Il film “The Boogeyman” è al cinema: ecco la trama


“The Boogeyman” al cinema: il film è ispirato a un racconto di Stephen King, dal titolo ‘Il BauBau’, contenuto nella sua prima antologia ‘A volte ritornano’

The Boogeyman

Le pagine di Stephen King prendono vita sul grande schermo con ‘The Boogeyman’. Da oggi al cinema (distribuito da The Walt Disney Company Italia) con la regia di Rob Savage (‘Host’), il film è ispirato a un racconto di King, dal titolo ‘Il BauBau’ (in italiano), contenuto nella sua prima antologia ‘A volte ritornano’. Qui King racconta un incontro ‘da brividi’ tra un padre al quale sono stati uccisi i figli e uno psichiatra. Il boogeyman o babau è un mostro terrificante e famelico che si nasconde al buio: nell’armadio, nello sgabuzzino oppure sotto il lettoUna creatura che nel film 20th Century Studios si nutre del dolore dei protagonisti interpretati da Sophie Thatcher, Chris Messina e Vivien Lyra Blair alle prese con l’elaborazione del lutto.

LA STORIA

La liceale Sadie Harper (Thatcher) e sua sorella minore Sawyer (Blair) sono sconvolte dalla improvvisa morte della madre e non ricevono molto supporto dal padre, Will (Messina), un terapista che sta a sua volta affrontando il proprio dolore. Quando il paziente Lester Billings (David Dastmalchian) disperato e nervoso si presenta inaspettatamente a casa loro in cerca di aiuto, lascia dietro di sé una terrificante entità soprannaturale che va a caccia di famiglie e si nutre della sofferenza delle sue vittime. Nel corso della storia fa la sua comparsa anche la moglie di Billings (personaggio non presente nel racconto di King) che, a suo modo, svela alla coraggiosa Sadie qualcosa in più su questa misteriosa entità.

APRIRE QUELL’ARMADIO BUIO PUÒ ESSERE UN’OCCASIONE

Non siamo davanti a un capolavoro, la narrazione corre troppo non lasciando il tempo di respirare la storia, di assaporare lo svolgimento, di mettersi nei panni dei protagonisti. Si soffre e si riflette con loro, ma di fretta. Però siamo davanti ad una occasione. L’opportunità di aprire quell’armadio buio, seppur così inquietante, e attraversare il dolore condividendolo anche se fa male. Questo papà Will – che con la sua figura di genitore assente cita la saga di ‘Nightmare’ – lo capirà grazie alle sue figlie.

Sadie e Sawyer si confrontano con il male, lo combattono. Sì, hanno paura. Ma non importa. Citando ‘Poltergeist – Demoniache presenze’, affrontano il ‘mostro’. Sawyer, la più piccola, lo combatte con una grande sfera di luce che tiene con sé mentre dorme (non si sa mai arrivano i mostri…un pensiero che fa parte dell’infanzia di tutti). Sadie, invece, è bullizzata dalle compagne di scuola. Come se il dolore rendesse strano un essere umano. Nonostante la rabbia, il papà che non c’è, il lutto e le bulle lei cresce, diventa donna. In questo racconto, che per Sadie è di formazione, diventa la supereroina della famiglia. Capisce che solo con l’unione si può sconfiggere il male. Solo se si condivide il dolore, questo fa meno male.

Ancora una volta il genere horror, così come il fantasy, riescono a raccontare meglio la realtà di qualsiasi altro genere. La perdita di qualcuno che ami, il senso di inadeguatezza, l’incomunicabilità, la solitudine, i ‘mostri interiori’ e gli attacchi di panico sono più terrificanti di qualsiasi villan della storia del cinema o del mondo delle serie.