Car-T: Roche entra nel settore accordandosi con Poseida


Roche entra in campo nella terapia CAR-T e ha annunciato un accordo con Poseida Therapeutics per sviluppare trattamenti “off-the-shelf”

La reputazione delle aziende vista dalle associazioni dei pazienti: sul podio di una nuova ricerca ci sono Roche, Pfizer e Novo Nordisk

Quando a metà dello scorso decennio le Car-T sono decollate, Roche, il più grande operatore mondiale nel campo dell’oncologia, si era chiama fuori dalla competizione. Adesso il gruppo svizzero entra in campo e ha annunciato un accordo con Poseida Therapeutics per sviluppare trattamenti “off-the-shelf”.

Da rimarcare come a capo del board scientifico di Poseida ci sia Carl June, uno dei padri delle CAR-T e colui che ha contribuito a curare Emily Whitehead, la prima paziente a ricevere la terapia con cellule CAR T in via sperimentale

Roche pagherà a Poseida 110 milioni di dollari in anticipo per i diritti esclusivi o le opzioni su una serie di programmi di terapia cellulare, tra cui un trattamento per il mieloma multiplo in fase 1 di sperimentazione. Poseida potrebbe ricevere altri 110 milioni di dollari in pagamenti a breve termine non specificati e fino a 6 miliardi di dollari di valore totale se verranno raggiunte una serie di milestone.

L’accordo di oggi “completa i nostri sforzi interni e le partnership in corso per scoprire e sviluppare le terapie cellulari come farmaci di nuova generazione per i pazienti”, ha dichiarato James Sabry, responsabile globale di Roche per le partnership farmaceutiche, in un comunicato.

Certo, dietro le quinte si sapeva che a Roche piacevano le terapie cellulari e che i suoi team di sviluppo biologico avevano dedicato molto tempo a studiare gli asset, ma i prezzi delle aziende coinvolte si erano rivelati un ostacolo. Il fatto che ci sia voluto un crollo del mercato biotecnologico perché i prezzi scendessero abbastanza da permettere di concludere l’affare dimostra quanto fossero esagerati i prezzi degli asset, e molti potrebbero vedere in questo un altro segno che il mercato ribassista del biotech sta toccando il fondo.

L’annuncio dell’accordo arriva il giorno dopo che Gilead ha riportato una crescita del 68% delle vendite realizzati nel secondo trimestre dei suoi farmaci a base di CAR-T Yescarta e Tecartus, per un totale di 368 milioni di dollari.

Questi trattamenti CAR-T possono essere molto efficaci contro alcuni tumori del sangue. Tuttavia, sono complessi da realizzare e richiedono che i medici programmino attentamente il trattamento, lasciando spazio a nuove alternative più convenienti. Inizialmente hanno faticato ad affermarsi a livello commerciale, limitandosi a essere utilizzati come trattamento di ultima istanza. Il passaggio all’allogenico è visto da molti come una risposta alla necessità di riduzione dei costi di produzione.

Recentemente, Roche ha manifestato il proprio interesse per i trattamenti off-the-shelf. Lo scorso settembre, l’azienda ha pagato ad Adaptimmune 150 milioni di dollari per sviluppare terapie allogeniche per diversi tipi di cancro. Ora ha aggiunto un altro accordo con Poseida, incentrato sulle neoplasie del sangue. Entrambe le alleanze sono molto più promettenti delle precedenti collaborazioni con SQZ Biotechnologies e Tusk Therapeutics.

All’epoca, Adaptimmune era al di sotto del 75% del suo picco, e prima dell’accordo odierno Poseida era a circa l’85% dal suo apice. C’è un altro filo conduttore tra le due operazioni, ovvero che entrambe riguardano terapie già pronte.

Diverse aziende hanno cercato di migliorare queste limitazioni con approcci “off-the-shelf”, o “allogenici”, che prevedono l’utilizzo di cellule provenienti da donatori anziché dai pazienti stessi. L’obiettivo è quello di eguagliare la potenza dei trattamenti CAR-T, ma con terapie che possono essere prodotte più rapidamente e utilizzate più facilmente.
Sebbene i risultati degli studi condotti finora abbiano mostrato alcune promesse iniziali, gli sviluppatori hanno incontrato difficoltà nel dimostrare che i loro trattamenti sono duraturi come quelli CAR-T. Anche l’asticella si è alzata: due terapie CAR-T sono ora approvate per le prime linee di cura, un’opportunità di mercato più ampia.

Le terapie oggetto dell’accordo di Roche con Poseida
In base all’accordo, Roche riceverà da Poseida diritti esclusivi o opzioni per lo sviluppo e la commercializzazione di programmi CAR-T allogenici, destinati a tumori ematologici maligni. Tra questi figurano P-BCMA-ALLO1, una CAR-T allogenica per il trattamento del mieloma multiplo, per la quale è in corso uno studio di fase 1, e P-CD19CD20-ALLO1, una CAR-T allogenica duale per il trattamento dei tumori maligni a cellule B, la cui IND è prevista per il 2023.

Le aziende collaboreranno inoltre a un programma di ricerca per creare e sviluppare caratteristiche e miglioramenti di nuova generazione per le terapie CAR-T allogeniche, a partire dalle quali svilupperanno congiuntamente ulteriori candidati CAR-T allogenici diretti a bersagli ematologici esistenti e nuovi.

Ciò lascia Poseida libera di lavorare sui bersagli dei tumori solidi Muc1C e PSMA, nonché su eventuali terapie autologhe Car-T; rimane in gioco anche un piccolo accordo di terapia genica stretto con Takeda.

Per i programmi del portafoglio Poseida concessi in licenza o in opzione a Roche e per i futuri programmi di collaborazione tra le parti, Poseida condurrà studi di fase 1 e produrrà materiale clinico prima di trasferire i programmi a Roche per l’ulteriore sviluppo e commercializzazione. Roche sarà l’unica responsabile dello sviluppo clinico in fase avanzata e della commercializzazione globale di tutti i prodotti derivanti dalla collaborazione.

“Siamo entusiasti di collaborare con Poseida per esplorare ulteriormente il potenziale delle terapie cellulari allogeniche di trasformare la cura del cancro, sviluppando prodotti off-the-shelf in grado di rispondere a elevate esigenze mediche insoddisfatte per un’ampia popolazione di pazienti”, ha dichiarato James Sabry, responsabile globale delle partnership farmaceutiche di Roche. “Le tecnologie differenziate della piattaforma di Poseida completano i nostri sforzi interni e le partnership in corso per scoprire e sviluppare terapie cellulari come farmaci di nuova generazione per i pazienti”.

La fama di Poseida si deve all’uso di scaffold artificiali per il legame con l’antigene, grazie a un accordo con Johnson & Johnson. Tra le big pharma che la biotech è riuscita ad attirare c’era anche Novartis, che nel 2019 ha condotto un round di finanziamento privato che ha rimandato la necessità per Poseida di quotarsi al Nasdaq.

Ma è giusto dire che, come altre biotecnologie, anche Poseida ha a volte faticato, ad esempio l’anno scorso ha abbandonato il suo progetto autologo P-BCMA-101 di fronte alla concorrenza. Le sue attuali caratteristiche distintive includono l’uso di cellule staminali di memoria T come fonte e l’editing genico tramite Cas-Clover (un derivato di Crispr-Cas9).

Poseida è anche un sostenitore del trasferimento genico non virale, utilizzando il sistema Piggybac “jumping gene” piuttosto che, ad esempio, i lentivirus. Piggybac è legato a Sleeping Beauty, la tecnologia dei trasposoni con cui Alaunos ha lottato per anni.

In un certo senso, l’accordo con Roche, oltre a dare a Poseida un’ulteriore convalida di big pharma, dimostra che il futuro di molte terapie cellulari risiede nell’uso allogenico anche se l’accordo si basa principalmente su una sperimentazione del progetto autologo P-PSMA-101, mentre le attività allogeniche dell’azienda devono ancora generare dati clinici.

Allogene, Crispr Therapeutics, Precision Biosciences, Caribou, Fate Therapeutics, Nkarta e Adicet stanno lottando per dimostrare che un approccio allogenico ha una persistenza a lungo termine, nel mieloma multiplo e in altre patologie. Se Roche abbia scelto il cavallo giusto rimane però una questione ancora aperta.