Ictus aterotrombotico: nuovo studio sul rischio recidive


Un nuovo studio suggerisce che le persone colpite da ictus aterotrombotico e con ipertrigliceridemia hanno un rischio maggiore di recidiva

Un nuovo studio suggerisce che le persone colpite da ictus aterotrombotico e con ipertrigliceridemia hanno un rischio maggiore di recidiva

Un nuovo studio, pubblicato online su “Neurology”, suggerisce che le persone colpite da ictus aterotrombotico – causato da un coagulo che si forma da placche accumulate all’interno dei vasi sanguigni nel cervello – e che hanno anche livelli più elevati di trigliceridi nel sangue, possono avere un rischio maggiore di un successivo ictus o altri problemi cardiovascolari un anno dopo, rispetto alle persone che hanno subito un ictus ma hanno livelli di trigliceridi più bassi. L’associazione è stata rilevata anche nei pazienti che stavano assumendo statine destinate a proteggere da infarto e ictus.

Si ritiene che livelli elevati di trigliceridi contribuiscano all’indurimento delle arterie e all’aumento del rischio di infarto, malattie cardiache e ictus.

Un aspetto positivo che emerge dalla ricerca – secondo gli autori guidati da Takao Hoshino, della Tokyo Women’s Medical University (Giappone) – è che le statine sono solo una delle terapie per l’ipertrigliceridemia: anche la dieta e l’esercizio fisico possono essere modi efficaci per ridurre i livelli dei trigliceridi nel sangue.

Associazione rilevata a distanza di un anno
Lo studio ha esaminato 870 persone che hanno avuto un ictus o un attacco ischemico transitorio. L’età media era di 70 anni. Di questi, 217 (ossia il 25%) avevano livelli elevati di trigliceridi, definiti come livelli a digiuno pari o superiori a 150 milligrammi per decilitro.

I ricercatori hanno seguito i partecipanti un anno dopo per verificare se ci fosse un’associazione tra alti livelli di trigliceridi e un altro ictus, sindrome coronarica acuta o morte per cause vascolari.

Dopo l’aggiustamento per fattori quali il livello di colesterolo e l’uso di statine, i ricercatori hanno scoperto che le persone che avevano alti livelli di trigliceridi avevano un rischio maggiore del 21% di morte, ictus o condizioni cardiache a un anno, rispetto al 10% in più di rischio per quelli con livelli più bassi.

Quando i ricercatori hanno esaminato specificatamente le persone che avevano avuto un altro ictus dopo un ictus aterotrombotico, hanno rilevato che 14 persone su 114 con livelli normali di trigliceridi (12%) ne avevano uno durante lo studio, rispetto a 33 su 217 persone (16%) di quelli con livelli elevati.

Per la sindrome coronarica acuta, una persona su 114 (0,9%) con livelli normali di trigliceridi ha sviluppato la condizione cardiaca un anno dopo un ictus aterotrombotico, rispetto a cinque su 60 (8%) di quelli con livelli elevati.

Hoshino e colleghi osservano che lo studio non ha trovato un’associazione tra livelli più elevati di trigliceridi e futuri problemi cardiovascolari negli individui che hanno avuto un ictus di tipo cardioembolico.

Importanti anche dieta, esercizio fisico e assunzione di omega-3
«Sono necessarie ulteriori ricerche, ma per le persone che hanno avuto un ictus aterotrombotico, i livelli dei trigliceridi possono emergere come obiettivo chiave per prevenire futuri ictus e altri problemi cardiovascolari» aggiungono.

«La terapia con statine è ancora un trattamento efficace per le persone con alti livelli di trigliceridi, ma il nostro studio evidenzia quanto sia importante esaminare tutti gli strumenti che una persona può utilizzare per abbassare i trigliceridi, comprese le modifiche alla dieta, l’esercizio fisico e l’assunzione di acidi grassi omega-3» precisano.

Lo studio, puntualizzano gli autori, non dimostra che abbassare i livelli elevati di trigliceridi impedirà alle persone con ictus aterotrombotico di avere in seguito problemi cardiovascolari; mostra solo un’associazione. Una limitazione dello studio, infine, è che i ricercatori hanno considerato nei partecipanti solo i livelli di trigliceridi a digiuno.

Riferimento:
Hoshino T, Ishizuka K, Toi S, et al. Prognostic Role of Hypertriglyceridemia in Patients With Stroke of Atherothrombotic Origin. Neurology. 2022 Mar 16. doi: 10.1212/WNL.0000000000200112. [Epub ahead of print] Link