Osteoporosi: vacanza terapeutica con risedronato non oltre i 2 anni


Secondo un nuovo studio sarebbe opportuno non prolungare oltre i due anni la vacanza terapeutica con risedronato nelle pazienti affette da osteoporosi

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Stando ai risultati di uno studio presentato nel corso del congresso annuale ASBMR, sarebbe opportuno non prolungare oltre i due anni la vacanza terapeutica con risedronato nelle pazienti affette da osteoporosi (OP) (anziché fino a 3 anni come attualmente raccomandato per i bisfosfonati), pena la perdita della protezione anti-frattura di entità maggiore rispetto ad alendronato, sospeso per 3 anni.

Nello specifico, lo studio, condotto su una coorte di pazienti canadesi di età superiore a 66 anni, ha dimostrato che le pazienti che avevano sospeso risedronato oltre i 2 anni mostravano un rischio superiore del 34% di andare incontro a frattura di femore rispetto a quelle che avevano sospeso un trattamento con alendronato da 2 a 3 anni.

Razionale e disegno dello studio
Lo studio è nato alla luce del dibattito (mai sopito) sull’opportunità di ricorrere alle “vacanze terapeutiche” da BSF nelle persone affette da OP.

Eppure molte linee guida attuale raccomandano che negli individui a basso rischio, trattati con BSF da almeno 5 anni, debba essere presa in considerazione l’opportunità di sospendere il trattamento in essere con tal farmaci dopo 2-3 anni. La ragione addotta risiede nel rischio (per quanto assai remoto) che il trattamento con BSF possa essere associato a fratture atipiche di femore, e che questi farmaci appaiano in grado di dare protezione prolungata contro le fratture; di qui l’invito a ricorrere alle vacanze terapeutiche nella maggior parte dei casi.

Le Linee Guida ASBMR del 2016 riconoscono come tale indicazione derivi, fondamentalmente, dai risultati provenienti dalle fasi di estensione dei trial condotti con alendronato e che le pazienti in terapia con risedronato potrebbero necessitare di rivalutazione delle loro condizioni più anticipata, in ragione della ridotta emivita di questo farmaco.
Rispetto ad alendronato, infatti, il risedrontato si accumula meno a livello dell’osso ed è eliminato più velocemente dall’organismo, per cui la protezione anti-frattura durante le vacanze terapeutiche potrebbe essere di durata inferiore.

Su questi presupposti è nato il nuovo studio che ha stimato il rischio di frattura a 3 anni di vacanza terapeutica a lungo termine (3 o più anni) con risedronato vs. alendrontato in pazienti in età avanzata (ultra66enni).

Attingendo ai dati di un database amministrativon sanitario, i ricercatori hanno identificato 120.368 pazienti che avevano iniziato un trattamento con risedronato o alendronato durante gli anni compresi dal 2000 al 2016. Le pazienti considerate avevano assunto la terapia loro prescritta per almeno 3 anni (con un’aderenza pari all’80%), prima di interromperla per almeno 4 mesi.

Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che il 45% delle pazienti erano inizialmente trattate con risedronato mentre il 55%  lo era con alendronato, i principali BSF utilizzati in Canada.
I ricercatori hanno incrociato i dati relativi a 25.077 pazienti che assumevano alendronato con quelli relativi ad un numero pari di pazienti tratte con risedronato sulla base di alcune caratteristiche legate al rischio di frattura (demografia, diagnosi, impiego di farmaci, consumo risorse sanitarie).

Le pazienti avevano un’età media di 74 anni all’inizio della terapia con BSF. La durata media di assunzione di BSF era pari a 5,9 anni prima delle vacanze terapeutiche.
Dall’analisi dei dati è emerso che l’outcome primario dell’incidenza di fratture di femore durante 3 anni di vacanza terapeutiche era stato osservato in 915 pazienti, con un’incidenza maggiore nel gruppo di pazienti inizialmente in terapia con risedrontato (12,4 eventi per 1.000 pazienti vs. 10,6 – HR= 1,18; IC95%= 1,04-1,34).

I rischi non sono risultati significativamente maggiori nei primi 2 anni di vacanza terapeutica, ma le curve hanno cominciato a divergere dopo i 2 anni.

Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso, tra i limiti dello studio, la mancanza di informazioni sull’etnia o la densità minerale ossea, come pure l’impossibilità di generalizzare i risultati ottenuti a popolazioni di età più giovane.

Ciò detto, la differenza osservata, in termini di incidenza di fratture nel corso dei primi 3 anni di vacanza terapeutica è consistente con le note differenze di proprietà farmacocinetiche dei due farmaci in questione, ha sottolineato il prof Compston (docente di Medicina dell’Osso presso la University of Cambridge School of Clinical Medicine, Regno Unito).

In ragione del fatto che l’incremento del rischio di fratture derivante dall’interruzione del trattamento con risedronato vs. alendronato è stato osservato a 2 anni, conclude Compston, dovrebbe essere presa in considerazione l’opportunità di rivalutare le pazienti trattate con risedronato prima dei 2-3 anni di vacanza terapeutica raccomandati genericamente per tutti i BSF.

Bibliografia
American Society of Bone and Mineral Research (ASBMR) 2021 annual meeting: Abstract 1028. Presented October 2, 2021.