Dipendenti Unipol pronti allo sciopero


Unipol: pronto lo sciopero per la prossima settimana contro il rientro in sede. Protesta a oltranza “in assenza di risposte concrete da parte della società”

Partito il mail bombing dei dipendenti Unipol contro il rientro in ufficio obbligatorio dal 4 novembre. Per Alberto Enzini della First-Cisl dovrebbe tornare "volontariamente" solo chi lo vuole fare

Il sindacato, “in assenza di risposte concrete da parte della società, è già pronto allo sciopero dalla prossima settimana“. Lo annuncia la First-Cisl che questa mattina ha dato vita ad alcuni presidi per contestare la decisione di Unipol di fare rientrare i lavoratori in ufficio dal 4 novembre. Nei giorni scorsi, la stessa sigla della Cisl, aveva lanciato una campagna di mail bombing contro l’indicazione di Unipol e oggi i delegati First hanno effettuato un presidio in alcune sedi di Unipol: sia nel quartier generale di Bologna sia in altre sedi sul territorio nazionale (ad esempio a Roma e Milano). Un modo per rinnovare la richiesta di “immediata apertura di un negoziato sullo smart working, anche per tutelare la salute delle persone messa a serio rischio dal rientro che il vertice dell’azienda vuole imporre per il 4 novembre. Il sindacato non chiede ad Unipol un passo indietro bensì di fare un passo avanti verso i propri dipendenti”, spiega Alberto Enzini, della First-Cisl da Bologna.

Nelle mail inviate a raffica dal personale ai piani alti di Unipol si legge: “Mi preme condividere la forte preoccupazione e le problematiche che comporterà il rientro in sede” mentre la crisi sanitaria è in corso, lo stato di emergenza risulta prorogato fino al 31 dicembre” e ci sono “restrizioni e precauzioni di vario genere anche nella vita personale. Per questo motivo, ritengo il rientro alla normalità non possa ancora avvenire, poiché la presenza di tutti i colleghi nell’ufficio e nella sede di lavoro in cui opero, metterebbe a rischio la mia salute e quella delle persone a me vicine, rendendo assai difficile il rispetto delle norme previste dal Protocollo Unipol di sicurezza anti-contagio da Covid 19″. Inoltre, si legge ancora nella mail dei dipendenti Unipol, “dopo un così lungo periodo di assenza fisica dal posto di lavoro, occorre un tempo ragionevolmente lungo e la necessaria gradualità per riorganizzare la gestione della vita privata e familiare, le cui scelte sono state finora condizionate dalle regole introdotte dal Governo. Nell’invocare la Vostra massima sensibilità nei confronti dei dipendenti, chiedo di aprire una trattativa con il sindacato sullo smart working strutturale e sulle modalità di rientro in sede a tutela della salute di tutti i colleghi e delle loro famiglie”.

PARTE LA “RESISTENZA”: NIENTE EXTRA, NIENTE ATTIVITÀ GRATIS

Rispetto “rigido” dell’orario di lavoro, “evitando di effettuare ore di straordinario o ore di lavoro supplementare, dove richiesto, ed evitando di dare disponibilità per qualsiasi ulteriore attività extra-orario a titolo gratuito”. E questo a partire dall’inizio della prossima settimana, affinché Unipol “riconsideri l’insensata scelta di farci rientrare in azienda senza concordare un’ordinata e logica fase di rientro, nonché istituisca un serio e reale tavolo di confronto sullo smart working”. Si struttura così la ‘resistenza’ all’interno di Unipol a cui seguirà “un’articolata serie di iniziative di mobilitazione e scioperi” come indicato dal mandato delle assemblee appena concluse. Assemblee “caratterizzate da una grande partecipazione e da una appassionata e articolata discussione, che ha arricchito il dibattito e la nostra azione sindacale”, riferisce la Fisac ai suoi iscritti (hanno partecipato 1.479 lavoratori, 1.334 hanno votato la proposta di mobilitazione a cui si sono detti favorevoli in 1.268; 17 contrari e 55 gli astenuti). Della ‘risposta’ che verrà adottata all’indicazione al rientro in massa negli uffici dal 4 novembre come spiega la Dire (www.dire.it) farà parte anche il rispetto “in maniera pedissequa” di “normative e procedure aziendali”.