Unicef: più di 11.000 bambini uccisi o mutilati in Yemen, una media di quattro al giorno. Quasi 4.000 ragazzi sono stati reclutati nei combattimenti
Secondo l’UNICEF, più di 11.000 bambini sono stati uccisi o mutilati a causa del conflitto in Yemen – una media di quattro al giorno dall’escalation del conflitto nel 2015. Poiché questi sono solo i casi verificati dalle Nazioni Unite, è probabile che il vero bilancio di questo conflitto sia molto più alto.
Tra il marzo 2015 e il 30 settembre 2022: 3.774 bambini sono stati uccisi (2.742 maschi; 983 femmine; 49 il cui sesso è sconosciuto) e 7.245 bambini feriti (5.299 maschi; 1.946 femmine); 3.904 ragazzi sono stati reclutati nei combattimenti e 91 ragazze hanno preso parte alle azioni o ai posti di blocco; ci sono stati 672 attacchi a strutture scolastiche e o il loro utilizzo per fini militari e 228 attacchi/uso militare di strutture sanitarie; 445 bambini (tutti maschi) sono stati detenuti; 152 bambini sono stati rapiti (140 maschi e 12 femmine); 47 bambini sono stati esposti a violenza sessuale legata al conflitto (29 maschi e 18 femmine).
Sebbene la tregua mediata dalle Nazioni Unite abbia portato a una significativa riduzione dell’intensità del conflitto, altri 62 bambini sono stati uccisi o feriti tra la fine della tregua all’inizio di ottobre e la fine di novembre. Almeno 74 bambini fanno parte delle 164 persone uccise o ferite da mine e ordigni inesplosi solo tra luglio e settembre 2022.
A quasi otto anni dall’escalation del conflitto, più di 23,4 milioni di persone, tra cui 12,9 milioni di bambini, hanno bisogno di assistenza umanitaria e protezione – quasi tre quarti dell’intera popolazione. Si stima che 2,2 milioni di bambini in Yemen siano colpiti da malnutrizione acuta, tra cui quasi 540.000 bambini sotto i cinque anni che soffrono di malnutrizione acuta grave e lottano per sopravvivere.
“Per bambini come Yasin, di 7 mesi, e sua madre Saba, a cui ho fatto visita in un ospedale ad Aden, la vita è diventata una lotta per la sopravvivenza”, ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF Catherine Russell, che la scorsa settimana ha lanciato l’appello dell’UNICEF per l’intervento umanitario a favore dei bambini dello Yemen. “Migliaia di bambini hanno perso la vita e altre centinaia di migliaia sono a rischio di morte per malattie prevenibili o per fame. Yasin è solo uno dei troppi bambini gravemente malnutriti in Yemen. Hanno tutti bisogno di un sostegno immediato, poiché i servizi di base sono praticamente collassati”.
Più di 17,8 milioni di persone, tra cui 9,2 milioni di bambini, non hanno accesso a servizi idrici e igienici sicuri. Per anni, il sistema sanitario del Paese è stato estremamente fragile: solo il 50% delle strutture sanitarie è funzionante, lasciando quasi 22 milioni di persone – tra cui circa 10 milioni di bambini – senza un adeguato accesso all’assistenza sanitaria.
La copertura vaccinale è stagnante a livello nazionale, con il 28% dei bambini sotto l’anno di età che non ha effettuato le vaccinazioni di routine. Se a ciò si aggiunge la mancanza di accesso all’acqua sicura, i bambini sono esposti a un rischio estremo a causa di regolari epidemie di colera, morbillo, difterite e altre malattie prevenibili con il vaccino.
Allo stesso tempo, lo Yemen sta affrontando una grave crisi dell’istruzione, che comporta enormi conseguenze a lungo termine per i bambini. Due milioni di bambini non vanno a scuola, e questo numero potrebbe salire a 6 milioni di bambini che vedono interrotta la loro istruzione, dato che almeno una scuola su quattro nello Yemen è distrutta o parzialmente danneggiata.
“Se i bambini dello Yemen devono avere una qualche possibilità di avere un futuro dignitoso, le parti in conflitto, la comunità internazionale e tutti coloro che esercitano influenza sugli stessi devono assicurarsi che siano protetti e sostenuti”, ha dichiarato Russell. “Fra questi, bambini come Mansour, che ho incontrato in un centro di riabilitazione e protesi sostenuto dall’UNICEF. La sua gamba è stata amputata al ginocchio dopo essere stato colpito da un cecchino. Nessun bambino dovrebbe soffrire questo. Il rinnovo urgente della tregua sarebbe un primo passo positivo che consentirebbe un accesso umanitario fondamentale. In definitiva, solo una pace duratura permetterà alle famiglie di ricostruire le loro vite distrutte e di iniziare a pianificare il futuro”.
L’UNICEF ha urgentemente bisogno di 484,4 milioni di dollari per rispondere alla crisi umanitaria in Yemen nel 2023. La mancanza di finanziamenti prevedibili per le sfide legate agli interventi urgenti mette a rischio la continuità dei servizi chiave, mettendo a repentaglio la vita e il benessere dei bambini.
Nonostante le sfide, nel 2022 l’UNICEF è stato in grado di:
- Sostenere il trattamento della malnutrizione acuta grave per oltre 260.000 bambini in 4.584 strutture sanitarie primarie e 34 centri di alimentazione terapeutica.
- Fornire trasferimenti in denaro d’emergenza a quasi 1,5 milioni di famiglie ogni trimestre, a beneficio di circa 9 milioni di persone.
- Garantire l’accesso all’acqua potabile sicura e duratura a 4,7 milioni di persone attraverso un’ampia gamma di attività, tra cui il trasporto di acqua, l’installazione di punti di distribuzione dell’acqua e l’espansione dei sistemi di approvvigionamento idrico nei campi per sfollati interni. L’UNICEF fornisce inoltre carburante per sostenere la produzione e la distribuzione di acqua pulita a 36 Corporazioni locali per l’acqua e i servizi igienici in 15 governatorati.
- Fornire la vaccinazione contro il morbillo e la poliomielite ad almeno 1,6 milioni di bambini che hanno scarso o nessun accesso all’assistenza sanitaria di base.
- Raggiungere più di 254.000 bambini e persone che si occupano di loro nelle aree colpite dal conflitto con un sostegno psicosociale e più di 423.000 bambini e membri della comunità con una formazione salvavita sul rischio legato alle mine.
- Raggiungere più di 1,6 milioni di persone che vivono in aree rurali remote con accesso ai servizi dei centri sanitari pubblici.
- Sostenere i servizi per la salute di madri, neonati e bambini (MNCH) in 24 ospedali, fornendo assistenza operativa, attrezzature e forniture. Inoltre, attraverso il sostegno a 4.500 centri del Programma terapeutico ambulatoriale (OTP) e a 288 team mobili, sono stati potenziati i servizi di trattamento e prevenzione della malnutrizione.