Sindrome dell’ovaio policistico: cos’è e come si cura


L’ovaio policistico (PCOS) è una sindrome molto diffusa e considerata l’alterazione endocrina più comune in età fertile

La sindrome dell’ovaio policistico

L’ovaio policistico (PCOS) è una sindrome molto diffusa e considerata l’alterazione endocrina più comune in età fertile. Come spiega la Dire Giovani (www.diregiovani.it) causa importanti effetti sulla salute della donna di tipo estetico, metabolico e riproduttivo come ingrossamento delle ovaie, presenza di cisti ovariche multiple, irregolarità del ciclo mestruale (anovulazione cronica), segni di iperandrogenismo (crescita eccessiva di peli, acne, alopecia) e segni di insulino-resistenza con conseguente difficoltà a perdere peso.

I sintomi possono comparire subito dopo la prima mestruazione della vita oppure svilupparsi nel corso degli anni. Il quadro clinico può presentarsi in maniera differente, ma in ogni caso peggiora in presenza di obesità.
Non vi è ancora una eziologia precisa, ma diversi studi la correlano ad una aumentata secrezione di androgeni da parte dell’ovaio e del surrene a svantaggio della produzione di estrogeni. Gli estrogeni sono deputati alla formazione di buoni ovociti, ma anche la crescita dell’endometrio.
Va specificato che questa sindrome non è sinonimo di sterilità, non vi è un protocollo di cura, ma è possibile intervenire sui sintomi. Per le irregolarità mestruali, l’acne e per l’eccessiva crescita di peli potrebbe essere consigliato l’assunzione di una pillola anticoncezionale contenente estrogeni e progesterone. Mentre per le pazienti che cercano una gravidanza potrebbero essere prescritte terapie specifiche (tra cui specifici integratori) volte a ripristinare l’ovulazione spontanea e a migliorarne il quadro metabolico.

Ovviamente, è importante sottolineare che ogni caso andrà valutato nello specifico da un esperto.
Restano, inoltre, fondamentali l’attenzione verso una alimentazione corretta con cibi a basso contenuto glicemico e una regolare attività fisica.
Per la diagnosi è importante effettuare una visita ginecologica che potrà indagare le oscillazioni del ciclo, valutare eventuali segni di iperandrogenismo e delineare attraverso l’ecografia transvaginale l’aspetto delle ovaie e le loro dimensioni. Dosaggi ormonali e specifici esami metabolici completeranno il quadro clinico. Quanto più è precoce la diagnosi, tanto prima è possibile intervenire per evitare le conseguenze a lungo termine (iperplasia endometriale, tumore dell’endometrio, ipertensione, iperlipidemia, insulino-resistenza, diabete mellito di tipo II, coronaropatia).

Lo sapevi che:

  • La sindrome colpisce il 5-10% delle donne, a partire dall’adolescenza. Nelle giovani donne è molto comune che i follicoli, in attesa di maturare presentino un aspetto “microcistico”, che però, specie in assenza di altri sintomi, non deve essere confuso con l’ovaio policistico.
  • La prima descrizione della patologia risale probabilmente al medico italiano Antonio Vallisneri, che nel 1721 ma la prima definizione e analisi di validità scientifica è da attribuirsi senza dubbio allo studio del 1935 dei ginecologi americani Irving F. Stein e Micheal L. Leventhal.
  • Non sono chiare le cause dell’ovaio policistico si suppone un’origine genetica, ma è stata accertata una familiarità e una maggiore propensione al suo sviluppo nelle donne mediterranee e con basso peso alla nascita.
  • L’indice glicemico (IG) dei cibi è un indicatore chiave per orientarsi verso abitudini alimentari corretteIn generale per le donne con PCOS sono raccomandati cibi a basso indice glicemico e ad alto contenuto di fibrein quanto vengono digeriti più lentamente dall’organismo e tengono sotto controllo i picchi di insulina e di glucosio.
  • Le donne con PCOS hanno un rischio di diabete quadruplo rispetto alle altre donne, per questo è importante limitare l’assunzione di zuccheri semplici, grassi e limitare l’assunzione di alcolici.