MICI: mortalità raddoppiata in caso di infarto


Mortalità più elevata per i pazienti con malattia infiammatoria cronica intestinale e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST

Secondo un nuovo studio la terapia farmacologica intensiva migliora l'infiammazione associata alla stenosi nella malattia di Crohn

I pazienti con malattia infiammatoria cronica intestinale e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST avrebbero mortalità, degenze ospedaliere e costi ospedalieri più elevati rispetto ai pazienti con sola IBD. È quanto evidenziato durante il Crohn’s and Colitis Congress.

L’infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST è il quadro di infarto meno grave ed è dovuto ad ischemia miocardica acuta, associata a necrosi miocardica subendocardica.
“Sulla base dei risultati del nostro studio, i pazienti IBD non-STEMI richiedono un monitoraggio più attento e occorre concentrarsi su un trattamento migliore e sulla prevenzione delle complicanze che possono svilupparsi”, evidenzia Neethi R. Dasu, della Rowan University School of Osteopathic Medicine, aggiungendo: “Inoltre, il nostro studio ha rivelato che questi pazienti con IBD hanno un rischio maggiore di eventi cardiovascolari”.

Dasu e il suo collega Yaser Khalid, del Wright Center for Graduate Medical Education, avevano precedentemente notato che molti pazienti con IBD spesso mostravano un concomitante aumento della troponina/non-STEMI e che la cura di questi pazienti è stata spesso ritardata.
Per determinare l’impatto della concomitante non-STEMI e IBD sul sistema sanitario, Dasu e colleghi hanno utilizzato il campione nazionale ospedaliero dal 2015 al 2019 per identificare i pazienti con IBD e non-STEMI (n=89.460) rispetto ai pazienti con solo IBD (n=447.300).

I ricercatori hanno applicato l’analisi di regressione multivariata per stimare gli odds ratio di mortalità intraospedaliera, durata media della degenza ospedaliera e spese ospedaliere, dopo aver aggiustato per età, sesso, razza, stato del contribuente assicurativo primario, tipo e dimensione dell’ospedale, regione ospedaliera e altre caratteristiche demografiche.
Secondo i risultati dello studio, la mortalità (OR=2,16; 95% CI, 1,29-3,66), la durata della degenza ospedaliera (+2,25; 95% CI, 0,82-3,67) e le spese ospedaliere totali erano tutte più elevate ($ 42.710,89; 95% CI, $ 21.379,01- $ 64.042,77) per i pazienti con IBD e non STEMI rispetto ai pazienti con sola IBD.

“A parte i pazienti con entrambe le comorbidità che hanno una maggiore durata della degenza, spese ospedaliere totali e una mortalità doppia rispetto ai soli pazienti con IBD, i risultati più interessanti sono stati i predittori positivi indipendenti di aumento della mortalità, durata della degenza e spese ospedaliere totali” ha precisato Dasu. “Questi includevano sepsi, danno renale acuto, malnutrizione.

Questo è interessante perché evidenzia la necessità per i medici di essere diligenti nel monitoraggio di queste potenziali complicanze; l’intervento e il trattamento precoci potrebbero sicuramente cambiare i risultati e diminuire la mortalità, la morbilità e i costi”.
I ricercatori hanno notato che poiché i percorsi infiammatori comuni e sovrapposti contribuiscono sia all’IBD che al non-STEMI, aumentando probabilmente il rischio di complicanze e mortalità, con questi pazienti dovrebbe essere impiegato un approccio multidisciplinare, incentrato sull’identificazione e la mitigazione dei fattori di rischio cardiovascolari, così come la remissione dell’attività IBD/malattia.

“I medici dovrebbero essere consapevoli delle complicanze che peggiorano gli esiti nei pazienti con malattia infiammatoria intestinale e non STEMI”, ha affermato Dasu. “Il monitoraggio precoce per lo sviluppo di sepsi, danno renale acuto può alterare significativamente i risultati in questi pazienti”.

Ha aggiunto: “Abbiamo identificato la malnutrizione come predittore di un peggioramento della mortalità, della durata della degenza e delle spese ospedaliere. La malnutrizione colpisce un’ampia percentuale di pazienti con IBD e la sua presenza peggiora gli esiti nei pazienti non STEMI; quindi, l’inizio precoce della nutrizione, il monitoraggio della malnutrizione e il coinvolgimento dei dietisti potrebbero migliorare i risultati.

Suga H. Poster P003: Impact of non-ST-elevation myocardial infarction (NSTEMI) on patients with inflammatory bowel disease. Presented at: Crohn’s and Colitis Congress; Jan.19-21, 2023; Denver (hybrid meeting).