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Sindrome dell’ovaio policistico: cos’è e come si cura

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Nel 2017 in Italia sono previsti 5.200 nuovi casi

L’ovaio policistico (PCOS) è una sindrome molto diffusa e considerata l’alterazione endocrina più comune in età fertile

L’ovaio policistico (PCOS) è una sindrome molto diffusa e considerata l’alterazione endocrina più comune in età fertile. Come spiega la Dire Giovani (www.diregiovani.it) causa importanti effetti sulla salute della donna di tipo estetico, metabolico e riproduttivo come ingrossamento delle ovaie, presenza di cisti ovariche multiple, irregolarità del ciclo mestruale (anovulazione cronica), segni di iperandrogenismo (crescita eccessiva di peli, acne, alopecia) e segni di insulino-resistenza con conseguente difficoltà a perdere peso.

I sintomi possono comparire subito dopo la prima mestruazione della vita oppure svilupparsi nel corso degli anni. Il quadro clinico può presentarsi in maniera differente, ma in ogni caso peggiora in presenza di obesità.
Non vi è ancora una eziologia precisa, ma diversi studi la correlano ad una aumentata secrezione di androgeni da parte dell’ovaio e del surrene a svantaggio della produzione di estrogeni. Gli estrogeni sono deputati alla formazione di buoni ovociti, ma anche la crescita dell’endometrio.
Va specificato che questa sindrome non è sinonimo di sterilità, non vi è un protocollo di cura, ma è possibile intervenire sui sintomi. Per le irregolarità mestruali, l’acne e per l’eccessiva crescita di peli potrebbe essere consigliato l’assunzione di una pillola anticoncezionale contenente estrogeni e progesterone. Mentre per le pazienti che cercano una gravidanza potrebbero essere prescritte terapie specifiche (tra cui specifici integratori) volte a ripristinare l’ovulazione spontanea e a migliorarne il quadro metabolico.

Ovviamente, è importante sottolineare che ogni caso andrà valutato nello specifico da un esperto.
Restano, inoltre, fondamentali l’attenzione verso una alimentazione corretta con cibi a basso contenuto glicemico e una regolare attività fisica.
Per la diagnosi è importante effettuare una visita ginecologica che potrà indagare le oscillazioni del ciclo, valutare eventuali segni di iperandrogenismo e delineare attraverso l’ecografia transvaginale l’aspetto delle ovaie e le loro dimensioni. Dosaggi ormonali e specifici esami metabolici completeranno il quadro clinico. Quanto più è precoce la diagnosi, tanto prima è possibile intervenire per evitare le conseguenze a lungo termine (iperplasia endometriale, tumore dell’endometrio, ipertensione, iperlipidemia, insulino-resistenza, diabete mellito di tipo II, coronaropatia).

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