Ancora bufera per le parole di La Russa sul 25 Aprile


“I partigiani volevano il comunismo, non la libertà. E in via Rasella uccisero musicisti”: è bufera sulle parole di La Russa in vista del 25 Aprile

ignazio la russa

È (di nuovo) polemica per le frasi di Ignazio La Russa, presidente del Senato in quota Fratelli d’Italia sul 25 aprile, sui partigiani ma anche sui fatti di via Rasella, l’attentato commesso il 23 marzo 1944 a Roma durante la Resistenza. Questo diede origine, per successiva rappresaglia, all’eccidio delle Fosse Ardeatine da parte delle forza tedesche, il giorno successivo. Di quel fatto La Russa dice oggi che i partigiani non uccisero dei nazisti ma una banda musicale. L’attentato di via Rasella, probabilmente il più grave contro le forze tedesche, avvenne a Roma: i partigiani lanciarono alcune bombe al passaggio del battaglione ‘Bozen’: 33 soldati tedeschi rimasero uccisi, altri 55 feriti.

“I PARTIGIANI NON VOLEVANO L’ITALIA DEMOCRATICA MA IL COMUNISMO”

“Non sarà il primo 25 aprile che celebro, sono andato da Ministro della Difesa a rendere omaggio al monumento dei partigiani, ho portato un mazzo di fiori a tutti i partigiani, anche a quelli rossi che come è noto non volevano un’Italia libera e democratica ma volevano un’Italia comunista. Chi muore per un’idea e per una scelta ideale, non può mai essere oggetto di avversione”, ha detto ancora La Russa a Terraverso, il podcast di Libero Quotidiano, condotto da Emanuele Ranucci e Pietro Senaldi. Lo scorso anno, in occasione del 25 aprile, fecero molto discutere le parole di La Russa che annunciò di non avere intenzione di festeggiare la ricorrenza. In quell’occasione, disse che non avrebbe partecipato ai cortei che si fanno per “celebrare una festa della libertà e della democrazia ma qualcosa di completamente diverso, appannaggio di una certa sinistra”.

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“VIA RASELLA PAGINA TUTT’ALTRO CHE NOBILE”

Nell’intervista al podcast di Libero, La Russa si è soffermato a parlare anche dell’attentato di via Rasella, l’episodio che vide protagonisti i partigiani e che ebbe poi, come risposta, l’eccidio delle Fosse Ardeatine. “Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi pensionati e non nazisti delle SS“, ha detto La Russa durante il podcast di Libero. Su quell’episodio, La Russa dice ancora: “Quegli italiani erano stati uccisi per rappresaglia per quello che avevano i partigiani a via Rasella“, e lo dice tornando sulla polemica scoppiata il giorno del ricordo delle Fosse Ardeatine per le parole di Giorgia Meloni “uccisi perché italiani”.

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“GIORGIA NON È CAMBIATA, PRONTA DALLA NASCITA A FARE PREMIER”

“Giorgia non è cambiata, ha solo dovuto riempire di più le sue giornate. Non fa un giorno di vacanza da 3 anni. Un anno era partita per l’America e appena arrivata è dovuta tornare indietro perché Salvini se ne è andato al Papeete e c’è stata la crisi. L’anno scorso di nuovo, prepara la vacanza e cade il governo! Non ha fatto un giorno di vacanza. Lei prima degli spazi per se stessa riusciva a ritagliarseli, faceva ginnastica, allenamento ecc… Giorgia non è cambiata perché era già strutturata dalla nascita per svolgere questo ruolo che ora ricopre”. Lo ha dichiarato Ignazio La Russa, Presidente del Senato ospite di Terraverso, il podcast di Libero Quotidiano, condotto da Emanuele Ranucci e Pietro Senaldi.

“BOTTE DURANTE MILITANZA POLITICA? DATE E PRESE UNA VOLTA SOLA”

“Le ho date una volta sola, due schiaffi ad un ragazzo che mi diede del fascista e mi cacciò dall’università a pedate. Venni allontanato con qualche pedata, poi incontrai di nuovo questo ragazzo, gli ho dato due sberle. Posso giurare che durante la mia militanza politica è stata l’unica volta che ho usato le mani. Le ho prese invece una volta, la mia fidanzata, poi moglie, mi salvò da un colpo di chiave inglese in testa. Loro erano duemila, noi cento. Partì una sassaiola e poi ci aggredirono. Ci salvammo perché un carabiniere sparò in aria, poi ebbe anche dei guai, la Digos invece di fermare quelli che ci aggredirono fermò lui”, ha dichiarato ancora La Russa come riferisce la Dire (www.dire.it).

“IL BUSTO DI MUSSOLINI LO HA PRESO MIA SORELLA”

“Il busto non ce l’ho più, se lo è rubato mia sorella. Accetto il regalo del busto di Lenin e lo metto a casa, ne ho tanti, metto anche questo”, ha detto ancora la Russa durante il podcast di Libero.

“SPINELLI? CONTRARIO E NON NE HO MAI FUMATO UNO”

“Mi vergogno molto, parlo di spinelli e sono contrario alle droghe ma senza averne mai provato uno. Non è mai detto però, se qualcuno durante un’intervista mi vuole far provare uno spinello lo provo”. Lo ha dichiarato Ignazio La Russa, Presidente del Senato ospite di TERRAVERSO, il podcast di Libero Quotidiano, condotto da Emanuele Ranucci e Pietro Senaldi.