Malattia di Still: canakinumab efficace e sicuro nella real life


Malattia di Still: arrivano conferme di efficacia e sicurezza per canakinumab nella real life, indipendentemente dal decorso sistemico o articolare di malattia

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Sono stati recentemente pubblicati su Frontiers in Medicine i risultati di uno studio che,  utilizzando i dati del registro AIDA (the AutoInflammatory Disease Alliance) sulla malattia di Still, ha confermato l’efficacia e la sicurezza dell’inibitore di IL-1 canakinumab, come farmaco biologico di prima istanza, nel trattamento di questa malattia rara, indipendentemente dal decorso di malattia (sistemico o cronico-articolare).

I risultati positivi dello studio ottenuti per entrambi i decorsi di malattia di Still sopra citati si spiegherebbero, stando ai ricercatori, con la precoce introduzione di canakinumab nel trattamento di questi pazienti.

Qualche informazione sulla malattia di Still
“La malattia di Still – spiega il prof. Luca Cantarini (Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze, Università degli Studi di Siena e coordinatore dello studio) è una malattia infiammatoria sistemica classificata tra le malattie autonfiammatorie e le cui cause ad oggi non sono del tutto note. Può colpire sia pazienti adulti che i bambini e si caratterizza per la presenza di febbre, un’eruzione cutanea rosa-salmone a carico del torace e degli arti, aumento delle dimensioni del fegato, della milza dei linfonodi ed infiammazione a carico delle membrane sierose”.

Razionale e obiettivi dello studio
“Il trattamento con farmaci biologici anti IL-1 come canakinumab (che blocca selettivamente l’IL-1 beta circolante, principalmente coinvolte nella patogenesi di malattia) – scrivono i ricercatori nell’introduzione al lavoro – è raccomandato da tempo nei pazienti con malattia di Still attiva, soprattutto nei casi refrattari ai glucocorticoidi (GC) e ai DMARD convenzionali, evitando l’esposizione a lungo termine ai GC (NdR: notoriamente associata ad eventi avversi)”.

“Alcuni trial clinici randomizzati – continuano i ricercatori – e studi di real world hanno descritto l’efficacia dell’inibizione di IL-1 sul coinvolgimento articolare infiammatorio di malattia, con una riduzione significativa del numero di articolazioni dolenti, tumefatte, del punteggio DAS28 e del corrispondente pediatrico (JADAS27) di attività di malattia. D’altro canto, altre evidenze suggeriscono che il coinvolgimento articolare risponderebbe meno velocemente agli inibitori di IL-1, soprattutto nei pazienti con tempi più lunghi dall’insorgenza di malattia all’inizio del trattamento con farmaci anti-IL-1”.

Su questi presupposti di partenza è stato concepito il nuovo studio che si è proposto di valutare l’esistenza di differenze di efficacia di canakinumab, prescritto come farmaco biologico in prima battuta, in pazienti con malattia di Still a decorso sistemico e cronico-articolare.

“Fino ad oggi, infatti – ha rimarcato il prof. Cantarini ai nostri microfoni – era ancora poco chiara l’efficacia di canakinumab in quei casi dove era prevalente il quadro di artrite cronica”.

Disegno dello studio
Lo studio è stato condotto in base ai dati raccolti nel Registro Internazionale della malattia di Still promosso dal network AIDA (the AutoInflammatory Disease Alliance (AIDA) Network).

“La scelta di utilizzare i dati di un registro internazionale di pazienti affetti dalla malattia – spiega Cantarini – si spiega con il fatto che la malattia di Still è una patologia rara e, quindi è impossibile effettuare studi affidabili su grandi numeri di pazienti, basandosi esclusivamente sulla casistica dei singoli centri di riferimento”.

Gli endpoint dello studio erano rappresentati dall’assenza di differenze statisticamente significative tra pazienti con decorso sistemico e quelli con decorso cronico-articolare di malattia in termini di:
– frequenza di risposta completa e parziale
– frequenza di recidive durante il trattamento
– riduzione del punteggio di attività sistemica Pouchot e Rau
– DAS28, numero articolazioni dolenti e tumefatte
– valutazione globale di artrite fatta dal medico (PhGA) e dal paziente (PGA)
– riduzione posologia steroidi e DMARDcs
– riduzione livelli VES, CRP e ferritina

(NdR: La risposta completa al trattamento era definita dalla risoluzione complete di tutte le manifestazioni cliniche legate alla malattia, insieme alla riduzione di tutti i parametri infiammatori di laboratorio entro il range di normalità. La risposta parziale era definite dalla persistenza di manifestazioni cliniche, associata a riduzione rilevante della loro severità e a parametri infiammatori di laboratorio nella norma o solo leggermente aumentati. La cattiva risposta al trattamento includeva quei pazienti che non soddisfacevano il raggiungimento della risposta completa o parziale. La recidiva era definita in questo studio dalla ricomparsa delle manifestazioni cliniche legate alla malattia di Still responsabili di un cambio della terapia in essere, dell’aggiunta di un DMARDcs o dell’innalzamento della posologia dei GC).

Gli outcome clinici sono stati valutati nel corso di visite mediche di controllo a 3, 6 e a 12 mesi e nel corso dell’ultima valutazione clinica in corso di trattamento con canakinumab. Gli outcome di laboratorio sono stati analizzati all’inizio dello studio e mediante valutazione a 3 mesi.

Su 262 pazienti con malattia di Still inclusi nel registro, ne sono stati considerati 26 che avevano utilizzato canakinumab come farmaco biologici di prima battuta (17 di sesso femminile, 9 di sesso maschile; 18 pazienti con sviluppo di malattia di Still dopo i 16 anni di età).

Sedici pazienti (61,5%) mostravano un decorso di malattia tipicamente sistemico, mentre 10 (38,5%) unl decorso di malattia cronico-articolare.

Risultati principali
Dall’analisi dei dati, non sono state osservate differenze tra la malattia di Still sistemica e quella cronico-articolare in termini di frequenza di risposta completa, di recidive dopo l’inizio del trattamento con canakinumab (p = 0,701) e di persistenza nella terapia (p = 0,62).

Non sono state rilevate differenze statistiche tra i due gruppi dopo 3 mesi, 12 mesi e all’ultima valutazione clinica relativamente a:
– diminuzione del punteggio di attività sistemica (p = 0,06, p = 0,17, p = 0,17, rispettivamente);
– punteggio DAS28 (p = 0,54, p = 0,77, p = 0,98 rispettivamente);
– dosaggio dei glucocorticoidi (p = 0,15, p = 0,50 e p = 0,50, rispettivamente);
– impiego concomitante di DMARDcs (p = 0,10, p = 1,00 e p = 1,00, rispettivamente)

Da ultimo, non sono state documentate differenze statisticamente significative in termini di riduzione dei livelli di VES (p = 0,34), CRP (p = 0,48) e ferritina sierica (p = 0,34) dopo l’inizio del trattamento con canakinumab.

Bibliografia
Vitale A et al. Canakinumab as first-line biological therapy in Still’s disease and differences between the systemic and the chronic-articular courses: Real-life experience from the international AIDA registry. Front Med (Lausanne). 2022 Dec 22;9:1071732. doi: 10.3389/fmed.2022.1071732.
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