Osteoporosi: test livelli di vitamina D inutile per zoledronato o denosumab


Non serve la misurazione dei livelli di vitamina D in circolo nei pazienti con osteoporosi candidabili a trattamento con zoledronato o denusomab

Osteoporosi e sarcopenia: fondamentale la prevenzione con un corretto stile di vita, attività fisica e acquisizione di calcio, proteine e soprattutto vitamina D

Stando ai risultati di uno studio presentato nel corso dei lavori del Congresso annuale della British Society of Rheumatology, tenutosi a Manchester, non sarebbe necessario effettuare un test per la misurazione dei livelli di vitamina D in circolo nei pazienti con osteoporosi (OP) candidabili a trattamento con zoledronato o denusomab, già in trattamento con supplementazione vitaminica.

I presupposti e gli obiettivi dello studio
E’ prassi, in clinica, sottoporre a test per la valutazione dei livelli di vitamina D i pazienti prima di ogni trattamento con zoledronato o denosumab, ricordano i ricercatori nella presentazione del lavoro al Congresso. Se i livelli di vitamina D sono bassi, i pazienti devono iniziare una terapia di supplementazione vitaminica prima del trattamento farmacologico.

Altri studi, tuttavia, suggeriscono che i pazienti affetti da osteoporosi che non ricorrono alla supplementazione vitaminica D presentano, molto probabilmente, livelli di vitamina D subterapeutici.

E’ noto come l’attesa dei risultati di questo test possa ritardare l’avvio di un trattamento farmacologico tempestivo, scrivono i ricercatori.

Di qui questo studio, nel corso del quale gli autori si sono proposti di verificare se i pazienti avrebbero potuto essere trattati empiricamente con la vitamina D senza effettuare il test in questione.

Lo studio in breve
Disegno
Sono stati reclutati 542 pazienti, provenienti da una struttura ospedaliera britannica, candidati a trattamento farmacologico dell’OP nel biennio 2021-2022. I solo pazienti esclusi dal lavoro erano quelli che non assumevano zoledronato o denusumab.

I ricercatori hanno raccolto, per ciascuno di questi pazienti, dati demografici, dati relativi all’anamnesi clinica e dati relativi ai livelli di vitamina D.

Lo stato vitaminico D è stato classificato nel modo seguente:
– Condizione di deficit vitaminico severo (<15 nmol/l)

– Condizione di deficit vitaminico (15-30 nmol/l)

– Condizione di insufficienza vitaminica D (>30-50 nmol/l)

– Condizione di livelli vitamina D adeguati (>50-250 nmol/l)

– Condizione di tossicità potenziale vitaminica (>250 nmol/l)

Risultati principali
Sono stati inclusi 484 pazienti, di cui l’88,6% erano di sesso femmnile. L’età media era di 76,8 anni. Il 90,0% stava assumendo una supplementazione di vitamina D e calcio, oppure solo di vitamina D.  Di questi pazienti in supplementazione, i livelli di vitamina D erano adeguati nel 79,8%, insufficienti nel 7,8%, carenti nello 0,4%, gravemente carenti nello 0,2% e non disponibili per i restanti pazienti.

Tra i pazienti che non ricorrevano alla supplementazione vitaminica, i livelli di vitamina D erano adeguati nel 45,9%, insufficienti nel 16,2%, carenti nel 10,8% e gravemente carenti nel 4%, e non disponibili per i restanti pazienti.  Nessuno dei pazienti presentava livelli tossici di vitamina D.

Contattando i tre pazienti a cui era stata prescritta la supplementazione di vitamina D ma con livelli di vitamina D carenti o gravemente carenti, due non stavano ricorrendo a questo intervento, mentre uno stava assumendo alfacalcidolo (che non viene misurato nel test standard della vitamina D).

Pertanto, tra i pazienti che assumevano la supplementazione di vitamina D come prescritto, i loro livelli di vitamina D erano tutti superiori a 30 nmol/L.

Riassumendo
In conclusione, i pazienti con osteoporosi possono essere trattati empiricamente con vitamina D prima di iniziare il trattamento con zoledronato o denosumab senza ricorrere al test per la valutazione dei livelli di questa vitamina.

“Un piccolo numero di pazienti che assumevano un’integrazione di vitamina D presentava ancora livelli insufficienti di vitamina D – hanno notato i ricercatori -. Pertanto, si potrebbe raccomandare di trattare tutti i pazienti che ricorrono alla supplementazione di vitamina D con un breve ciclo di vitamina D a dosaggio elevato prima del trattamento con zoledronato o denosumab. Inoltre, tutti i pazienti che non ricorrono alla supplementazione di vitamina D potrebbero essere sottoposti ad un ciclo di  trattamento con vitamina D a dosaggio elevato prima del trattamento, senza testare i livelli di vitamina D”.

Tale prassi, concludono i ricercatori, garantirà livelli sicuri (non tossici) di vitamina D e un trattamento tempestivo dell’OP, con benefici ulteriori in termini di risparmio di tempo e denaro e di riduzione degli sprechi.

Bibliografia
Keasly J et al. Is it necessary to test vitamin D prior to zoledronate or denosumab treatment?. Rheumatology, Volume 62, Issue Supplement_2, April 2023, kead104.122, https://doi.org/10.1093/rheumatology/kead104.122