Cardiopatie congenite: in gravidanza serve subito percorso di assistenza


Le cardiopatie congenite colpiscono circa l’1% dei bambini nati: per una gravidanza sicura è importante essere seguite fin da prima del concepimento

infertilità esami cardiopatie congenite

Oggi, grazie al miglioramento delle tecniche diagnostiche e delle terapie, sono sempre di più le donne con cardiopatie congenite che raggiungono l’età adulta e tra queste molte desiderano diventare mamma. La gravidanza, però, può alterare l’equilibrio cardiovascolare e portare a complicanze, a volte anche gravi, sia per la mamma sia per il bambino.

Per questo motivo è fondamentale che tutte le donne con cardiopatia congenita che desiderano una gravidanza vengano seguite fin da prima del concepimento per poter essere accompagnate in sicurezza alla nascita del loro bambino. Spesso però, la voglia di maternità unita al ‘sentirsi bene’ spinge le future mamme a iniziare una gravidanza senza soffermarsi a pensare a possibili conseguenze, per lei e il suo piccolino.

Per saperne di più sulle cardiopatie congenite in gravidanza abbiamo incontrato Anna Maria Colli, cardiologa del Policlinico di Milano dove svolge la sua attività in stretta collaborazione con il team di Patologia della Gravidanza della Clinica Mangiagalli.


Cos’è una cardiopatia congenita?

Le cardiopatie congenite sono alterazioni anatomiche e funzionali cardiache provocate da anomalie di sviluppo del cuore durante l’epoca fetale. Per esempio, una valvola cardiaca può essere troppo piccola e dunque impedisce il passaggio corretto del sangue da una porzione all’altra del cuore. Oppure, vi possono essere comunicazioni tra le metà destra e sinistra del cuore, laddove non dovrebbero esserci; o mancare un’intera porzione del cuore, come un ventricolo. Ci sono anche casi in cui le grandi arterie che nascono dal cuore originano al contrario di come avviene normalmente in un cuore sano.
Queste anomalie possono essere evidenti già nel feto, oppure manifestarsi solo dopo la nascita a volte anche in età adolescenziale o adulta.  Per alcune è nota una base genetica ma per la maggior parte la causa è ignota. Ci sono poi le cardiopatie acquisite che invece rappresentano alterazioni che sopraggiungono per vari motivi su un cuore che si è formato normalmente ed è nato sano.

Come si diagnosticano?

In passato la scoperta di una cardiopatia congenita avveniva solo dopo la nascita, ma oggi con le moderne strumentazioni è possibile sospettare la presenza di una cardiopatia strutturale già allo screening ostetrico del primo trimestre e poi confermarla a controlli successivi dalla 16 settimana in poi. Quando ciò non avviene poiché a volte non è possibile diagnosticare la cardiopatia prima della nascita, il sospetto di anomalia cardiaca viene posto dai Neonatologi e Pediatri che accolgono il nascituro, e sulla base di sintomi e segni clinici indirizzano il bambino ad una visita cardiologica pediatrica.

In caso di cardiopatia congenita è quindi possibile diventare mamma?

Grazie agli enormi progressi della medicina oggi è possibile fare diagnosi sempre più precoci ed interventi chirurgici ricostruttivi sempre più complessi e quindi diventare adulti con una vita sociale e relazionale e lavorativa normali anche con un cuore gravemente malformato. In donne con cardiopatia congenita diventare mamma in genere è possibile, ma è fondamentale essere seguite fin dal periodo preconcezionale da professionisti (sia cardiologi che ostetrici) specializzati in queste patologie per un adeguato percorso di cura. Nello specifico, sarà possibile valutare il tipo di cardiopatia, se sconsigliare eventualmente la gravidanza, se cambiare le terapie per evitare possibili danni al feto e se migliorare la condizione cardiaca prima di intraprendere una gravidanza. Inoltre, la visita permette di informare la donna su possibili rischi di: trasmissione al nascituro di cardiopatie congenite, parto prematuro, ridotta crescita fetale e peggioramento (non sempre completamente reversibile) della sua condizione cardiaca.

Perché una donna con cardiopatia congenita dovrebbe essere seguita da cardiologi e ostetrici esperti in questa patologia della gravidanza?

Durante i nove mesi avvengono modificazioni cardiocircolatorie importanti che possono alterare l’equilibrio clinico della donna. L’aumento del volume di sangue circolante, fino a tre volte il valore di partenza, l’aumento della frequenza cardiaca, la riduzione della pressione arteriosa (tranne in donne predisposte all’ipertensione), sono tutte condizioni che si verificano in qualsiasi gravidanza, ma che in donne con pregressa cardiopatia possono non essere ben tollerate con conseguenze talora anche gravi. In generale, le aritmie e lo scompenso cardiaco sono la causa non ostetrica più frequente di complicanze nel corso della gravidanza, soprattutto nel secondo e terzo trimestre. E il travaglio è un momento molto impegnativo anche dal punto di vista cardiocircolatorio. Il ritorno alla normalità dopo il parto nelle donne con cardiopatia congenita può richiedere fino a 6 mesi o addirittura non avvenire.

Quali sono i percorsi in Policlinico?

Alla Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano è possibile rivolgersi ad un ambulatorio dedicato alla consulenza preconcezionale ed essere seguiti da un team multidisciplinare costituito da ginecologi, cardiologi, anestesisti ed esperti in gravidanze a rischio. Per ogni gravidanza viene definito un piano di cure personalizzato che comprende l’organizzazione di controlli ostetrici e cardiologici, l’eventuale ospedalizzazione nei casi più gravi e la pianificazione di ricoveri e parto.

Per le donne che desiderano entrare in questo percorso di assistenza fornito dalla Clinica Mangiagalli è possibile richiedere una prima visita (preferibilmente preconcezionale) scrivendo a:
cardiologia.pediatrica@policlinico.mi.it
patologiagravidanza@policlinico.mi.it

FONTE: POLICLINICO MILANO