Le pergamene, uno dei tesori della Biblioteca di Montevergine


Nel cuore verde dell’Irpinia le pergamene della Biblioteca di Montevergine, ospitata all’interno del Palazzo abbaziale di Loreto di Mercogliano

Biblioteca di Montevergine

Duecentomila volumi a stampa, 400 periodici, oltre mille cinquecentine, 35 incunaboli, 24 codici, centomila fogli sciolti e soprattutto settemila pergamene. È il patrimonio conservato nella Biblioteca di Montevergine a Mercogliano, in Irpinia, una delle dieci Biblioteche pubbliche statali annesse ai Monumenti nazionali. La Biblioteca di Montevergine è ospitata all’interno del Palazzo abbaziale di Loreto di Mercogliano, meta di visitatori appassionati dell’architettura barocca, ma anche centro culturale grazie ai tesori conservati nella biblioteca. Se in origine questo luogo era usato esclusivamente dai monaci, oggi è meta di studiosi e di tanti studenti provenienti da scuole e università della Campania. Inoltre, il servizio prestito bibliotecario dà la possibilità di ricevere, proprio a Montevergine, anche i testi conservati in altre Biblioteche d’Italia.

Cuore indiscusso della raccolta libraria sono le pergamene, una collezione ricchissima che conta settemila pezzi. “Tuttora ne abbiamo tradotte e trascritte neanche la metà: è in uscita il 14esimo volume. Spero al più presto di far conoscere le nostre pergamene”, racconta all’agenzia Dire Padre Carmine Allegretti, nuovo direttore della Biblioteca Statale di Montevergine.

“Tra le più importanti c’è quella che contiene il famoso Statuto dell’abate Donato che racconta la nascita della Congregazione. È in questo momento che nasce il centro scrittorio a Montevergine e dunque la Biblioteca”. Tra i testi conservati a Montevergine, l’incunabolo più antico venne stampato probabilmente nel 1469 e contiene l’Apocalisse di San Giovanni, mentre il Libro d’Ore, stampato a Parigi nel settembre 1498, è il più riccamente miniato. Tra le 1.021 edizioni del Cinquecento alcune conservano la legatura originaria in assicelle di legno coperte da cuoio intagliato a disegni geometrici arricchiti da fermagli metallici. I 24 codici e i 35 incunaboli sono conservati in un armadio metallico di sicurezza.

Il codice più caro alla tradizione monastica, spiega la Dire (www.dire.it), è il De vita et obitu sancti Guilielmi, in cui un discepolo del fondatore di Montevergine racconta, sotto forma di fioretti e per edificazione degli altri religiosi presenti e futuri, le notizie sulla vita e sui miracoli del religiosissimo cristiano di nome Guglielmo. Nella biblioteca di Montevergine sono presenti anche due mostre permanenti. La prima è dedicata al Nunzio Apostolico Luigi Barbarito, originario del territorio irpino, che ha donato alla Biblioteca alcuni volumi della congregazione delle Cause dei Santi. La seconda, invece, è pensata per gli studenti e racconta l’evoluzione della scrittura, dal papiro al libro a stampa, con materiale didattico per far conoscere agli studenti anche il lavoro che svolgevano i monaci amanuensi prima dell’invenzione della stampa.

Realizzato con l’agenzia di stampa DIRE, il progetto ‘Biblioteche d’Italia’ è un viaggio alla scoperta dei 46 Istituti statali italiani, scrigni di bellezza e custodi di un patrimonio documentario che ammonta a circa 40 milioni di esemplari: https://cultura.gov.it/bibliotecheditalia. Il documentario sulla Biblioteca Statale di Montevergine fa parte della serie di reportage promossi dal Ministero della Cultura e disponibili sui canali social istituzionali e sul profilo Instagram @bibliotecheditalia https://www.instagram.com/tv/CcUyd5gI-Qe/.