Dalla Cremonese a Wembley: la carriera strabiliante di Vialli


Dalla Cremonese a Wembley, un viaggio di successo firmato Gianluca Vialli. Con Sampdoria, Juventus e Chelsea le grandi vittorie, i rimpianti in azzurro

mancini vialli

La carriera di Gianluca Vialli, morto oggi all’età di 58 anni, inizia con il Pizzighettone ma si concretizza con la Cremonese, con cui fa esordio tra i professionisti nel 1981 nell’allora serie C1 e poi in serie B il 27 settembre dello stesso anno. Partecipa con 10 gol alla scalata dei grigiorossi che nel 1984, dopo 54 anni, raggiunge la promozione in A sotto la guida di Emiliano Mondonico.

Ormai con i riflettori puntati addosso, Vialli si trasferisce alla Sampdoria e il debutto nella massima serie si compie proprio nel match contro la sua ex squadra. Ci vorranno tre mesi di attesa, invece, per il primo gol che peraltro regala ai blucerchiati la vittoria contro l’Avellino. A Genova la svolta nel 1986, complice la vicinanza di Roberto Mancini e la guida di Vujadin Boskov che ha l’intuizione di impiegarlo come prima punta: inizia un viaggio fatto di otto Campionati, 213 partite, 85 gol, la Coppa delle Coppe del 1990, lo scudetto del 1991, tre Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Ma anche una Coppa dei Campioni persa in finale contro il Barcellona, a tempi supplementari.

Nel 1986 Bearzot lo fa esordire in Nazionale ai Mondiali in Messico vinti dall’Argentina di Maradona, ma in Azzurro esplode grazie ad Azeglio Vicini che lo aveva già lanciato nell’Under 21 finalista agli Europei del 1986. Con la Nazionale maggiore arriva terzo agli Europei del 1988, ma è il massimo che raggiunge con la Nazionale: ai Mondiali di Italia ’90 non brilla, per Usa ’94 non viene neanche. In maglia azzurra chiude con 59 presenze e 16 gol. Arriva la Juventus e a Torino Vialli gioca per quattro stagioni (dal 1992 al 1996), segnando 38 gol, vincendo uno scudetto (1995), una Champions League (1996), una Coppa Uefa (1993), una Coppa Italia (1995) e una Supercoppa Italiana (1995).

Nel 1996, ricorda la Dire (www.dire.it), la decisione clamorosa di lasciare i bianconeri per trasferirsi a Londra, al Chelsea: in campo per due stagioni, diventa poi contemporaneamente allenatore-giocatore. Nel 1999 ricopre esclusivamente il ruolo di tecnico, con cui conquista cinque trofei in quattro anni: Coppa delle Coppe, Supercoppa Europea, Coppa d’Inghilterra, Coppa di Lega inglese, Supercoppa Inglese. Licenziato dal Chelsea, accetta di allenare il Watford, in serie B, per il Campionato 2001-02. Il resto è storia televisiva, con lunghi anni trascorsi come opinionista. Fino al 2019 e alla ‘chiamata’ della Nazionale: gli viene conferito l’incarico di Capo della delegazione azzurra allenata da Roberto Mancini. C’è anche lui tra i protagonisti del trionfo azzurro agli Europei 2020 vinti in finale a Wembley contro l’Inghilterra.