Tumori: l’attività sportiva non è una controindicazione


Il tumore non è una controindicazione all’attività sportiva. A provarlo, numerosi studi scientifici: parlano gli esperti

Risultati di nuovi studi dimostrano che programmi che promuovono l’attività fisica migliorano il benessere fisico e mentale di chi ha superato la malattia

È cosa nota da tempo che il tumore non è una controindicazione all’attività sportiva. A provarlo, numerosi studi scientifici: vale per tutti il lavoro scientifico pubblicato nel 2020 su British Journal of Cancer che ha coinvolto circa 170 mila donne di età diversa, e ha dimostrato che con l’attività fisica il rischio di malattia diminuisce del 23% nelle donne in premenopausa e del 17% in quelle in post-menopausa. Era molto meno chiara però la sua funzione in chi ha già una malattia oncologica. Ora finalmente si iniziano a vedere i primi studi e sessioni dedicate nell’ambito degli ultimi congressi, gli americani ASCO, SABCS e l’europeo ESMO. Per sapere di più, Europa Donna ne parla con Daniela LuciniResponsabile Servizio di Medicina dello Sport ed Esercizio Fisico, IRCSS Ospedale Capitanio, Istituto Auxologico Italiano, Milano

PERCHÉ IL TUMORE NON È UNA CONTROINDICAZIONE ALL’ATTIVITÀ SPORTIVA

Cos’è cambiato in questi anni?

Nella pratica clinica molti di noi suggerivano già alle pazienti di svolgere una regolare attività fisica e gli effetti positivi erano evidenti. Ora, le ricerche ne hanno messo in luce i benefici.  Abbiamo più chiaro per  esempio il ruolo dell’attività fisica nel contrastare gli effetti collaterali provocati dalle terapie oncologiche, come la fatigue, la dislipidemia, i dolori muscolari, che migliorano nettamente quando la persona pratica un regolare sport. E rappresenta una vera e propria terapia per contrastare i cali di umore, gli stati di ansia, i disturbi del sonno, che spesso sono le cattive compagnie di chi ha una malattia oncologica.  Infine, ultimo ma non mano importante, l’esercizio fisico è uno strumento fondamentale che ci permette di migliorare e ottimizzare la composizione corporea e il rapporto massa magra-massa grassa.

Come si imposta un programma di attività fisica?

Anche qui, i cambiamenti sono stati importanti. Oggi è sempre più personalizzato, perché viene ritagliato su misura in base alla situazione della persona, al percorso terapeutico che sta affrontando, allo stato fisico, e altro ancora. È normale ad esempio la debolezza, l’atrofia muscolare, soprattutto se si è stati costretti a immobilità a causa di un intervento chirurgico. Ma passo dopo passo, si può ricominciare a mettere in moto tutto l’organismo. Quello che si chiede non è certamente di trasformarsi in campioni olimpionici, ma di dedicare del tempo all’attività fisica e di incrementarlo sempre di più, per arrivare a 150-300 minuti alla settimana di esercizio fisico endurance aerobico eseguito ad intensità moderata, come indicato nelle linee guida internazionali.

Quali sono le attività più indicate?

Di sicuro la camminata di buon passo, che peraltro è uno sport efficace e low cost. Ma anche la bicicletta e per chi ne ha la possibilità, il nuoto. L’importante è dedicare quotidianamente del tempo all’esercizio fisico, anche in questa stagione così fredda. Chi non può oppure non vuole uscire, può praticare la cyclette, ballare, oppure seguire un corso online. In quest’ultimo caso, è bene però sceglierlo insieme al proprio medico, in modo da trovare quello che meglio si adatta alle proprie esigenze e potenzialità.