Vini: l’Erbaluce di Caluso è in crescita


L’Erbaluce di Caluso, denominazione di origine controllata e garantita, è passata da 128 ettari del 2000 a 227 ettari

erbaluce di caluso

L’Erbaluce di Caluso è in crescita. La denominazione di origine controllata e garantita, che rappresenta soltanto lo 0,5% (il 5 per mille) del vigneto piemontese è passata da 128 ettari del 2000 a 227 ettari nel 2020, con un incremento della base produttiva del 77,34%.

Il mondo produttivo e commerciale dell’Erbaluce di Caluso docg è rappresentato da 288 viticoltori , 39 vinificatori e 35 imbottigliatori, con una potenzialità produttiva di poco superiore a 1,5 milioni di bottiglie, per un fatturato annuo di 10 milioni di euro.

L’andamento produttivo e commerciale della docg è stato presentato a Torino dal consorzio Cascine Piemontesi presieduto da Enrico Allasia, insieme a Confagricoltura Torino, al Consorzio di tutela dei vini Caluso, Carema e Canavese e all’Enoteca regionale dei vini della provincia di Torino guidata da Corrado Scapino. In videocollegamento dal territorio di produzione è intervenuta Maria Rosa Cena, sindaco della città di Caluso che dà il nome alla denominazione.

Il 2021 per l’Erbaluce è stata un’ottima annata. “La maturazione delle uve – ha spiegato il direttore di Confagricoltura Torino Ercole Zuccaro –  si è rivelata medio tardiva, con un’epoca di raccolta che ha spaziato dalla metà alla fine di settembre. Le gradazioni zuccherine sono state superiori alla media degli ultimi cinque anni e il quadro acido si è mostrato eccellente. Secondo i tecnici – ha aggiunto il direttore di Confagricoltura Torino – le uve offriranno vini con caratteristiche di grande freschezza, idonei anche per l’affinamento”.

Il direttore del consorzio di tutela dei vini Caluso, Carema e Canavese Gabriele Busso ha che “dal punto di vista commerciale l’andamento è positivo e il 2022 si prospetta interessante. L’ampliamento delle Carte dei Vini da parte della ristorazione – ha spiegato Busso – favorisce l’offerta di produzioni del territorio, in particolare di vitigni autoctoni”.

Come ha chiarito il direttore del consorzio di tutela “l’Erbaluce di Caluso manifesta una marcata crescita delle vendite in Piemonte e anche in Lombardia e Liguria: più in generale il mercato interno sta riscoprendo le grandi potenzialità dell’Erbaluce, sia fermo, sia spumante, sia nella tipologia passito. Si registra interesse anche da parte dei mercati esteri – ha fatto rilevare Busso – in particolare degli Stati Uniti e del Nord Europa”.

Sono un centinaio le attività agricole che hanno già aderito a Cascine Piemontesi; per oltre il 50% sono situate nelle Langhe e nell’Albese, ma è in crescita il numero delle aziende delle zone del Monregalese, Saluzzese, Saviglianese, Cuneese, Torinese e Astigiano. Aderiscono a Cascine Piemontesi allevatori e apicoltori, produttori di ortofrutta, castagne, cereali e di altre coltivazioni agricole, del comparto lattiero caseario, corilicolo e vitivinicolo.