Nuovo studio indaga il legame tra Lupus e idrossiclorochina


Lupus: uno studio suggerisce che l’impiego di dosi giornaliere di idrossiclorochina pari o inferiori a 5 mg/kg sarebbe associato ad un rischio maggiore di recidive

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Un piccolo studio pubblicato sotto forma di comunicazione breve (Letter) sulla rivista Jama, suggerisce che l’impiego di dosi giornaliere di idrossiclorochina pari o inferiori a 5 mg/kg, come raccomandato dalle linee guida di oftalmologia Usa, sarebbe associato ad un rischio maggiore di recidive di lupus eritematoso sistemico (LES) rispetto a dosi più elevate. Queste considerazioni, se confermate in studi ulteriori, potrebbero avere un impatto in termini di revisione dei dosaggi prescrivibili di questo farmaco nel trattamento del LES.

Razionale e disegno dello studio
La tossicità a lungo termine dell’idrossiclorochina “si accompagna spesso a sviluppo di retinopatia, in particolare a dosi superiori a 5 mg/kg al giorno – ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio”.

“La determinazione dell’esistenza di un rischio dose-dipendente legato all’impiego di questo farmaco ha portato sia gli estensori delle linee guida oftalmologiche Usa del 2016 che quelli delle successive raccomandazioni ACR a pronunciarsi a sfavore della prescrizione di dosi di idrossiclorochina superiori a 5 mg/kg al giorno”.

Lo studio pubblicato si è proposto l’obiettivo di valutare l’associazione esistente tra l’impiego di questa dose soglia e le recidive di lupus, reclutando a tal scopo 168 pazienti trattati con idrossiclorochina che erano andati incontro ad un evento di riacutizzazione di LES (secondo l’indice di riacutizzazione SELENA-SLEDAI revisionato) nel periodo 2016-2020. Alcuni di questi pazienti erano andati incontro a più di un evento di recidiva di malattia.

Il disegno dello studio era “case-crossover”, una variante dello studio caso-controllo utile per la valutazione di esposizioni transitorie su patologie acute. Il disegno si basa su informazioni raccolte a livello individuale solo sui casi e paragona l’esposizione del caso subito prima dell’evento (hazard period – in questo frangente definito come ogni periodo di 6 mesi precedenti la riacutizzazione) con quella avvenuta in uno o più periodi di controllo (control periods – in questo frangente definiti come ogni periodo di 6 mesi precedente le visite mediche senza riacutizzazione). Poiché ogni caso serve come controllo di se stesso, c’è un perfetto appaiamento per tutte quelle caratteristiche che non variano con il tempo.

La dose media di idrossiclorochina impiegata, normalizzata in base al peso durante ciascun periodo di 6 mesi  analizzato, era classificata come  superiore o uguale a 5 mg/kg al giorno.

Risultati principali e considerazioni conclusive
Dei 308 periodi che hanno portato a recidiva, il 57,5% di questi si è verificato quando i pazienti stavano assumendo la dose più bassa di idrossiclorochina, mentre il 42,5% si è verificato quando stavano assumendo dosi più elevate.

Le proporzioni corrispondenti per le riacutizzazioni moderate o gravi sono state del 63,1% e del 36,9%. Non solo: l’impiego di dosi pari o inferiori a questa dose soglia di 5 mg/kg/die era associato ad un rischio significativamente aumentato (+1,98 volte) di recidive di LES rispetto a dosi più elevate (dopo aggiustamento dei dati per la presenza di fattori confondenti), nonché ad un rischio superiore di quasi 6 volte di andare incontro a recidive di grado compreso da moderato a grave.

Pertanto, concludono i ricercatori, i risultati di questo studio evidenziano la necessità di considerare rischi e benefici individuali nella scelta della dose d’impiego ottimale di idrossiclorochina, un farmaco importante nella cura del lupus.

Bibliografia
Jorge AM et al. Hydroxychloroquine Dose per Ophthalmology Guidelines and the Risk of Systemic Lupus Erythematosus Flares. JAMA. Published online September 16, 2022. doi:10.1001/jama.2022.13591