Renzi difende Schlein dopo le polemiche per l’armocromia


Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi difende Schlein: “Anche io attaccato per Vanity. Il suo problema non è l’armocromia, ma le idee”

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Vanity fair contro Vogue. Il chiodo nero contro il trench sartoriale. La competizione nel centrosinistra esonda: dalla politica al costume, dalla sostanza all’immagine. L’intervista della segretaria Pd Elly Schlein a Vogue in cui rivela di usufruire dei consigli di una ‘armocromista’, la consulente di immagine Enrica Chicchio per scegliere capi e colori degli abiti, viene difesa da Matteo Renzi che vede nella circostanza un comune destino.

“L’hanno attaccata perché troppo pop, dicono i critici. Una decina d’anni fa fui attaccato per lo stesso motivo“, ricorda il leader di Italia viva. All’epoca si fece ritrarre da Vanity Fair in camicia bianca, e poco dopo partecipò ad Amici in giubbotto nero. Renzi, come talvolta gli accade, sottolinea la differenza di trattamento che una parte del Pd ha riservato a Schlein e riservò all’epoca a lui. “Ovviamente quelli che dentro il PD allora mi accusarono di personalismo oggi plaudono alla svolta giovanile della segretaria. Ma questa è un’altra storia”, dice l’ex premier. “Il punto – aggiunge – è un altro. Trovo assurdo attaccare Schlein per la sua personal shopper o la sua armocromista. Sarò vecchia maniera ma non mi interessa sapere quanto prende la sua consulente di immagine o chi la paga. A me interessa la politica“.

Per Renzi “le differenze con Schlein non sono sul trench ma sull’utero in affitto, sul termovalorizzatore e sul nucleare, sul concetto di lavoro e sulle tasse, sui sussidi, sul merito nella scuola, sull’Ucraina e sull’esercito europeo, sulla giustizia e sul garantismo. Su questi temi non c’è nessun consulente di immagine che possa aiutarti: contano le idee”, dice il leader di Iv, secondo il quale “i riformisti possono accettare tutte le scelte cromatiche, gli outfit, le acconciature. Ma dalle idee non si scappa”.

Renzi conclude soffermandosi sulla discussione interna al Pd. “La fuga dal PD non nasce dalle interviste a Vogue ma dalla mancanza di chiarezza sui contenuti. Noi forse non azzecchiamo sempre i colori e talvolta veniamo spettinati in foto. Ma abbiamo le idee chiare sulla politica. E siamo pronti a confrontarci a viso aperto con tutti”.