Osteoporosi: abaloparatide efficace anche negli uomini


Il trattamento con abaloparatide, un farmaco anabolico utilizzato nell’osteoporosi, è efficace nel sesso maschile quanto in quello femminile

Osteoporosi post-menopausale: teriparatide migliora gli indici di qualità ossea a livelli pre-menopausa secondo un nuovo studio

Il trattamento con abaloparatide, un farmaco anabolico utilizzato nell’osteoporosi (OP) è efficace nel sesso maschile quanto in quello femminile. Queste le conclusioni di ATOM (the Abaloparatide for the Treatment of Men With Osteoporosis), un trial randomizzato, in doppio cieco, controllato vs. placebo, di fase 3, recentemente presentato in occasione dei lavori del meeting annuale di AACE  (the American Association of Clinical Endocrinology) che suggeriscono l’individuazione di una nuova opzione terapeutica per una condizione clinica molto spesso sottovalutata nel sesso maschile.

I presupposti dello studio
Abaloparatide, un analogo della proteina legata all’’ormone PTH (PTHrP), è un farmaco approvato nel 2017 da Fda, in formulazione sottocute, nel trattamento delle donne in post-menopausa a rischio elevato di frattura a causa di una storia pregressa di fratture osteoporotiche o della presenza di molteplici fattori di rischio di frattura, o perché non responder o intolleranti ad altre terapie per il trattamento dell’OP.

Mentre le donne in post-menopausa sono state considerate fino ad ora il focus di qualsiasi trattamento per l’OP, va peraltro ricordato come l’OP maschile renda conto di quasi il 30% del peso sociale di malattia, accompagnandosi ad una maggiore morbi- mortalità legata alle fratture rispetto al sesso femminile.

Quasi un uomo su 4 di età superiore ai 50 anni sperimenta una frattura di fragilità nel corso della sua esistenza.
Non solo: questi pazienti hanno meno chance di ricevere diagnosi di OP o di essere inclusi nei trial sul trattamento farmacologico di questa malattia.

Disegno e risultati principali
Lo studio ATOM ha coinvolto 228 pazienti di sesso maschile di età compresa tra i 40 e gli 85 anni, con OP primaria o associata a ipogonadismo, randomizzandoli, secondo uno schema 2:1, a trattamento giornaliero con abaloparatide 80 mcg sottocute o a placebo per 12 mesi.

Tutti i pazienti dello studio si connotavano per la presenza di T-score (basati sul range di riferimento valido per il sesso maschile) pari a una delle situazioni seguenti:
–  ≤ −2,5 a livello della colonna lombare o dell’anca
–  ≤ −1,5  con frattura vertebrale radiografica o con una storia di frattura non vertebrale a ridotta trumaticità occorsa negli ultimi 5 anni
–  ≤ −2,0 se ultra-65enni

Passando ai risultati, gli incrementi di densità minerale ossea (BMD), rispetto al basale, sono stati di entità maggiore nel gruppo abaloparatide rispetto al gruppo placebo a livello della colonna lombare, dell’anca in toto e del collo femorale sia 3 che a 6 che a 12 mesi.

Le variazioni medie percentuali di questo parametro sono risultate pari, a 12 mesi, all’8,5%, 2,1% e 3% per i singoli siti anatomici sopracitati, rispettivamente., rispetto all’1,2%, 0,01% e 0,2% del gruppo placebo (p ≤ 0.0001 per tutti i confronti).

Inoltre, i ricercatori hanno registrato 3 fratture nel gruppo placebo a fronte di una sola frattura nel gruppo abaloparatide.

Quanto ai marker di turnover osseo, la mediana dei valori sierici di PINP (propeptide N-terminale del procollagene di tipo 1) è risultata pari a 111,2 ng/ml dopo un mese di trattamento con abaloparatide e a 85,7 ng/ml dopo 12 mesi.

La mediana dei valori sierici di CTX (telopeptide C-terminale del collagene tipo 1), invece, è risultata pari a 0,48 ng/ml a 6 mesi e a 0,45 ng/ml a 12 mesi nel gruppo abaloparatide.

Non solo: la media geometrica relativa ai livelli basali di s-PINP e sCTX è aumentata in modo significativo con abaloparatide vs. placebo a 3, 6 e a 12 mesi (p < 0,001 per tutti i confronti).

Sul fronte della safety, gli eventi avversi (AE) più comunemente riferiti ed emergenti a seguito del trattamento sono stati le reazioni al sito di iniezione (12,8% vs. 5,1%), la nasofaringite (8,7% vs. 7,6%), le vertigini (8,7% vs. 1,3%) e l’artralgia (6,7% vs. 1,3%) con abaloparatide vs. placebo.

Il tasso di AE seri emersi a seguito del trattamento è risultato simile nei due gruppi in studio (5,4% vs-5.1%). E’ stato registrato un decesso nel gruppo abaloparatide, non legato tuttavia al farmaco in uso.

Considerazioni conclusive
Questo nuovo farmaco rappresenta un’importante aggiunta al ventaglio molto limitato di trattamenti a disposizione quando i pazienti non rispondono alle opzioni di trattamento iniziali-
Radius Health, responsabile della messa a punto del farmaco, ha dichiarato di aver già fatto domanda nel mese di febbraio alla Fda per estendere l’autorizzazione d’impiego del farmaco nei pazienti con OP maschile a rischio elevato di frattura.

Si stima che il processo regolatorio avrà una durata pari a circa 10 mesi.

Bibliografia
AACE 2022 Annual Meeting. Presented May 12, 2022.