Nuovo studio italiano su tromboembolismo venoso e Covid-19


Tromboembolismo venoso e Covid-19: lo studio italiano lo START2-COVID-VTE delinea corretta gestione ed esiti a lungo termine

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Secondo lo studio START2-COVID-VTE, appena pubblicato su Research and Practice in Thrombosis and Haemostasis, il rischio di nuovi eventi tromboembolici dopo la sospensione della terapia anticoagulante in pazienti con embolia polmonare o trombosi venosa profonda associata a COVID-19 è basso e simile a quello dei pazienti con tromboembolismo venoso secondario ad ospedalizzazione per altre patologie mediche acute. Una durata del trattamento anticoagulante limitata a 3-6 mesi è risultata appropriata per la maggior parte dei pazienti.

La possibilità, emersa da precedenti studi, che i pazienti affetti da COVID-19 mantengano uno stato infiammatorio che aumenta il rischio di eventi tromboembolici anche a distanza di tempo, ha sollevato l’interrogativo sulla durata ottimale della terapia anticoagulante dopo un evento acuto severo come un’embolia polmonare.

Infatti, se dopo un episodio di tromboembolismo venoso (trombosi venosa profonda o embolia polmonare) legato ad una ospedalizzazione per un episodio infettivo di altra natura, le linee guida internazionali sono sostanzialmente concordi nel ritenere adeguato un periodo di terapia anticoagulante che va dai 3 ai 6 mesi, nel caso del COVID-19 non esistono indicazioni specifiche e le caratteristiche della patologia hanno fatto supporre che potesse essere necessario un trattamento più prolungato al fine di prevenire le recidive.

Lo studio osservazionale START2-COVID-VTE, promosso da Fondazione Arianna Anticoagulazione e condotto in 16 centri ospedalieri italiani tra il 2020 ed il 2021, ha seguito in modo prospettico 278 pazienti con tromboembolismo venoso (TEV) diagnosticato in corso di ricovero per COVID-19 e li ha confrontati con un analogo gruppo di 300 pazienti con TEV ospedalizzati per altre patologie infettive prima del 2020. Tutti i soggetti sono stati seguiti per almeno un anno dopo la sospensione della terapia anticoagulante ed il numero di recidive trombotiche, incluse anche quelle arteriose come infarti ed ictus, è risultato molto basso e simile nei due gruppi (1.5 e 2.6 per 100 anni-paziente, rispettivamente nei pazienti COVID-19 e non COVID-19, differenza non significativa).

Confermando i risultati di studi precedenti, i ricercatori hanno documentato come oltre i due terzi (83%) delle trombosi venose osservate in corso di infezione da COVID-19 erano embolie polmonari isolate. La maggior parte di questi pazienti (83.6%) è stata trattata con eparina a basso peso molecolare o fondaparinux durante il ricovero e anticoagulanti orali diretti dopo la dimissione (89%). La durata media della terapia anticoagulante è stata di circa sei mesi sia nei pazienti affetti da COVID-19 che nei controlli. Al contrario di quanto ci si potesse attendere, circa un quarto dei pazienti in entrambi i gruppi era ancora in terapia ad un anno nonostante la natura secondaria dell’evento, suggerendo che al di là del fattore di rischio associato all’evento trombotico la scelta della durata della terapia si basa anche sulle caratteristiche del singolo soggetto come il rischio individuale di recidiva, l’estensione della trombosi o la persistenza di difficoltà respiratorie.

“Il basso numero di eventi riscontrati nel nostro studio dopo la sospensione della terapia, suggerisce che un trattamento anticoagulante per un periodo limitato a 3-6 mesi sia generalmente adeguato per la maggioranza dei pazienti con  tromboembolismo venoso associato a COVID-19, analogamente a quanto è attualmente raccomandato per i pazienti con TEV secondario ad un fattore di rischio transitorio, inclusa l’ospedalizzazione per una patologia medica acuta”- ha spiegato il Professor Walter Ageno dell’Università degli Studi dell’Insubria, coordinatore dello studio.

Il lavoro verrà presentato come comunicazione orale al 31° Congresso ISTH (International Society on Thrombosis and Haemostasis) che si terrà a Montreal, Canada del 24 al 28 giugno 2023.

Referenza
Ageno W, Antonucci E, Poli D, Bucherini E, Chistolini A, Fregoni V, Lerede T, Pancani R, Pedrini S, Pieralli F, Pignatelli P, Pizzini AM, Podda GM, Potere N, Sarti L, Testa S, Visonà A, Palareti G, START 2 Registry VTE study group, VENOUS THROMBOEMBOLISM SECONDARY TO HOSPITALIZATION FOR COVID-19 DISEASE: PATIENT MANAGEMENT AND LONG-TERM OUTCOMES, Research and Practice in Thrombosis and Haemostasis (2023), doi: https:// doi.org/10.1016/j.rpth.2023.100167.