Fumetti: Marco Galli pubblica “Il Nido”


“Il Nido” di Marco Galli è il graphic novel ambientato tra il 3 e il 7 giugno del 1944: un viaggio in cinque giorni alle radici del male

marco galli il nido

In questi giorni in cui l’attualità ci riporta con forza a studiare e rivedere la psicologia dei dittatori è uscito ‘Il nido’, il nuovo fumetto di Marco Galli che disegna cinque giorni a tu per tu con Adolf Hitler. Non un libro storico, precisa l’autore, ma certamente un’opera ambiziosa nata in un periodo di fragilità e malattia.

LE ORIGINI DEL GRAPHIC NOVEL

Il fumettista bresciano, fuoriclasse nel suo genere, ha convissuto infatti con la sindrome di Guillain-Barré, una malattia invalidante che lo ha costretto al letto lontano da matite e libri per diverso di tempo. Era il 2017 quando, in piena convalescenza, Galli si è imbattuto in un documentario sul ‘Fuhrer’, un racconto che ne svelava fragilità e dipendenze.

Ed ecco allora che il fumettista ha iniziato lo studio del personaggio, arrivando (qualche anno dopo) a questo graphic novel ambientato tra il 3 e il 7 giugno del 1944. Mentre lo sbarco degli Alleati in Normandia accelera inesorabilmente il conto alla rovescia verso la fine del folle sogno del Reich, Hitler è al sicuro nel ‘Nido dell’Aquila’, la sua residenza rifugio tra i boschi e le vette delle Alpi Bavaresi.

Intorno a lui ci sono GoebbelsEichmann, una corte di alti ufficiali e zelanti funzionari nazisti arrivati fin lassù per recepire e diramare i suoi ordini sanguinari, ma anche le pedine impassibili della macchina della propaganda, i medici compiacenti che gli somministrano ogni genere di medicinali e stupefacenti, e i pochi affetti sinceri: il suo pastore tedesco Blondi e l’amante Eva Braun.

Sempre più solo e delirante, Hitler è circondato da una forzata e illusoria atmosfera di festa decadente, ma soprattutto è preda, in maniera ormai patologica, delle sue paranoie e di allucinazioni amplificate dall’abuso di droghe.

ALLE RADICI DEL MALE

Marco Galli disegna un viaggio alle radici del male, dove il ‘Fhurer’ appare in tutte le sue fragilità e sofferenze fisiche e psicologiche. Ed ecco allora la domanda che l’autore insinua nel lettore, muovendosi tra il reale e l’irreale: il ‘Fhurer’ è il male assoluto? Forse sì ma è bene che nessuno si senta troppo distante da quella follia. Malattia e dipendenze possono infatti portare dove non avremmo mai immaginato.

L’umanità contempla il male e Galli lo spiega nelle sue presentazioni citando Hannah Arendt e il suo ‘La banalità del male’: “Tanti possono arrivare a fare quello che ha fatto Hitler pur essendo meno iconici. Lo stiamo vedendo in tempi recenti. Le manie di grandezza e l’utilizzo della guerra per imporsi su altri popoli è all’ordine del giorno”.

La stessa Eva Braun, amante e confidente di Hitler e voce narrante del viaggio nel ‘Nido’, appare in tutta la sua lucidità, rassegnata per colpa dell’amore.

Ma c’è di più, nelle pagine finali tutto il mondo è paese: non esistono buoni o cattivi, perché “Gli americani impiccano un negro a un albero, se gli va di farlo”“Gli inglesi sparano su donne e bambini indù” i francesi sono “Paladini della libertà” solo quando gli fa comodo. Mentre tutto intorno al ‘Nido’ sembra andare in pezzi, dentro nessuno vuole crederci.

DI PIÙ SULL’AUTORE

Marco Galli, spiega la Dire (www.dire.it), con questo nuovo fumetto si conferma artista imprevedibile e capace come pochi di reinventare i generi. Nel 2021 ha vinto il prestigioso Premio Yellow Kid come Autore dell’anno assegnato dal festival Lucca Comics & Games.