Idrosadenite suppurativa: con bimekizumab risposta per 48 settimane


Idrosadenite suppurativa: con bimekizumab risposta clinicamente significativa, profonda e mantenuta per 48 settimane

Nei pazienti con idrosadenite suppurativa da moderata a grave buoni risultati con l'uso di un nuovo inibitore orale sperimentale della Janus chinasi 1, noto come INCB054707

Negli adulti con idrosadenite suppurativa da moderata a grave, il doppio inibitore dell’interleichina-17A e 17F bimekizumab ha consentito miglioramenti significativi rispetto al placebo nei segni e nei sintomi della malattia dopo 16 settimane, che si sono mantenuti fino alla settimana 48. I risultati positivi dettagliati degli studi di fase III 3 BE HEARD I e BE HEARD II sono stati condivisi al congresso 2023 dell’American Academy of Dermatology (AAD).

L’idrosadenite suppurativa è una malattia infiammatoria della pelle cronica, ricorrente, dolorosa e debilitante. I sintomi principali sono noduli, ascessi e fistole contenenti pus che si presentano tipicamente sotto le ascelle, all’inguine e nella zona perianale. I pazienti che ne soffrono vanno incontro a fasi di riacutizzazioni della malattia con forti dolori, che possono avere un impatto importante sulla qualità della vita.

La condizione si sviluppa all’inizio dell’età adulta in circa l’1% della popolazione ed è tre volte più comune nelle donne che negli uomini. Circa un terzo dei pazienti ha una storia familiare di idrosadenite suppurativa e fattori legati allo stile di vita, come anche il fumo e l’obesità, possono svolgere un ruolo cruciale nel decorso clinico.

Le evidenti e spiacevoli manifestazioni cutanee comportano anche un rilevante carico psicologico legato allo stigma sociale, con conseguente imbarazzo, isolamento sociale, bassa autostima e compromissione della vita sessuale, oltre a impattare sulle le relazioni interpersonali, l’istruzione e il lavoro.

«L’idrosadenite suppurativa è una patologia della pelle cronica e debilitante per la quale oggi è disponibile un solo trattamento approvato» ha affermato il ricercatore capo Alexa Kimball del Beth Israel Deaconess Medical Center e professore di dermatologia presso la Harvard Medical School di Boston. «Il trattamento dei casi da moderati a gravi con bimekizumab ha mostrato risultati promettenti negli studi di fase III, con un miglioramento sostenuto dopo un anno».

Miglioramento significativo di segni e sintomi rispetto al placebo
Gli studi di fase III BE HEARD I (n=505) e BE HEARD II (n=509 in) hanno valutato due regimi posologici di bimekizumab (320 mg ogni due settimane, Q2W, e 320 mg ogni quattro settimane, Q4W) rispetto al placebo durante il periodo di trattamento iniziale di 16 settimane e la fase di mantenimento di 32 settimane.

I dati presentati al congresso hanno evidenziato che:

  • Una percentuale significativamente più alta di pazienti trattati con bimekizumab (Q2W) ha raggiunto almeno il 50% di miglioramento rispetto al basale nell’Hidradenitis Suppurativa Clinical Response (HiSCR 50), l’endpoint primario, alla settimana 16 rispetto al placebo in BE HEARD I e BE HEARD II (rispettivamente 47,8% vs. 28,7%, p=0,006, e 52,0% vs. 32,2%, p=0,003).
  • Una percentuale maggiore di pazienti trattati con bimekizumab (Q4W) ha raggiunto una risposta HiSCR 50 alla settimana 16 rispetto al placebo in BE HEARD I e BE HEARD II, con significatività statistica raggiunta nel secondo trial (rispettivamente 45,3% vs. 28,7%, p=0,030, e 53,8% vs. 32,2%, p=0,004).
  • I pazienti trattati con bimekizumab hanno raggiunto alti livelli di risposta clinica con una percentuale maggiore di risposta HiSCR 75, un endpoint secondario chiave, alla settimana 16 rispetto al placebo, con significatività statistica in BE HEARD II con entrambi i regimi posologici e con somministrazione Q2W in BE HEARD I.
  • I pazienti trattati con bimekizumab hanno riportato un miglioramento della qualità della vita correlata alla salute (variazione rispetto al basale nel dermatology life quality index, DLQI) rispetto al placebo alla settimana 16 (BE HEARD I e BE HEARD II, Q2W e Q4W).

Le risposte cliniche (HiSCR 50 e HiSCR 75) sono state mantenute con la continuazione del trattamento attivo: oltre il 75% dei partecipanti ha raggiunto una risposta HiSCR 50 e oltre il 55% una risposta HiSCR 75 alla settimana 48 (analisi del caso osservato, BE HEARD I e BE HEARD II, Q2W e Q4W).

Il profilo di sicurezza di bimekizumab è stato coerente con quanto emerso negli studi precedenti, senza che fossero osservati nuovi segnali di sicurezza. Gli eventi avversi più comuni (frequenza >5%) insorti durante il trattamento nell’arco di 16 settimane in BE HEARD I e II sono stati idrosadenite (rispettivamente 7,2% e 8,8%), candidosi orale (4,4% e 6,7%), cefalea (7,0% e 5,8%) e diarrea (7,0% e 5,3%).

Negli Stati Uniti, l’efficacia e la sicurezza di bimekizumab nell’idrosadenite suppurativa non sono state definite e il farmaco non è ancora approvato dalla Fda. L’azienda sviluppatrice UCB prevede di presentare domande di approvazione globali per il trattamento della condizione da moderata a grave a partire dal terzo trimestre del 2023.