Nuovo studio su lupus e impiego di sulfamidici


Un nuovo studio suggerisce che l’impiego di sulfamidici potrebbe non essere così problematico nei pazienti con Lupus eritematoso sistemico

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Il ricorso alla profilassi per la polmonite sostenuta da Pneumocystis jirovecii nei pazienti con lupus eritematoso sistemico è di gran lunga inferiore a quanto suggerito finora da precedenti studi di letteratura. Queste le conclusioni di uno studio real world recentemente pubblicato su Seminars in Arthritis and Rheumatism che suggerisce, pertanto, che l’impiego di sulfamidici potrebbe non essere così problematico nei pazienti con LES, come preconizzato dagli studi finora presenti in letteratura sull’argomento.

Razionale e obiettivi dello studio
La polmonite da Pneumocystis jirovecii (PJP) rappresenta un’importante infezione opportunistica nei pazienti con lupus eritematoso sistemico (LES), con tassi di ospedalizzazione compresi tra 2 e 12 ogni 10.000 ricoveri ospedalieri per LES e un tasso di mortalità del 50%.  La profilassi antimicrobica contro la PJP, in particolare con trimetoprim-sulfametossazolo (TMP-SMX), riduce l’incidenza e la mortalità della PJP nei pazienti con malattie reumatiche di oltre il 90%.

Nonostante l’efficacia dimostrata di questo trattamento, non è noto se i rischi della profilassi della PJP siano superiori ai suoi benefici , data la relativa frequenza limitata della PJP nel LES ed essendo stato documentato in letteratura che il trattamento profilattico con TMP-SMX può causare reazioni avverse o riacutizzazioni di lupus. Inoltre, non esistono raccomandazioni formali specifiche in merito alla profilassi della PJP nei pazienti con LES.
Ad oggi, si sa ancora poco sull’impiego nella real life della PJP nei pazienti affetti da LES o sui fattori che influenzano la profilassi della PJP da parte dei pazienti e dei clinici.

Gli studi attualmente disponibili, infatti, presentano limiti sia in termini di numerosità di pazienti che in termini di specificità per il LES (essendo stati concepiti per valutare l’impiego della PJP sulle malattie reumatologiche in generale.

Di qui il nuovo studio, che si è proposto: 1) di analizzare la frequenza dell’infezione da PJP in un’ampia coorte di  pazienti con LES sulla base della consultazione delle loro cartelle cliniche elettroniche (EHR); 2) di esaminare l’impatto delle caratteristiche demografiche e cliniche dei pazienti sull’impiego e sul tipo di profilassi adottata per la PJP.

Disegno dello studio e risultati principali
I ricercatori hanno identificato i pazienti con LES che avevano anche la PJP in base ai codici di classificazione ICD-09CM e ICD-10CM. I casi di positività alle infezioni responsabili di PJP sono stati identificati grazie  all’immunofluorescenza, alla PCR o alla colorazione con argento metenamminico di Gomori dell’espettorato o dei campioni di lavaggio broncoalveolare.

I ricercatori hanno inoltre valutato la coorte per i pazienti che potevano aver ricevuto la profilassi per la PJP esaminando le liste dei farmaci dei pazienti. Nei pazienti in cui l’infezione da PJP è stata confermata, i ricercatori hanno raccolto informazioni demografiche attraverso la revisione delle cartelle cliniche. Le informazioni raccolte comprendevano l’esposizione ai farmaci e i valori di laboratorio, oltre ai dati demografici.

L’analisi ha incluso un totale di 977 pazienti con LES, di cui quattro hanno mostrato infezioni confermate da PJP. Tra questi quattro pazienti, due avevano la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). Secondo i ricercatori, nessuno di questi pazienti era stato sottoposto a profilassi.

In totale, il 14% dei 977 pazienti con LES inclusi nello studio era stato sottoposto a profilassi per la PJP. Tra i 617 pazienti con LES che erano stati trattati con una terapia immunosoppressiva, il 21% era stato sottoposto a profilassi per la PJP.

Dai dati è emerso che la tipologia di profilassi più comunemente prescritta in questi pazienti era quella basata sull’impiego di sulfamidici.
Quanto alla safety, sono stati registrati eventi avversi  in 22 casi su 117: di questi, pazienti, solo uno era stato sottoposto a trattamento con un sulfamidico.

Dallo studio è emerso, infine, che i pazienti più giovani, quelli di etnia Afro-americana, quelli in trattamento con glucocorticoidi, quelli affetti da nefrite o che avevano subito un trapianto di rene, erano quelli che avevano maggiori probabilità di essere stati sottoposti a profilassi.

Riassumendo
Nel complesso, dai dati dello studio è emerso che “…le infezioni da PJP sono risultate molto poco frequenti nella nostra ampia casistica di pazienti affetti da LES che si estendeva per oltre 30 anni, con solo quattro casi di PJP identificati – hanno sottolineato i ricercatori – Non è stata rilevata una maggiore frequenza di PJP nella nostra casistica di pazienti con LES rispetto alla nostra popolazione di riferimento. Il ricorso alla profilassi della PJP nei pazienti affetti da LES, nella real life, è stato di gran lunga inferiore rispetto a quanto riportato da precedenti studi condotti sull’argomento. Gli eventi avversi dovuti agli agenti farmacologici utilizzati per la profilassi sono stati rari e di grado lieve”.

“Questo dato – concludono – suggerisce che i sulfamidici potrebbero non essere così problematici nei pazienti con LES come suggerito da precedenti studi di indagine sui pazienti”.

Bibliografia
Boone B, Lazaroff SM, Wheless L, Wolfe RM, Barnado A. Rates of Pneumocystis jirovecii pneumonia and prophylaxis prescribing patterns in a large electronic health record cohort of patients with systemic lupus erythematosus. Semin Arthritis Rheum. 2022 Dec;57:152106. doi: 10.1016/j.semarthrit.2022.152106. Epub 2022 Oct 17. PMID: 36279805; PMCID: PMC9937021.
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