Tumore al seno: benefici da anestesia locale con lidocaina


L’uso dell’anestesia locale con lidocaina durante l’intervento di asportazione di un tumore al seno ha mostrato miglioramenti della sopravvivenza

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L’uso dell’anestesia locoregionale con lidocaina durante l’intervento di asportazione di un tumore al seno ha mostrato di migliorare la sopravvivenza libera da malattia (DFS) e la sopravvivenza globale (OS) nelle donne con un tumore in fase iniziale in uno studio randomizzato made in India, pubblicato di recente sul Journal of Clinical Oncology.

Dopo un follow-up mediano di 68 mesi, il tasso di DFS a 5 anni è risultato dell’86,6% nelle pazienti a cui era stata praticata un’iniezione di lidocaina nell’area peritumorale e dell’82,6% in quelle in cui l’infiltrazione non era stata fatta (HR 0,74; IC al 95% 0,58-0,95; P=0,017). Inoltre, i tassi di OS a 5 anni sono risultati rispettivamente del 90,1% contro 86,4% (HR 0,71, IC al 95% 0,53-0,95).

«L’iniezione peritumorale di lidocaina può essere implementata con facilità, in quanto è una procedura che viene effettuata una sola volta», scrivono gli autori del lavoro, coordinati da Rajendra A. Badwe, dell’Homi Bhabha National Institute di Mumbai. «È poco costosa e può essere praticata in quasi tutte le parti del mondo. Non sembrano esserci sottogruppi di pazienti in cui i risultati siano marcatamente diversi rispetto a quelli dell’intera popolazione dello studio, il che suggerisce come il beneficio di questo intervento sia probabilmente applicabile alla maggior parte dei pazienti con tumore al seno sottoposti la chirurgia con intento curativo».

Rischio di disseminazione tumorale associato alla chirurgia
Nel descrivere il razionale dello studio, Badwe e i colleghi spiegano come via siano evidenze precliniche e cliniche del fatto che durante l’intervento chirurgico si può avere una disseminazione d cellule tumorali, che può condurre allo sviluppo di metastasi.

L’ipossia acuta indotta dalla chirurgia può attivare, infatti, pathway pro-metastatici attraverso i canali del sodio voltaggio-dipendenti, che possono essere bloccati da anestetici locali.

Tuttavia, ricordano gli autori, alcuni studi retrospettivi hanno suggerito un miglioramento degli outcome nei pazienti sottoposti ad anestesia regionale o locale durante l’intervento di asportazione del tumore al seno, mentre altri studi non hanno confermato questi risultati. Per questa ragione, i ricercatori indiani hanno provato a valutare l’impatto dell’anestesia locale perioperatoria sugli outcome con uno studio interventistico randomizzato.

Lo studio
La sperimentazione, multicentrica e in aperto, ha coinvolto 1583 donne reclutate in 11 centri indiani, tutte con una diagnosi di carcinoma mammario operabile, uno stato linfonodale clinico N0 o N1, senza alcuna evidenza di metastasi a distanza e con un performance status ECOG pari a 0. L’età mediana della popolazione studiata era di 51,3 anni e il 60,2% delle pazienti era in post-menopausa.

Le partecipanti sono state assegnate in modo casuale alla somministrazione durante l’intervento chirurgico di lidocaina allo 0,5% (in quantità comunque non superiore a 4,5 mg/kg di peso corporeo) intorno alle sei aree (superiore, inferiore, anteriore, posteriore, mediale e laterale) del tumore primario, dopo la somministrazione dell’anestesia generale, oppure all’intervento senza l’infiltrazione peritumorale di lidocaina. Le partecipanti sono poi state sottoposte al trattamento adiuvante post-operatorio standard.

L’endpoint primario era la DFS, mentre l’OS era quello secondario.

Durante un follow-up mediano di 68 mesi si sono registrati 109 eventi di DFS nel braccio sottoposto all’anestesia peritumorale contro 146 nel braccio di confronto e rispettivamente 79 decessi contro 110.

Con lidocaina, miglioramento della sopravvivenza anche nei sottogruppi e riduzione delle recidive
Utilizzando un modello dei rischi proporzionali di Cox che includeva sottogruppi stratificati per età (≤50 anni contro >50 anni), dimensioni del tumore (≤2 cm contro >2 cm), stato dei recettori ormonali (positivo contro negativo), stato dei linfonodi (negativo contro positivo) e grado, l’anestesia con lidocaina ha continuato a risultare associata a un miglioramento della DFS (HR aggiustato 0,69; IC al 95% 0,53-0,88; P=0,004), nonché a un miglioramento dell’OS (HR 0,64 aggiustato; IC al 95% 0,47-0,86; P = 0,003) rispetto al mancato uso di questa anestesia.

La somministrazione peritumorale di lidocaina si è associata anche a una tendenza alla riduzione delle recidive locoregionali, con un’incidenza cumulativa a 5 anni del 3,2% nel braccio sottoposto a questa procedura rispetto al 4,1% nel braccio di confronto (sottodistribuzione HR 0,69; IC al 95% 0,42-1,13). Allo stesso modo, è stata osservata una tendenza alla riduzione delle recidive a distanza, con un’incidenza cumulativa a 5 anni dell’8,1% contro il 10,9% (sottodistribuzione HR 0,74; IC al 95% 0,54-1,01).

Da sottolineare che, secondo quanto riferito dagli autori, non si sono osservati eventi avversi correlati all’iniezione di lidocaina.

Molteplici meccanismi potenzialmente coinvolti
Secondo gli sperimentatori, i meccanismi alla base del potenziale beneficio osservato con l’infiltrazione peritumorale di lidocaina potrebbero essere molteplici. «Questi coinvolgono il blocco dell’attività dei canali del sodio voltaggio-dipendenti, che è nota avere diversi effetti pro-metastatici, e una serie di altri effetti anti-metastatici degli agenti anestetici locali», si legge nell’articolo.

«A prescindere dai meccanismi, i risultati di questo studio suggeriscono il possibile ruolo della modulazione di processi che potrebbero conferire un potenziale metastatico alle cellule del tumore mammario al momento dell’intervento chirurgico, per ridurre l’insorgenza di metastasi e migliorare i tassi di guarigione dopo la chirurgia».

Per quanto riguarda i potenziali limiti dello studio, invece, gli autori segnalano che, relativamente all’espressione del recettore HER2, circa il 20% delle pazienti aveva una malattia HER2-positiva, ma solo il 34,6% di esse è stata sottoposta a una terapia anti-HER2 per ragioni economiche, il che, per questo sottogruppo, potrebbe limitare potenzialmente la generalizzazione dei risultati ai centri in cui vi è pieno accesso alla terapia adiuvante anti-HER2.

Procedura facile e cost-effective
«Questi dati si aggiungono al corpo di prove a sostegno dell’uso perioperatorio di anestetici locali per molteplici ragioni, tra cui non solo questo potenziale beneficio oncologico, ma anche per fornire sollievo dal dolore, nonché per diminuire l’uso intraoperatorio e postoperatorio di oppioidi, riducendo così la nausea e il vomito postoperatori e facilitando un migliore recupero dopo l’intervento», scrivono in un editoriale di accompagnamento Tessa Higgins e Elizabeth A. Mittendorfdel, del Brigham and Women’s Hospital di Boston.

«Come concluso dagli autori dello studio, sembra ragionevole introdurre questa procedura, in quanto è un intervento facile e conveniente, che può ridurre i tassi di recidiva e decesso nelle donne con tumore al seno in stadio iniziale», proseguono le esperte.

Poiché era stato disegnato per rilevare un miglioramento assoluto della DFS pari al 6% nel braccio delle pazienti sottoposte all’infiltrazione di lidocaina, osservano Higgins e Mittendorf, dal punto di vista tecnico lo studio dovrebbe essere considerato negativo. Tuttavia, aggiungono, «è difficile affermare che il beneficio osservato del 4,0% di DFS (e del 3,7% di OS) non sia clinicamente significativo, in particolare alla luce della facilità della procedura e all’assenza di eventi avversi attribuibili all’iniezione di lidocaina».

Bibliografia
R.A. Badwe, et al. Effect of peritumoral infiltration of local anesthetic before surgery on survival in early breast cancer. J Clin Oncol 2023; DOI: 10.1200/JCO.22.01966. https://ascopubs.org/doi/abs/10.1200/JCO.22.01966

Higgins, E.A. Mittendorf. Peritumoral lidocaine injection: a low-cost, easily implemented intervention to improve outcomes in early-stage breast cancer. J Clin Oncol 2023; DOI: 10.1200/JCO.23.00418. https://ascopubs.org/doi/abs/10.1200/JCO.23.00418