Diabete di tipo 2: screening universale tra 40 e 70 anni anticipa diagnosi


I programmi di screening universali per il diabete di tipo 2 tra gli adulti di mezza età potrebbero ridurre il tempo alla diagnosi di 2,2 anni in media

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I programmi di screening universali per il diabete di tipo 2 tra gli adulti di mezza età potrebbero ridurre il tempo alla diagnosi di una mediana di 2,2 anni, secondo quanto suggerito dai risultati di uno studio britannico pubblicato sulla rivista Diabetologia.

Lo screening può rilevare i casi di diabete non diagnosticato prima della diagnosi sintomatica o incidentale, consentendo un intervento precoce che può ridurre il rischio di complicanze del diabete. Molti paesi hanno programmi di screening del diabete, con criteri di ammissibilità e copertura della popolazione differenti. Ad esempio, nel Regno unito, l’NHS Health Check, avviato nel 2009, fornisce lo screening per gli adulti ad alto rischio di età compresa tra 40 e 74 anni, mentre negli Stati Uniti l’ADA raccomanda lo screening per tutti gli adulti di età pari o superiore a 35 anni, hanno premesso gli autori.

«Il nostro studio fornisce la prima stima basata sulla popolazione dell’impatto dello screening basato sull’emoglobina glicata (HbA1c) sulla riduzione del tempo alla diagnosi del diabete. Nella UK Biobank, l’1,0% delle persone di età compresa tra 40 e 70 anni aveva un diabete non diagnosticato e lo screening dell’HbA1c a livello di popolazione avrebbe potuto ridurre il tempo alla diagnosi del diabete in questo gruppo di una mediana di 2,2 anni» hanno scritto i ricercatori. «Una diagnosi precoce consentirebbe di intervenire anzitempo e avrebbe il potenziale per ridurre il rischio di complicanze del diabete, ma questo richiede un’ulteriore valutazione».

Dal momento che i tassi di diabete di tipo 2 continuano ad aumentare in tutto il mondo, le potenzialità degli interventi a livello di popolazione per la diagnosi precoce e la prevenzione hanno suscitato una notevole attenzione. Su queste basi un team di ricerca dell’Università di Exeter ha effettuato uno studio allo scopo di dettagliare quante diagnosi di diabete sarebbero potute essere effettuate anticipatamente a seguito di un programma di screening del diabete a livello di popolazione.

Uno studio basato su dati clinici real world
Le persone coinvolte nell’ampio database biomedico UK Biobank sono state sottoposte a esami clinici al momento dell’arruolamento i cui dati, che includevano una valutazione dei livelli di HbA1c, non sono stati restituiti ai partecipanti o ai medici. Degli oltre 500mila soggetti reclutati, per 466mila erano disponibili i dati relativi all’emoglobina glicata al momento dell’arruolamento.

Limitando ulteriormente l’analisi ai soggetti con dati sanitari primari e secondari collegati e a quelli senza una diagnosi di diabete preesistente, il nuovo studio ha coinvolto una coorte finale di 166.846 individui. Ai fini dell’analisi, il diabete non diagnosticato è stato definito come un livello di HbA1c di almeno il 6,5% al momento dell’arruolamento.

Nella coorte di studio, 1703 (1,0%) soggetti presentavano un livello medio di HbA1c del 6,8% che soddisfaceva i criteri per il diabete non diagnosticato e che rappresenterebbero un ulteriore 13% di casi di diabete nella popolazione arruolata, rispetto ai 13.077 con diabete noto.

In confronto con le persone senza diabete non diagnosticato, quelle con diabete non diagnosticato all’arruolamento erano in media più anziane (61,4 vs 60,9 anni), avevano un indice di massa corporea (BMI) più alto (30,9 vs 30,1 kg/m2, P<0,001), erano prevalentemente maschi (58,0% vs 58,3%), vivevano in aree più svantaggiate ed erano più propensi a dichiarare di essere di etnia non bianca (P per tutti <0,001).

Possibile anticipare la diagnosi di diabete di oltre 2 anni
Dei 1.703 soggetti con diabete non diagnosticato all’arruolamento, l’87,7% ha ricevuto una diagnosi clinica di diabete durante un periodo di follow-up di 10 anni. Dopo l’analisi, i ricercatori hanno rilevato che il tempo mediano alla diagnosi clinica nelle persone con diabete non diagnosticato era di 2,2 anni, con una HbA1c mediana alla diagnosi clinica del 7,5%.

I partecipanti arruolati nel 2010 avevano un tempo alla diagnosi significativamente più breve rispetto a quelli arruolati nel 2008 (1,8 anni vs 2,3 anni, HR, 1,22, P=0,017). Inoltre il sesso maschile, una HbA1c più elevata e un BMI ≥30 al momento dell’arruolamento erano associati a tempi più brevi alla diagnosi nella pratica clinica corrente, suggerendo che i medici hanno maggiori probabilità di sottoporre a screening uomini o individui con obesità e meno probabilità di sottoporre a screening donne o individui con un BMI <30.

I risultati supportano l’uso dello screening basato sulla HbA1c per il diabete non diagnosticato, dimostrando che questo test può ridurre il tempo per la diagnosi del diabete negli adulti di mezza età. Lo studio UKPDS ha dimostrato che una tale riduzione del tempo per la diagnosi, con conseguente controllo precoce della glicemia, è probabile che riduca le complicanze del diabete» hanno concluso i ricercatori. «A meno che i punteggi di rischio del diabete non siano migliorati, specialmente nel gruppo con BMI basso, lo screening basato sulla popolazione con l’HbA1c è l’unico modo per identificare in modo affidabile il diabete non diagnosticato».

Referenze

Young KG et al. The impact of population-level HbA1c screening on reducing diabetes diagnostic delay in middle-aged adults: a UK Biobank analysis. Diabetologia. 2022 Nov 22. 

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