Vaccini contro l’HIV: si ferma lo studio di fase 3 Mosaico


Il promettente studio di fase III Mosaico in corso per valutare il vaccino sperimentale contro l’HIV, contenente Ad26.Mos4.HIV, sta per essere interrotto

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Il promettente studio di fase III Mosaico in corso per valutare il vaccino sperimentale contro l’HIV, contenente Ad26.Mos4.HIV, sta per essere interrotto. Lo ha reso noto la multinazionale del farmaco, Johnson & Johnson, evidenziando che non sono stati identificati problemi di sicurezza. Lo stop deriva dai risultati di una revisione pianificata da parte del comitato indipendente di monitoraggio dei dati e della sicurezza (DSMB) dello studio che ha rilevato inefficacia del vaccino rispetto al placebo nella protezione dall’infezione da HIV.

Lo studio Mosaico, noto anche come HVTN 706 e HPX3002, è iniziato nel 2019 ed è stato progettato per valutare il regime vaccinale somministrato durante quattro visite nell’arco di un anno. Alle visite tre e quattro è stata somministrata anche una miscela di proteine solubili Clade C/Mosaic gp140, adiuvata con fosfato di alluminio.
Johnson & Johnson ha precisato che le vaccinazioni sono state completate lo scorso ottobre.

Secondo Johnson & Johnson, l’analisi del DSMB ha concluso che era improbabile che lo studio raggiungesse il suo endpoint primario. Ulteriori analisi sono in corso per lo studio, condotto da una partnership che comprendeva il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) degli Stati Uniti e l’HIV Vaccine Trials Network (HVTN).
I motivi alla base della difficoltà di sviluppare un vaccino per l’Hiv sono l’esistenza di molte varianti diverse del virus, l’assenza di immunità naturale nei confronti dell’Hiv, l’imperfezione dei modelli animali in quanto il Siv (Simian immunodeficiency virus) che infetta le scimmie è diverso da quello umano e la limitatezza degli investimenti.

In particolare la differenza genetica tra i diversi virus dell’Hiv presenti in diverse parti del mondo rende difficile dal punto di vista pratico la costruzione di un vaccino. «Dobbiamo trovare dei vettori efficaci che consentano l’inserimento di proteine in grado di sviluppare la risposta del sistema immunitario e prestare attenzione al regime di somministrazione, in modo da favorire l’aderenza al ciclo vaccinale» ha continuato.
“Siamo delusi da questo risultato e siamo solidali con le persone e le comunità vulnerabili e colpite dall’HIV”, ha dichiarato Penny Heaton, leader della ricerca e sviluppo sui vaccini di Janssen. “Sebbene ci siano stati progressi significativi nella prevenzione dall’inizio dell’epidemia globale, 1,5 milioni di persone hanno contratto l’HIV solo nel 2021, sottolineando l’elevato bisogno insoddisfatto di nuove opzioni e il motivo per cui abbiamo lavorato a lungo per affrontare questa sfida sanitaria globale”.

La battuta d’arresto segue un precedente fallimento del vaccino Ad26.Mos4.HIV nello studio Imbokodo di Fase IIb.
Nello studio Imbokodo è stata utilizzata la stessa tecnologia usata per il vaccino contro il Covid-19, che è in gran parte in via di uscita dal mercato statunitense.
Al momento dell’interruzione della sperimentazione con Imbokodo, il comitato di monitoraggio dei dati e della sicurezza ha raccomandato a Mosaico di continuare perché stava sperimentando un regime leggermente diverso ed era in fase di studio su una diversa popolazione di pazienti.

Lo studio Mosaico
Mosaico è uno studio clinico interventistico internazionale che ha coinvolto 55 centri in otto Paesi distribuiti in tre continenti. Questo studio è stato condotto da Janssen in partnership, a livello globale, con il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), l’HIV Vaccine Trials Network (HVTN) all’interno del Fred Hutchinson Cancer Research Center e la U.S. Army Medical Research and Development Command (USAMRDC), che con uno sforzo congiunto, lavorano per avanzare il progresso scientifico affinché sia possibile rendere disponibile un vaccino preventivo l’HIV. L’obiettivo era quello di studiare un regime vaccinale che preveda quattro somministrazioni nell’arco temporale di un anno.
Mosaico ha incluso circa 3900 uomini cisgender e persone transgender che avevano rapporti sessuali con altri uomini cisgender e/o persone transgender in più siti in Argentina, Brasile, Italia, Messico, Perù, Polonia, Porto Rico, Spagna e Stati Uniti.

I ricercatori hanno somministrato ai partecipanti un vaccino tetravalente noto come Ad26.Mos4.HIV, utilizzando un virus del raffreddore comune, tramite un’iniezione intramuscolare nei giorni 1, 3, 6 e 12, e un vaccino bivalente, che include Adjuvanted Clade C gp140 e Mosaic gp140, ai mesi sei e 12, secondo quanto mostrato dal database clinicaltrials.gov.
Sono stati scelti per essere inclusi nello studio solo partecipanti che avevano rifiutato la PrEP.
“Una cosa che abbiamo chiaramente imparato dai partecipanti allo studio è che le persone vogliono una scelta e che un vaccino sarà un’opzione importante per coloro che non vogliono la PrEP” ha evidenziato la co-presidente dello studio Susan Buchbinder, professore presso l’Università della California, San Francisco.
Nello studio sul vaccino Mosaico è stato somministrato un vaccino simile a Imbokodo ma diretto contro la variante virale Clade B. La vaccinazione prevedeva 4 iniezioni somministrate nel giro di un anno e dal punto di vista pratico i volontari partecipanti restavano nello studio per 12 mesi e venivano seguiti fino a 24-30 mesi. Il follow-up era fondamentale perché, affinché lo studio venisse dichiarato efficace, la perdita al follow-up non doveva essere superiore al 5%.

Nello studio Mosaico i criteri per considerare le persone ad aumentato rischio di infezione da Hiv erano la possibilità di avere avuto dei rapporti anali ricettivi non protetti, una delle infezioni batteriche considerate chiave e che aumentano fino a 40 volte il rischio di acquisizione dell’Hiv (gonorrea rettale o uretrale, clamidia, sifilide), l’uso di stimolanti come cocaina e anfetamine o aver avuto cinque o più partner, quindi un potenziale bacino molto ampio di partecipanti.

Prima e dopo lo studio Mosaico
Un’analisi primaria di quei dati, resa nota nel 2021, ha mostrato che un regime simile non ha fornito una protezione sufficiente contro l’HIV in una popolazione di giovani donne nell’Africa subsahariana.
All’inizio del 2020, anche un regime di Sanofi e GSK ha mancato l’asticella in uno studio di fase IIb/III che ha arruolato 5.407 persone in Sud Africa. In tale caso, il NIAID ha riferito che anche lo studio HVTN 702, che valutava il regime vaccinale RV144, non era migliore del placebo nella prevenzione delle infezioni da HIV.
Mentre la pipeline in fase avanzata si è ora ridotta, altri gruppi si trovano nelle fasi iniziali di test su nuovi vaccini, tra cui Moderna, Vir Biotechnology, National Institutes of Health e Aelix Therapeutics, alleata di Gilead.