Tumore dell’endometrio: ipotesi terza indicazione per pembrolizumab


Pembrolizumab potrebbe essere in procinto di ottenere un’altra indicazione come terapia di prima linea per il tumore dell’endometrio

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Pembrolizumab potrebbe essere in procinto di ottenere un’altra indicazione come terapia di prima linea per il tumore dell’endometrio, dopo che l’azienda produttrice (MSD) ha annunciato venerdì risultati positivi dello studio di fase 3 NRG-GY018.

In questo trial, il farmaco immunoterapico associato alla chemioterapia ha portato a un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da progressione (PFS) nelle pazienti con carcinoma endometriale in stadio III-IV o ricorrente rispetto alla sola chemioterapia, ha riferito l’azienda.

I risultati sono stati coerenti sia nelle pazienti il cui tumore presentava un deficit del sistema di riparazione dei mismatch (dMMR) sia in quelle in cui il sistema di riparazione dei mismatch era funzionante (‘proficient’, pMMR)

Durante lo studio non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza e il profilo di sicurezza del farmaco è risultato in linea con quello osservato in altri trial.
L’azienda presenterà questi risultati in occasione di uno dei prossimi congressi del settore e intende discuterne con le autorità regolatorie.

«Le pazienti affette da carcinoma endometriale in stadio avanzato o recidivante, il tipo di tumore ginecologico più comune negli Stati Uniti, hanno una prognosi infausta e poche opzioni terapeutiche a disposizione. Ciò è particolarmente evidente nelle pazienti che progrediscono dopo una precedente terapia adiuvante a base di platino e non possono essere sottoposte a una chirurgia curativa o alla radioterapia», ha dichiarato l’autore principale dello studio, Ramez Eskander, dell’Università della California di San Diego (UCSD). «In questo studio, pembrolizumab, in combinazione con carboplatino e paclitaxel, ha portato a un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da progressione in entrambe le popolazioni dello studio, le pazienti con dMMR e quelle con pMMR. Non vediamo l’ora di presentare questi risultati entusiasmanti a un prossimo congresso scientifico».

«In alcune pazienti con carcinoma endometriale avanzato, progredito dopo una precedente terapia sistemica e non candidate alla chirurgia o alla radioterapia, pembrolizumab è diventato un’importante opzione terapeutica, sia come monoterapia sia in combinazione», ha dichiarato Eliav Barr, senior vice president, head of global clinical development e chief medical officer di Merck Research Laboratories. «Questi ultimi risultati in prima linea sono molto incoraggianti e dimostrano il potenziale di pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia per le pazienti con malattia in stadio III-IV o ricorrente, indipendentemente dallo stato del sistema di riparazione dei mismatch».

Negli Stati Uniti pembrolizumab è già approvato in due indicazioni per il tumore dell’endometrio: in combinazione con lenvatinib nel tumore endometriale avanzato con pMMR e come agente singolo per il carcinoma endometriale avanzato con alta instabilità dei microsatelliti o dMMR.
MSD sta valutando pembrolizumab anche come monoterapia per il trattamento di prima linea del carcinoma endometriale avanzato e come trattamento adiuvante, dopo la chirurgia.