Carlotta Vettori, flautista toscana che parte dalla musica classica, prosegue nel segno del jazz, si inoltra nel rock pubblica il primo disco intitolato “Ruah”
8 tracce per raccontare una storia, 8 brani per ripercorrere la vita artistica di Carlotta Vettori flautista toscana che parte dalla musica classica, prosegue nel segno del jazz, si inoltra nel rock per trovare il posto ideale nell’improvvisazione nell’ avanguardia dove il suo essere risuona liberamente.
RUAH parola sanscrita che significa “spirito”, ma anche “respiro” unisce il soffio che permette alle note di uscire dal flauto e il respiro che la musica porta su la realtà terrena evocandone altre.
“CV53 è il nome del quartetto che suona nel disco ed è evidente il rimando alle mie iniziali; il 53 è il numero civico della mia nuova abitazione. -Racconta Carlotta Vettori- Che sia affannato, libero, pesante, eccitato, è grazie al respiro che l’essere umano vive e crea suono sia con la voce che, come in questo caso, con il flauto. La bellezza intrinseca nella parola RUAH è che la fine del respiro è apparente in quanto essendo anche “spirito” è senza fine.”
L’idea di questo disco è maturata durate la pandemia dal confronto con un collega flautista che ha spronato Carlotta Vettori a dare forma ad una creatività che da tempo stava cercando la giusta forma per manifestarsi.
“Ho avuto una formazione molto variegata che viene evidenziata nei brani proposti. -Continua- Il disco potrebbe sembrare così poco classificabile, ma è proprio il messaggio che ho intenzione di dare, ovvero togliere i confini di stile che ancora oggi persistono. Spero così di riuscire a far conoscere il flauto nei suoi diversi caratteri e incuriosire un pubblico, il più vario possibile.”
Ecco i brani che compongono il cd
1. The light in the night è un viaggio nel mondo dei modi e le indicazioni proposte ai musicisti sono rivolte all’aspetto interpretativo e raramente anche a quello ritmico.
2. Morgef prende il nome dal maestro che ha ispirato questa composizione, nata da una cellula melodica/ritmica che non ne voleva sapere di lasciare la mente dopo una lezione su scale e arpeggi.
3. Berlino vede la combinazione di flauto e chitarra, scritto qualche giorno prima di partire per la città tedesca, dà ai due strumenti la possibilità di esprimersi nelle diverse e più intime sfumature.
4. Vertigo di stampo dodecafonico, nasce come trio di flauti. Mantenendo l’ossessivo ostinato e certi frammenti melodici si trasforma grazie alle libere interpretazioni dei musicisti.
5. Person remebered prende il nome dalla sigla di un telefilm che Vettori sentiva da piccola, non l’ha mai visto ma quella melodia jazz le si è infilata dentro.
6. Fastungel nasce da un momento di dolore nel corpo, il sollievo non è arrivato dal farmaco ma bensì dalla musica.
7. Graphosfoné è un solo per flauto nato durante la progettazione di una performance musicale dove la sua formazione classica emerge con forza.
8. Gazzelloni che chiude l’album è un doppio omaggio a due grandi maestri (Maestri)del flauto classico e jazz: Severino Gazzelloni e Eric Dolphy.
Nicolò Francesco Farfaglia chitarra
Silvia Bolognesi contrabbasso
Andrea Melani batteria
Con la partecipazione di Riccardo Galardini alla chitarra
CV53 RUAH è disponibile sulla piattaforma Bandcamp: https://carlottavettori.bandcamp.com/album/