AIFA riconosce all’antibiotico Fetcroja innovatività piena


AIFA: innovatività piena per cefiderocol – nome commerciale Fetcroja – cefalosporina siderofora di ultima generazione attiva contro i principali patogeni Gram-negativi

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L’Agenzia Italiana del Farmaco ha concesso la designazione di innovatività piena per cefiderocol (nome commerciale Fetcroja), cefalosporina siderofora di ultima generazione, prima nella sua classe, attiva contro i principali patogeni Gram-negativi considerati di priorità critica dall’OMS, per via delle limitate opzioni terapeutiche di cui disponiamo ad oggi. AIFA ha istituito inoltre un registro web di monitoraggio a maggior garanzia dell’uso appropriato di cefiderocol nell’ambito dell’indicazione ammessa alla rimborsabilità.

L’antibiotico-resistenza (AMR) è una tra le dieci minacce più gravi alla salute mondiale secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e si stima che, senza misure di contrasto adeguate, provocherà circa 10 milioni di morti entro il 2050. Un fenomeno in continua crescita con un impatto significativo anche nel nostro Paese: infatti, in Italia, le infezioni causate da batteri antibiotico-resistenti costano la vita a oltre 10mila persone ogni anno, posizionandoci al secondo posto in Europa per numero di decessi3.

La decisione di AIFA si inserisce in un contesto internazionale dove anche altre Autorità regolatorie europee stanno cercando delle soluzioni efficaci per supportare la ricerca e sviluppo di antibiotici innovativi per contrastare il fenomeno dell’AMR. Inghilterra e Germania stanno ad esempio adottando dei modelli che incentivano l’accesso a questo tipo di antibiotici e tengono in considerazione i benefici derivanti dall’innovatività al momento della negoziazione di prezzo e rimborso.

In questo contesto, il riconoscimento di AIFA a cefiderocol rappresenta un passo fondamentale per la lotta all’AMR e la designazione di innovatività piena conferma il valore terapeutico aggiunto importante di questo innovativo antibiotico, grazie alla maggiore capacità di ridurre il rischio di mortalità nei pazienti con infezioni da batteri multi-resistenti.
In questi pazienti, infatti, l’unmet need è massimo e le alternative terapeutiche clinicamente valide sono limitate o hanno un profilo di efficacia e/o sicurezza sub-ottimale tale da comportare un fallimento terapeutico. Tanto che la stessa AIFA ha identificato il setting di impiego della molecola, di rilevanza strategica per il contrasto dell’AMR, che – considerando le limitazioni delle indicazioni rimborsate – ha una prevalenza assimilabile a quella di una malattia rara.

Tra le evidenze valutate da AIFA per il conferimento dell’innovatività piena a cefiderocol, sono stati considerati anche due studi osservazionali retrospettivi pubblicati su altrettante prestigiose riviste scientifiche in ambito di antibioticoterapia i, ii. Condotti entrambi in Italia su pazienti con infezioni gravi da CRAB, il trattamento con cefiderocol è risultato ben tollerato anche in popolazioni critiche di soggetti ricoverati in terapia intensiva e ha consentito di ottenere una mortalità inferiore rispetto a regimi antibiotici alternativi, con risultati statisticamente significativi in uno degli studi.

“La difficoltà in cui si trova l’Italia nel gestire l’emergenza dell’AMR rende necessario disporre di antibiotici di nuova generazione, da utilizzare in modo specifico e mirato su particolari ceppi resistenti ed efficace nel ridurre decessi e complicanze” – spiega il Prof. Pierluigi Viale, Direttore del Dipartimento interaziendale per la gestione del rischio infettivo della città di Bologna. “La ricerca e sviluppo di nuove molecole anti infettive procede più lentamente rispetto alla capacità di generare ed affinare specifici meccanismi di resistenza da parte delle popolazioni microbiche, mettendo in difficoltà i sistemi sanitari. La designazione di innovatività riconosciuta a cefiderocol dimostra la rilevanza che questa problematica ha assunto per il nostro Paese in termini di sanità pubblica, e conferma la sensibilità di AIFA per gli investimenti in tale settore”.

La ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici è un processo lungo, costoso e difficoltoso. E quando si riesce ad arrivare con successo a svilupparne di sicuri ed efficaci, il loro utilizzo è giustamente riservato nella pratica clinica solo ai casi in cui le opzioni di prima scelta non sono più efficaci, al fine di minimizzare il rischio di insorgenza di nuove resistenze. Quest’impiego limitato ma di massima precisione, da un lato tutela l’efficacia di questi farmaci, dall’altro però riduce notevolmente la prospettiva di sostenibilità delle aziende farmaceutiche: si creano infatti condizioni di mercato insostenibili che non solo non incentivano la ricerca e sviluppo necessarie allo sviluppo di nuovi antibiotici, ma addirittura hanno portato diverse aziende al fallimento.

Una recente revisione dell’OMS sul numero di nuovi antibiotici attualmente in fase di sviluppo mostra che solo 12 nuovi antibiotici sono entrati nel mercato tra il 2017 e il 2021, di cui solo uno – cefiderocol – in grado di colpire tutti gli agenti patogeni ritenuti critici dall’OMS4. Appena 27 sono quelli in fase di sviluppo, con poche innovazioni: solo sei sono considerati abbastanza “innovativi” da essere in grado di superare la resistenza agli antibiotici secondo i criteri dell’OMS e solo due di questi sei sono rivolti a forme altamente resistenti di questi agenti patogeni considerati critici.

“L’utilizzo di questo antibiotico innovativo va inquadrato in una visione di sistema di antimicrobial stewardship: la terapia deve essere mirata, prescritta per il tempo necessario e con le giuste dosi per migliorare l’outcome del paziente, ma anche applicare costantemente i principi di corretto utilizzo e gestione del farmaco. Sarà quindi fondamentale impiegare in modo intelligente cefiderocol, che grazie al riconoscimento di innovatività piena ci permetterà di trattare i pazienti critici con infezioni MBL, DTR e CRAB” – aggiunge Matteo Bassetti, Presidente SITA – Società Italiana di Terapia Antinfettiva – e Direttore della Clinica Malattie Infettive presso l’Ospedale Policlinico San Martino di Genova.

“Per Shionogi è un importante riconoscimento dell’impegno che da anni l’azienda porta avanti in un’area terapeutica difficile come quella dell’AMR” – commenta Simona Falciai, General Manager Shionogi Italia. “Auspichiamo che vengano sviluppate ulteriori e specifiche misure strutturali che garantiscano maggiore sostenibilità alle aziende che ancora investono nella ricerca e sviluppo in questa area critica a livello globale e in particolare per l’Italia”.