermata anche dagli endpoint secondari e dalle analisi di sottogruppo condotte nello studio. Inoltre, i risultati hanno messo in luce come il profilo di sicurezza rilevato in tutti i pazienti arruolati nello studio sia abbastanza gestibile”, commenta Silvia Novello, Ordinario di oncologia medica presso il Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino, Responsabile della struttura semplice dipartimentale di oncologia polmonare AOU San Luigi. “La rimborsabilità di capmatinib nel nostro Paese rappresenta un grande passo in avanti per la comunità scientifica che ora ha a disposizione una nuova arma terapeutica per questi pazienti che fino a oggi venivano trattati al pari dei pazienti senza mutazione”.

In assenza di terapie target specifiche per la mutazione METex14 rimborsate, in prima linea e nelle linee successive, in Italia i pazienti venivano trattati alla stregua dei pazienti senza target molecolari, utilizzando cioè regimi immunoterapici e/o chemioterapici, da soli o in combinazione. Oggi, grazie a capmatinib esiste un’opzione terapeutica specifica per questo sottogruppo di pazienti dopo un trattamento standard di prima linea. “La mutazione METex14 ricopre una importanza particolare poiché, a differenza di molte delle mutazioni che conosciamo, essa è espressa in buona percentuale anche nei fumatori”, spiega Cesare Gridelli, Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia dell’Azienda Ospedaliera “S.G. Moscati” di Avellino. “Capmatinib può rappresentare un’opzione terapeutica per i pazienti con questo tipo di mutazione che siano in progressione nonostante un trattamento standard di prima linea. Si tratta di pazienti che manifestano una alta incidenza di metastasi cerebrali contro cui capmatinib ha mostrato un’azione specifica”.

“Ora, con capmatinib, andiamo ad aggiungere un nuovo tassello a questo nostro impegno offrendo una nuova opzione di cura ai pazienti italiani che convivono con il tumore del polmone non a piccole cellule con mutazione METex14”, commenta Paola Coco, CSO & Medical Affairs Head IM di Novartis Italia. “Inoltre, l’impegno di Novartis nel tumore del polmone non si ferma qui, essendo attivi diversi programmi di ricerca e sviluppo sia nell’ambito della medicina di precisione che dell’immunoterapia, che hanno il potenziale di arricchire l’armamentario terapeutico a disposizione per queste neoplasie”.