Ballottaggi comunali: a Verona appello di Sboarina ai “tosiani”


Verso i ballottaggi delle elezioni comunali. Sboarina ai tosiani: “Non fate svoltare Verona a sinistra”. È polemica per la lettera del vescovo

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Ad avere un passato calcistico è il suo rivale, il candidato civico sostenuto dal centrosinistra Damiano Tommasi, ma oggi è il sindaco uscente di Verona Federico Sboarina (Fdi) ad appoggiarsi ad una metafora calcistica. “Al primo turno abbiamo giocato in due squadre diverse, ma domenica c’è la partita più importante, quella da vincere“, afferma il primo cittadino in un video pubblicato sul suo profilo Facebook, in cui si riferisce alla divisione del centrodestra al primo turno, dove Fratelli d’Italia, Lega e Coraggio Italia lo hanno sostenuto, mentre Forza Italia ha appoggiato Flavio Tosi.

“Mi rivolgo a tutte quelle donne e a tutti quegli uomini che al primo turno hanno sostenuto Flavio Tosi con Forza Italia e con tutte le liste a lui collegate. La stessa area culturale, la grande famiglia del centrodestra“, prosegue Sboarina. “Vedete, domenica ci sarà veramente la partita più importante, quella tra il centrodestra e la sinistra. L’appello che vi faccio è di andare a votare tutti insieme per fare in modo che la nostra città non svolti a sinistra“.

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FDI: “CON TOSI PROGRAMMI COMUNI, VINCEREMO”

A Verona Fratelli d’Italia punta a far riconfermare il sindaco uscente Federico Sboarina raccogliendo anche i voti che al primo turno sono andati a Flavio Tosi, valorizzando quelle che sono le convergenze tra i programmi dei due candidati, ad esempio sul tema della sicurezza. Lo spiega alla ‘Dire’ il consigliere regionale veronese Daniele Polato (Fdi), già assessore alla Sicurezza nella giunta Sboarina fino all’autunno 2020, quando si è dimesso per l’incompatibilità con la carica di consigliere regionale.

L’apparentamento chiesto dall’altro candidato di centrodestra Flavio Tosi in cambio del sostegno dichiarato a Sboarina al ballottaggio “è un tecnicismo che i cittadini non riescono a capire”, sostiene Polato secondo cui “i tecnicismi non piacciono alla gente, alla gente piace che parliamo di materie di centrodestra, di contenuti”. E su questo i programmi elettorali di Sboarina e di Tosi sono compatibili. Ma non solo. “Da subito il sindaco ha dichiarato che è disponibile a confrontarsi sui programmi per prendere le cose migliori che ci sono in tutti i programmi“, sottolinea Polato. Insomma, Sboarina “non ha chiuso nessuna porta, professa l’unione del centrodestra da quando è arrivato al ballottaggio”.

L’obiettivo è evidentemente “governare, perché abbiamo già sperimentato dal 2002 al 2007 cosa vuol dire avere a Verona la sinistra al governo“, passa poi all’attacco l’esponete di Fratelli d’Italia. “Il candidato oggi che sembra essere distaccato dai partiti (Tommasi, ndr) invece è comandato da partiti, soprattutto dai partiti di sinistra, basti guardare le preferenze, gli eletti nel centrosinistra, per rendersi conto che sono coloro che hanno sempre votato contro qualsiasi cosa in Consiglio comunale negli ultimi cinque anni”.

Il risultato è a portata di mano, perché “il centrodestra con i due candidati ha espresso oltre il 60% nel primo turno“, osserva Polato. “Noi a quel popolo andiamo a parlare e a quel popolo chiediamo la fiducia per portare avanti il nostro programma“. Poi, “a seguito delle elezioni noi siamo disponibili – ma lo siamo sempre stati – per un centrodestra unito”. La strada, insomma, è quella di “una linea amministrativa comune al di là di spartizioni che non verrebbero comprese da parte dei cittadini”, conclude l’esponente meloniano.

LA LETTERA DEL VESCOVO

Ma a infiammare la campagna elettorale in vista del secondo turno di domenica prossima è anche una lettera del vescovo Giuseppe Zenti al clero diocesano di Verona. Il monsignore scrive, tra le altre cose, per “chiarire un nostro coinvolgimento in occasione di elezioni politiche o amministrative, soprattutto in considerazione delle ricadute dei nostri interventi sui fedeli”. Per Zenti, “compito degli ordinati non è mai quello di schierarsi per un partito o per una persona, ma quello di segnalare eventuali presenze o carenze di valori civili con radice cristiana“.

Non un endorsement, quindi, ma un promemoria per valutare come sono schierati, sui temi etici, i candidati in campo. “Nelle varie tornate elettorali, di qualsiasi genere – scrive il vescovo scaligero – è nostro dovere far coscienza a noi stessi e ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender; al tema dell’aborto e dell’eutanasia; alla disoccupazione, alle povertà, alle disabilità, all’accoglienza dello straniero; ai giovani; alla scuola cattolica, a cominciare dalle materne. Queste sono frontiere prioritarie che fanno da filtro perla coscienza nei confronti della scelta politica o amministrativa”, sottolinea Zenti. Scatenando un fiume di polemiche.

LE REAZIONI. CALENDA: “GRAVISSIMA INGERENZA”

“Mi sembra una gravissima ingerenza. Fuori dal tempo e dal galateo dei rapporti istituzionali. Delle intromissioni dirette della Chiesa cattolica nelle elezioni non abbiamo nostalgia“, dichiara il leader di Azione, Carlo Calenda.

Anche Elio Vitoappena fuoriuscito da Forza Italia e dimessosi da deputato, interviene sul dibattito con un tweet: “Il vescovo di Verona, alla vigilia del ballottaggio, invita a non votare chi sostiene ideologia gender, aborto ed eutanasia. È venuto il momento che i partiti, la politica, tutta la politica, difendano la laicità dello Stato dalle ingerenze della Chiesa“.

“Sono certo che i cattolici veronesi sono persone mature, ragionano con la loro testa, e sanno valutare bene cosa sia giusto per il bene comune. Per il resto rimane la stonatura di un messaggio di un vescovo dimissionario per raggiunti limiti di età e non nuovo a queste iniziative come quando appoggiò nel 2015 una candidata leghista. Un’ingerenza che ricorda ben altri tempi andati e che tuttavia non lascerà traccia”. Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni come riferisce la Dire (www.dire.it).