I casi Ruberti e La Regina imbarazzano il Pd


“Vi sparo, ti ammazzo”. Ruberti, capo di gabinetto di Gualtieri, si dimette dopo la bufera. A tormentare il Pd anche i post e i tweet contro Israele del candidato Raffaele La Regina

la regina

A Roma scoppia il caso Albino Ruberti. Il quotidiano ‘Il Foglio’ pubblica sul suo sito un video che riprende una lite avvenuta a Frosinone in cui è coinvolto il capo di gabinetto del sindaco Roberto Gualtieri, già capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Il video fa subito il giro della rete e scatena la polemica politica, venendo ripreso, tra gli altri, anche da Carlo Calenda, che parla di “soave ambientino del Pd romano“. Ruberti decide dunque di fare un passo indietro e scrive una lettera a Gualtieri per presentare le sue dimissioni.

Nella clip, della durata di circa due minuti e mezzo, Ruberti utilizza un linguaggio molto violento, ripetendo più volte, riferito a persone non meglio precisate, frasi come: “Vi sparo, li ammazzo” o “Si deve inginocchiare e mi deve chiedere scusa entro cinque minuti”. Arriva subito la reazione del Pd: fonti del Nazareno spiegano che si tratta di “un episodio gravissimo che non può restare senza conseguenze“.

FRANCESCO DE ANGELIS RITIRA LA CANDIDATURE ALLE POLITICHE

Ma la pubblicazione del video ha un’altra conseguenza: il ritiro della candidatura alle elezioni politiche di Francesco De Angelis, ex assessore regionale ed europarlamentare del Pd e presidente del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Frosinone, nonché membro della direzione nazionale dem, anch’egli presente durante la lite. “Pur essendo completamente estraneo al diverbio al quale ho solo in parte assistito, al fine di evitare strumentalizzazioni durante la campagna elettorale ho ritirato la mia candidatura per il Collegio di Roma 1, confermando tutto il mio impegno a supporto della lista del Partito democratico e di tutti i suoi candidati”.

E per il segretario dem Enrico Letta sono “entrambe scelte doverose e giuste” le dimissioni di Ruberti e il ritiro della candidatura di De Angelis.

LA PROCURA ACQUISIRÀ IL VIDEO

Nel video, Ruberti sembra avercela anche con il fratello di De Angelis, Vladimiro. Il litigio sarebbe iniziato in un ristorante – qualcuno avrebbe anche chiamato le forze dell’ordine – e i protagonisti, che si conoscono da anni, si sarebbero chiariti il giorno seguente: non risultano denunce in seguito all’episodio, ma oggi la Procura di Frosinone ha comunque fatto sapere di voler acquisire il video pubblicato dal Foglio per fare chiarezza sulla vicenda

LA LETTERA DI DIMISSIONI DI RUBERTI

“Confermo che quanto avvenuto trattasi di un litigio verbale durante una cena privata, che nulla ha a che vedere con il mio ruolo istituzionale“, scrive Ruberti nella lettera di dimissioni inviata a Gualtieri. “In particolare, ho reagito con durezza alla frase ‘mi ti compro’, che pur non costituendo in sé una concreta proposta corruttiva, mi ha portato a chiedere, con foga sicuramente eccessiva e termini inappropriati, di ritirarla immediatamente perché l’ho considerata lesiva della mia onorabilità“.

La lettera del dirigente al sindaco si conclude con la disponibilità “per ogni chiarimento che riterrai necessario”. Quindi, “per evitare strumentalizzazioni che possano ledere il tuo prestigio e quello dell’istituzione che rappresenti, con la presente rimetto il mio mandato da capo di gabinetto“, conclude Ruberti.

SULLA SCENA ANCHE LA COMPAGNA SARA BATTISTI

Ad assistere alla lite c’è anche Sara Battisti, consigliera regionale e compagna di Ruberti, che prova ripetutamente a calmarlo. “Ti stai a sentire male”, gli dice. E poi: “Dai, su, adesso ce ne possiamo andare?”. Ma Ruberti non ha ancora sbollito la rabbia e replica: “Sara, se stai dalla parte loro io prendo le conseguenze“. E riparte con le invettive.

I MOTIVI DEL LITIGIO: “IO TI COMPRO”

Alla base della reazione furiosa di Ruberti, come si capisce dal video, ci sarebbe una richiesta ricevuta a tavola, forse da un tale Vladimiro, fratello della persona a cui si rivolge il dirigente. “Deve venire in ginocchio a chiedermi scusa sennò lo scrivo a tutti quello che mi avete chiesto a tavola – spiega concitato – Non si deve permettere di dirmi ‘Io ti compro’“. Ma Ruberti non ce l’ha solo con una persona e aggiunge, urlando: “Cinque minuti, qui, in ginocchio tutti e due. Vi sparo, ti ammazzo”. Poi il capo di gabinetto nomina anche un certo Adriano, mentre qualcuno avvisa: “Stanno chiamando i carabinieri, guarda che cazzo di scena..”.

RUBERTI: “LITE PER MOTIVI CALCISTICI”

Il video si conclude con l’urlo straziato di una donna, probabilmente la stessa compagna di Ruberti. Contattato da ‘Il Foglio’, il capo di gabinetto di Gualtieri parla di “una lite per motivi calcistici avvenuta circa due mesi fa con una persona che non voglio citare. Alla scena erano presenti anche Vladimiro e Francesco De Angelis con il quale ho ottimi rapporti. Niente di più”. Anche se nel video Ruberti dice chiaramente: “Sta merda de Vladimiro“. La versione del diverbio per motivi calcistici viene confermata anche dalla compagna Sara Battisti, contattata da ‘Il Foglio’.

LA REAZIONE DELLE OPPOSIZIONI E DEL PD ROMANO

Il Movimento 5 Stelle e il centrodestra, dopo aver chiesto le dimissioni di Ruberti, ora invocano la revisione di tutti gli atti da lui firmati in qualità di capo di gabinetto. Una fibrillazione che però è ancora maggiore all’interno del Partito democratico: il segretario Enrico Letta ha parlato di “scelte doverose e giuste”, e nel partito romano, che arriva da settimane di intense discussioni per la composizione delle liste per il Parlamento, al momento regna la confusione. Litigi e fake news stanno gettando scompiglio nelle chat politiche dei dem, al punto da costringere il Campidoglio a ‘smentire’ un finto quanto improbabile lancio d’agenzia secondo il quale Gualtieri avrebbe intenzione di respingere le dimissioni dell’ex capo di gabinetto chiedendone la candidatura alla Camera al posto di De Angelis.

M5S: “PAROLE INACCETTABILI, ATTEGGIAMENTI DA GANGSTER”

“‘Ti sparo’, ‘vi ammazzo’, ‘inginocchiatevi’, ‘chiedi pietà’. Purtroppo stavolta non è un dialogo di Romanzo Criminale ma sono solo alcune delle espressioni usate dal capo di gabinetto del sindaco della capitale d’Italia nel corso di un inquietante alterco avvenuto in quel di Frosinone, ripreso da una videocamera e pubblicato dal quotidiano ‘il Foglio’. Tutto si sarebbe svolto in presenza di altri esponenti di spicco del Partito democratico che oggi dovrebbero sentire il dovere di spiegare i contorni di questa vicenda. E senza girarci attorno, i consiglieri del Movimento 5 Stelle e della Lista Civica Virginia Raggi chiedono due cose al sindaco Gualtieri: le immediate dimissioni di chi usa espressioni e atteggiamenti da ‘gangster’, tanto più che si tratta del suo capo di gabinetto, nonché il chiarimento della vicenda da cui sembrano emergere altre minacce e presunte richieste avvenute durante una cena”. Così in una nota il Movimento Cinque Stelle e la Lista civica Virginia Raggi in Campidoglio.

“Dopo aver dovuto sopportare che mister ‘Lei non sa chi sono io’, celebre frase pronunciata sempre dallo stesso personaggio all’epoca ancora capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio, Zingaretti, agli agenti della Polizia locale di Roma che lo avevano sorpreso ad una cena in terrazza tra amici mentre il resto degli italiani erano costretti in casa da soli per il lockdown, entrasse in Campidoglio a gestire la città, oggi non è più possibile chiudere un occhio – proseguono i consiglieri capitolini di M5S e Lista Raggi – Siamo certi che il sindaco Gualtieri, da persona garbata qual è, vorrà allontanare immediatamente questa persona da sé e dall’amministrazione romana. È stato superato il limite della decenza e se Gualtieri coprisse questo scempio sarebbe complice di una grave offesa alla città”.

FDI: “ECCO IL VERO VOLTO DEL PD LAZIALE”

“Il ‘caso Ruberti’ svela il vero volto del Pd laziale, perso tra faide locali per la gestione del potere e personaggi a dir poco discutibili buoni per tutte le stagioni”. Così Laura Corrotti, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.

LEGA: “SCUSE E DIMISSIONI NON BASTANO”

“Le scuse non bastano. Le dimissioni non bastano. Simili personaggi con la cosa pubblica non dovrebbero avere niente a che fare. Il Partito Democratico, che si erge a paladino di non si sa bene cosa, si rivela casa di personaggi che pensano di poter avere simili atteggiamenti violenti, minacciosi, prevaricatori e restare impuniti. La rinuncia alla candidatura di De Angelis non basta, rimetta immediatamente il mandato dai consorzi nel frusinate. Soprattutto pretendiamo da Zingaretti e da Gualtieri un chiarimento: l’ex capo di gabinetto di entrambi ed una consigliera regionale del PD è impossibile che non abbiano interessato i rispettivi referenti politici e rappresentanti istituzionali del contenuto di quella serata. Di cosa si parlava? O davvero credono che la storia dell’alterco per fede calcistica regga?“. Lo dichiara il coordinatore romano della Lega, Alfredo Becchetti.

IL CASO LA REGINA

Un post Facebook e un tweet ripescati dal passato fanno finire sotto accusa Raffaele La Regina. Il segretario del Pd Basilicata, 29 anni, è uno dei quattro capilista under 35 scelti da Letta in vista delle prossime elezioni politiche. Corre nel collegio plurinominale della Basilicata alla Camera.

Sulla sua attività social ha posto l’attenzione il quotidiano ‘Il Giornale’, che ha scovato un tweet del 2017 e un post Facebook del 2020 in cui La Regina ironizza o attacca Israele. E anche se a quei tempi La Regina non rappresentava ancora il Pd, si scatena la polemica politica.

I POST INCRIMINATI CONTRO ISRAELE

Il 10 dicembre 2020 La Regina su Facebook pubblica un meme: “In cosa credete di più: legittimità dello Stato di Israele, alieni o mollicato di Mauairedd? E perché proprio al mollicato?“, ironizza. Il post non è più online perché La Regina ha eliminato il profilo Facebook.

Di tono ben più serio il tweet dell’11 dicembre 2017, in cui La Regina commenta la decisione dell’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele: “Gerusalemme è luogo sacro per tre principali religioni monoteiste, occupata in maniera illegale e violenta da Israele durante la guerra dei sei giorni. Solidarietà al popolo palestinese, no pasaran!”, scrive l’attuale candidato del Pd.

LA PROTESTA DELLA COMUNITÀ EBRAICA DI ROMA

Tra le reazioni seguite alla pubblicazione dell’articolo de ‘Il Giornale’ c’è quella di Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma: “Candidare i giovani in Parlamento è una scelta di valore, soprattutto se i candidati portano valore e idee innovative. Se bisogna leggere tesi di odio che negano il diritto d’Israele ad esistere allora abbiamo un grande problema“.

LA REGINA SI DIFENDE: “MAI MESSO IN DISCUSSIONE IL DIRITTO DI ISRAELE”

Investito dalla polemica, La Regina prova a chiarire: “Mai messo in discussione il diritto ad esistere dello Stato di Israele, né in passato né mai“, spiega in conferenza stampa insieme a Letta per la presentazione delle azioni proposte dal Pd nel piano Giovani.

E in un tweet, il segretario regionale lucano dem aggiunge: “Il Giornale di oggi mi accusa di negare l’esistenza dello Stato di Israele, richiamando un meme che distrattamente e superficialmente ho rilanciato in un gruppo privato. Si trattava insomma di satira, non di una posizione politica. Un gesto comunque sbagliato, per cui chiedo scusa – ammette La Regina – Ma voglio essere chiaro, non ho mai messo in dubbio la legittimità dello Stato di Israele, né in passato né mai, né il suo diritto a esistere”.

LE PAROLE DEL PD

Sull’argomento, fonti del Nazareno fanno sapere: “La posizione del Pd su Israele è nota. I due tweet e il meme di Raffaele La Regina, risalenti a quando non era candidato del Pd e non rappresentava il Pd, non rispecchiano in alcun modo il lavoro e le prese di posizione del Partito Democratico di questi anni, schierato a difesa del diritto a esistere dello Stato di Israele, della sua sicurezza e del percorso di pace”.

LETTA: “BENE LE SCUSE, PD PARTITO GIOVANE”

Il segretario dem Enrico Letta, nella conferenza stampa sul piano Giovani a cui partecipa lo stesso La Regina, aggiunge: “Raffaele ha ribadito le sue scuse, ha usato parole sbagliate. Chiudiamo una polemica che ‘Il Giornale’ ha voluto alzare. Noi siamo sempre molto trasparenti e le parole di La Regina fanno chiarezza su cose del passato che non hanno a che fare con le scelte di oggi”.

Per Letta, “il Pd è un partito giovane, del ringiovanimento, ma non della rottamazione, il partito delle generazioni che si tengono per mano. Un’opportunità per i più giovani. L’obiettivo che mi sono dato fin dall’inizio è stato quello di riportare il Pd al centro dell’attenzione dei giovani, vogliamo che sia il primo partito votato dai giovani“.

Secondo il leader del Pd, “se vincessimo le elezioni, ma senza essere votati dai giovani, non sarei contento. Vogliamo creare un percorso per il futuro. Non si parla di giovani in maniera paternalistica, ma i giovani sono in prima linea, sono partecipi. L’Italia diventi un Paese per giovani, – è l’auspicio di Letta – per italiani che non vadano via e per giovani stranieri che vengono attratti. La vera emergenza migratoria italiana sono le centinaia di migliaia di ragazzi su cui investiamo soldi per la formazione e che se ne vanno per sempre“.