Covid: le Regioni chiedono lo stop al sistema dei colori


Le Regioni lanciano un appello al Governo: “Superare il sistema dei colori e cambiare parametri sui positivi al Covid”

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“Guardare al futuro e procedere rapidamente verso una normalizzazione della situazione che consenta una ripresa più ordinata e il rilancio del nostro Paese. Questi gli obiettivi che ci siamo posti oggi e che sono la base di una posizione che i presidenti della Regioni hanno condiviso in modo unanime”. Lo ha dichiarato oggi Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni.

LE RICHIESTE AL GOVERNO

La Conferenza, come ha spiegato Fedriga, ha una serie di richieste per il Governo: “Superare definitivamente il sistema a colori delle zone di rischio assieme all’esigenza che la sorveglianza sanitaria sia riservata ai soggetti sintomatici rappresentano i caposaldi di un documento che sarà inviato al Governo e che sarà una piattaforma imprescindibile per il futuro confronto fra l’esecutivo e le Regioni. Va poi semplificata la sorveglianza nelle scuole. Sotto questo profilo per non interrompere continuamente l’attività didattica in presenza è opportuno tenere in isolamento solo gli studenti positivi sintomatici. Infine occorrerà rivedere la classificazione dei ricoveri Covid evitando di includere i pazienti positivi ricoverati per altre patologie”, ha concluso il governatore del Friuli Venezia Giulia.

ZAIA: “ABBIAMO PRESO UNA POSIZIONE FORTE”

Oggi i presidenti delle Regioni italiane si sono incontrati a Roma e hanno “preso una posizione forte rispetto alla situazione del Covid”. Lo comunica il presidente del Veneto Luca Zaia, che chiarisce: “Bisogna cambiare approccio di fronte a un cambio totale di scenario“, e anticipa: “È in corso di predisposizione un documento da inviare al ministro Speranza“. La richiesta è di applicare le direttive dell’Ecdc, e quindi “pensare di concentrarci solo sui soggetti sintomatici rispetto alle regola da seguire, e di togliere la suddivisione delle Regioni in colori, naturalmente mantenendo il monitoraggio sull’andamento dei posti letto in area medica e in terapia intensiva”, spiega Zaia.

Per quanto riguarda le scuole, poi, come riferisce la Dire (www.dire.it) “bisogna fare in modo che vadano in isolamento solo i ragazzi sintomatici e gli altri restino a scuola”, precisa il presidente veneto. “Il principio generale è quello della semplificazione dell’approccio prendendo atto della mutata realtà, che ci dice, ad esempio, che il contact tracing è saltato, perché con 20.000 positivi al giorno in una Regione ci sono 200.000 persone da contattare. È evidente che il modello attuale non funziona, come si è visto con il caos tamponi che non ha assolutamente risolto il problema”, conclude il governatore.